Il gatto Pacio è morto

FICTION E PROGETTI EDITORIALI, racconti, SCHIROPENSIERO

Questo è il primo racconto di fantasia e non di cronaca che pubblico qui. Potrebbe sembrare una farneticazione, ma se qualcuno ci legge qualcosa tra le righe, mi piacerebbe sapere…cosa. Buona lettura

E’ successo che il gatto Pacio è morto.

Ha fatto un verso che sembrava di sorpresa, ha tremato tutto e poi non si è più mosso.
Volendo essere precisi, il gatto Pacio non si muoveva più da qualche giorno. Da quando aveva cercato di arrampicarsi sul vetro della finestra ed era caduto di schiena sul davanzale. Io avevo anche riso, a vedere il gatto Pacio cadere, prima sul davanzale e poi per terra. Ma quando non l’ho più visto rialzarsi, mi sono preoccupato. Ho preso uno straccio, l’ho sistemato sulla poltrona e ci ho appoggiato il gatto Pacio. Che mi guardava, con un po’ di stupore, più che altro.
Ero sorpreso anche io. Pensavo che dopo essere caduto, il gatto Pacio si sarebbe rialzato e si sarebbe andato a nascondere a tutta velocità. La scena che mi immaginavo era quella: vederlo sparire per qualche ora e poi riaffacciarsi guardingo alla porta della mia camera. Che era il suo modo per chiedermi di lanciargli la palla magica, per poi  inseguirla fino allo sfinimento.
Il gatto Pacio amava moltissimo giocare. E piaceva a tutti, il gatto Pacio. Anche a Barbagianni, che è allergico al pelo dei gatti. Ma per giocare con il gatto Pacio, si metteva i guanti anche se c’era caldo. Che in casa mia, è impossibile che ci sia freddo. Quindi, i guanti non è che servono mai. Ma Barbagianni si metteva i guanti e prendeva il gatto Pacio e gli diceva “gioca”. Come se il gatto Pacio potesse capire Barbagianni che gli dice “gioca”.
Ma io ero molto contento di vedere Barbagianni che giocava con il gatto Pacio, perché a Barbagianni non erano mai piaciuti i miei gatti. E per me era importante che, quando parlavo del mio gatto, Barbagianni sapesse di cosa stavo parlando.
Barbagianni o chiunque altro, perché non mi piace parlare e non essere ascoltato. O capire che quello che dico non interessa. E non volevo neanche parlare di qualcos’altro, per interessare Barbagianni o chiunque altro. Perché io volevo parlare del mio gatto. E il mio gatto in quel momento era il gatto Pacio. Che adesso è morto, il gatto Pacio.
Perché il gatto Pacio aveva cercato di arrampicarsi sul vetro della finestra, non sono sicuro di ricordarlo. Penso fosse per inseguire una mosca, ma non è tanto importante. Qualunque cosa facesse il gatto Pacio, produceva gioia. Quindi, non è mica tanto giusto che il gatto Pacio si sia lanciato contro il vetro, non abbia trovato presa con le unghie, sia caduto e abbia battuto la schiena. Ci sarebbe voluto così poco, per evitarlo. Potevamo fargli capire che c’era qualcosa da mangiare, magari i fegatini di pollo che gli piacevano tanto. Poteva suonare qualcuno al campanello, una cosa che lo ha sempre attirato. Poteva semplicemente cadere direttamente per terra e non battere la schiena. Ma non è andata così.
Quando ho portato a casa il gatto Pacio, proprio non pensavo che potesse morire. Cioè, che prima o poi sarebbe morto era ovvio. Ma che sarebbe morto così presto, cercando di arrampicarsi su un vetro e battendo la schiena sul davanzale della finestra, questo proprio non lo pensavo. Ed ero così contento, quando ho portato a casa il gatto Pacio, che adesso mi dispiace essere stato così contento. Che è durato così poco. E se almeno lo avessi saputo, che poteva durare così poco, avrei prestato più attenzione a ogni istante passato a far giocare il gatto Pacio.
In quei giorni in cui il gatto Pacio era lì in casa ed era tutto un sorriso, ho pensato che ero proprio fortunato, ad aver portato a casa il gatto Pacio.

Poi è successo che il gatto Pacio è morto.

3 thoughts on “Il gatto Pacio è morto

  1. No, no , no Riccardo!!! Inutile blandirti, sai benissimo che i tuoi scritti sono molto apprezzati, corti,lunghi,deliranti o seri,rendono l’idea, rendono il sentimento…proprio per questo fai morire chi vuoi ma NON un povero gatto, anche se ha la sfortuna di chiamarsi Pacio. Sto ancora piangendo la gatta siamese che mi accompagnava in giro per Mariano meglio di un qualsiasi cagnolino.. e che dire della scomparsa del mio Nerone…beh, pesava 5 o 6 chili e mangiava i piccioni viaggiatori dei vicini…ma ci eravamo offerti di installare una bella porticina per evitarlo,hanno preferito farmelo fuori e allora il mio papà con la carabina sera dopo sera ha finito il lavoro del gatto…avercela adesso la carabina!
    Quanto a Barbagianni, la sua allergia evidentemente è peggiorata, c’è un gatto in Alaska che ancora se lo ricorda con spavento!

    Nerone, idolo! Ma in effetti il gatto Pacio ha fatto proprio quella fine lì…

  2. Ho letto il racconto de “Il gatto Pacio è morto”Molto bello anzi superlativo….forse perchè ho vissuto,come te, questa esperienza;e come ben sai,amo molto gli animali.
    Si capiscono tante cose di te che solo chi ti conosce bene può capire….che sotto quell’omone un po’ burbero si nasconde un
    sentimentalone….MIO FRATELLO!

    PS non mi ricordavo il comportamento di barbagianni.Mitico!

    Eh, ma l’apprezzamento dei parenti non vale 😀

  3. Caro Riccardo: Ricordo la mia nonna, volevo molto bene alla alla mia nonna, ho trascorso con lei tempi bellissimi. Aveva un gatto il mio primo gatto, si chiamava “Muci” e forse come molti bambini facevo qualche dispetto al mio micino che mi sopportava, mi veniva sempre a salutare al mio arrivo e con un miagolio affettuoso si faceva notare. La mia nonna con altrettanta pazienza mi insegnò che voler bene agli animali significa comprendere il mondo, rispettare gli animali significa rispettare le persone. Mi piace pensare che Barbagianni seppur allergico giocasse con Pacio e mi fa altrettanto piacere sapere che era anche un tuo piacere. Il tuo racconto mi piace è carico di sensibiltà e di amore per il mondo.
    Ciao Luigino
    Che dire? Grazie

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