Brooklyn ha una popolazione di circa 2.5 milioni di persone. E’ quindi più grande di Milano ed è quasi grande come Roma, anche se di fatto è solo un borough di New York City. Via terra, da Brooklyn si può solo andare nel Queens (un altro borough), mentre per arrivare a Manhattan (che fanno 3, di borough; gli altri 2 sono il Bronx e Staten Island) va superato l’East River (che si chiama così, ma in effetti è un braccio di mare) Naturalmente, per andare da Brooklyn a Manhattan, ci sono diversi ponti. A cominciare dal celeberrimo Ponte di Brooklyn, che venne costruito nel lontano 1883.
Non avevo mai soggiornato a Brooklyn, prima d’ora. Anzi, per la verità c’ero venuto solo per la partita del 2005 tra le nazionali di baseball di Italia e Stati Uniti ed ero stato solo allo stadio dei Cyclones a Coney Island. Da allora, ho sentito sempre più entusiasti racconti di gente che si è trasferita da Manhattan a Brooklyn e ho deciso che, una volta a New York, avrei preso alloggio lì.
Brooklyn è l’estremità occidentale di Long Island. Quando nel 1600 arrivarono gli europei, era abitata dai Lenape, una popolazione nativa che noi abbiamo imparato a conoscere come Indiani Delaware, dal nome del Governatore Inglese che intrattenne rapporti cordiali con loro.
I primi coloni della zona furono (1646) gli olandesi. La Compagnia Olandese delle Indie Occidentali autorizzò infatti l’edificazione del piccolo villaggio di Breukelen.
La Colonia della Nuova Olanda ebbe vita breve, visto che venne (1664) conquistata dagli Inglesi. Poco più di un secolo dopo (1776) Brooklyn fu teatro del primo scontro armato con l’esercito britannico dopo la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti.
Dalla seconda metà del 1800, Brooklyn è stata connotata da una forte presenza italiana, tanto che tra i nostri connazionali veniva chiamata Broccolino. Anche oggi, tra i discendenti di europei, gli italiani sono la netta maggioranza (Bensonhurst è ancora un quartiere propriamente italiano). Per la verità però, sono gli ispanici ad essere oggi la popolazione prevalente di Brooklyn. Quasi metà della popolazione parla anche una lingua diversa dall’Inglese a casa e molto spesso si tratta dello Spagnolo.
Gironzolando per Brooklyn, ci si accorge che questo borough non ha davvero nulla di malfamato. Anzi, è piuttosto verde e tranquillo e le zone residenziali hanno un evidente sapore di Inghilterra vittoriana, per quel che riguarda l’architettura. Nemmeno si può dire che sia a buon mercato abitarci, visto che l’affitto di una casa con 3 stanze da letto costa qualcosa come 4.500 dollari al mese.
Al numero 372 della quinta Avenue si trova un negozio che dichiara di essere specializzato in materiale per super eroi. Ovviamente, è bastato saperlo per mettere una visita al primo posto della lista delle cose da fare a Brooklyn. Appena entrati, ci abbiamo trovato un paio di clamorosi NERD usciti direttamente dal negozio di fumetti di The Big Bang Theory ; ci ha accolti una ragazza sorridente che si è stupita lei per prima per il fatto di averci visti entrare. Joan (questo il suo nome) ha per un po’ scherzato con noi. Prima ci ha fatto rispondere a un test per verificare che tipo di super eroi eravamo (scontrosi, simpatici, cattivi…). Poi ci ha fatto indossare un mantello da superman. Alla fine, ci ha chiarito cosa c’è dietro al negozio di oggetti per super eroi: l’organizzazione no profit 826NYC.
Lo scopo di questa organizzazione è aiutare gli studenti dai 6 ai 18 anni a familiarizzare con la scrittura. Tutti i programmi di 826NYC sono studiati per consentire agli studenti di aumentare la capacità di esprimere le proprie idee con una voce originale e in maniera efficace, creativa e sicura.
Potete ben capire come io sia stato impressionato da un progetto del genere e anche quanto possa essere difficile portarlo avanti. Naturalmente, 826NYC ha bisogno di aiuto. Se leggete l’Inglese, visitate il loro sito. Spero vi verrà voglia di aiutarli. Loro non hanno super poteri, ma restano decisamente la cosaq più vicina ai super eroi che mi sia capitato di vedere da un po’ di tempo a questa parte.