Squali e orsi

All Star Game 2013, BASEBALL, SPORT

Head of the Meadow BeachHead of the Meadow beach a Truro è una delle spiagge più conosciute di Cape Cod che, stando agli americani (che, vi devo avvertire, hanno una forte tendenza all’uso del più), possiede alcune delle spiagge più belle del mondo.
Quando ci si arriva, il colpo d’occhio è senza dubbio notevole. La spiaggia è enorme, l’aria è purissima e vien voglia di avvicinarsi all’acqua.
Il primo problema che si incontra è che è necessario guadare un canale, per arrivare in riva al mare.

Il secondo problema, quando si pensa a fare un tuffo refrigerante, è la presenza di alghe. Il terzo, la presenza di foche. Ma non per le foche in sè, ma per chi le foche attirano, ovvero i grandi squali bianchi. Anche oggi a Cape Cod ne hanno avvistati 6.
Alla fine di luglio del 2012 un certo Christopher Myers di Denver è statoIl cartello avverte dei pericoli dovuti a squali e correnti a Cape Cod attaccato da uno squalo bianco mentre nuotava a 400 yarde (365 metri) da una non meglio identificata spiaggia di Truro. Non ha riportato ferite troppo gravi, per fortuna, ma ha detto che non si sarebbe mai spinto così lontano, se gli avessero detto che qui ci sono gli squali bianchi.
Infatti a Head of the Meadow noi abbiamo trovato un comodo cartello che conferma la presenza degli squali bianchi e avverte di non nuotare vicini alle foche, che sono il cibo preferito degli squali. Mi ha fatto diventare estremamente prudente sulla possibilità di fare una nuotata, ma non mi ha impedito di guadare comunque il canale e, mentre lo facevo, di scordarmi che nella tasca dei pantaloncini da bagno avevo il telefono cellulare. Quando mi sono reso conto del danno, ormai si stavano formando sul display le prime alghe….

La via principale di ProvincetownIl tour di Cape Cod si è chiuso nella cittadina vacanziera di Provincetown. Notata una certa prevalenza di omoni grandi in giro a 2 a 2, mi sono guardato intorno con più attenzione e ho realizzato che gli omoni si prendevano per mano. E non solo erano grandi, ma erano barbuti e ostentavano (a torso nudo) un corpo particolarmente irsuto e, in molti casi, piuttosto corpulento (diciamo…). Ho guardato meglio ancora e ho visto che si prendevano inequivocabilmente per mano.
A Provincetown dal 13 al 21 di luglio si tiene la Bear Week (la settimana degli orsi). Per orsi non si intendono i plantigradi che vivono nei parchi del nord America, bensì (leggo dal New York Times) i rappresentanti di una sottocultura gay che amano avere un corpo ricoperto di peli.
La Bear Week ha anche un sito ufficiale e, cercando tramite Google o un altro motore di ricerca, si trovano facilmente video e foto di quello che è il rito principale di Bear Week: il Tea Dance.
Mentre dalla strada osservavo le terrazze dei bar che si affollavano per il Tea Dance, non ho potuto fare a meno di pensare che quegli omaccioni pelosi a torso nudo non è che stessero tanto bene. Ammetto anche che mi sono sentito un po’ accerchiato e, addirittura, in potenziale pericolo (questo lo so da solo, che è un pensiero stupido…). Insomma, il diverso a Provincetown ero io. Che non è una delle sensazioni più belle.

Sono limitato? Probabilmente, sì. Rischio ancora di più questa accusa aggiungendo che questo ribaltamento del concetto di estetica (esibire non la tartaruga degli addominali, ma un ventre modello anguria e ricoperto di peli) non lo approvo per niente.
Mi verrebbe da chiedere agli amici orsi chi glielo fa fare. Ma non vi auto ghettizzate, a fare così?
Ma poi vedo che le settimane degli orsi ci sono a Sitges (Spagna), in Puglia, anche a Milano (sotto Natale, se non ho capito male).

Non me ne ero mai accorto. Evidentemente è proprio vero: quello limitato devo essere effettivamente io.