Via il dente, via il dolore: parlo della fine formale e ufficiale (la fine propriamente detta era arrivata il 20 dicembre del 2016) del mio rapporto con la FIBS (Federazione Italiana Baseball Softball). Sono parole definitive. Non è possibile commentare questo articolo, non risponderò a chi lo farà dopo la condivisione sui social network. Valuterò se rispondere a chi mi dovesse contattare eventualmente in privato sull’argomento Schiroli-FIBS.
Quando parlo di divorzio consensuale Schiroli-FIBS, ovviamente fate bene a scorgere una punta di ipocrisia. Come del resto sarebbe possibile fare per la maggior parte dei divorzi consensuali.
Quando il 3 dicembre 2016 sono sceso a Roma per parlare con il neo eletto Presidente Marcon, la mia volontà era rimanere alla FIBS. Quando il 20 dicembre sono partito per le ferie, ero quasi sicuro che la mia avventura alla FIBS fosse terminata. La mia proposta di rinnovo contrattuale non aveva ricevuto risposta. Quando sono rientrato dalle ferie poco prima di metà gennaio, ero onestamente confuso: molti mi chiamavano per convincermi a “ripensarci”. Dopo che ho avuto un secondo colloquio con il Presidente Marcon, ho avuto la certezza che non sarei rimasto, ma avremmo raggiunto amichevolmente un accordo per andare liberamente ognuno per la sua strada.
I legali hanno parlato per mesi, poi abbiamo trovato una soluzione. Che come in tutti i casi di divorzio formalmente consensuale, ma frutto di un consenso che riguarda soprattutto l’evitare una lite legale, non rappresenta l’ottimo per nessuna delle 2 parti. Ma evidentemente, se le parti lo firmano, rappresenta una soluzione accettabile. O almeno, accettata.
Del contenuto dell’accordo non posso (ma d’altra parte, nemmeno vorrei) rivelare nulla. Qui comunque volto pagina, una volta per tutte.
In questi mesi ho osservato con dispiacere quella che trovo (se mi sbaglio, fatemelo pur notare) una svolta amatorial propagandistica del lavoro dell’Ufficio Comunicazione della FIBS, nel quale non mi riconosco nemmeno lontanamente. Ma non è, non può più essere, un mio problema. Come mi fa notare Alessandro Ciampa commentando il mio post su Facebook: “…i tempi cambiano e le storie anche…non bisogna sempre cercare buoni e cattivi…”
Mi indispettisce invece constatare che persone che mi hanno infamato per anni abbiano trovato il coraggio di chiedermi di collaborare con loro, oltretutto gratis.
Ci sono invece persone con le quali ho avuto scontri, ma nei loro confronti non è mai venuto meno il rispetto. E chissà, con loro magari potrei anche tornare a collaborare, se quando sarò pronto io lo vorranno loro.
Come ho scritto a gennaio, considero il 2017 un anno sabbatico: non mi sono occupato, se non a margine di storie più ampie, di baseball italiano. E non lo farò per tutta la stagione. Cosa succederà nel 2018, non lo so. E non so nemmeno se avrò nel futuro un ruolo nel baseball italiano. Se succederà, sarà comunque perché ci metterò la faccia e proverò la scalata a una posizione politica elettiva. Credo di avere ormai l’esperienza e l’età giuste per questo. Ma ovviamente l’importante sarebbe che a crederlo fossero le società che votano.
Vedremo se ci saranno i presupposti. Ma una cosa la chiarisco fin da adesso: se succederà, non sarà all’interno di uno dei 3 gruppi che si sono sfidati alle elezioni del 26 novembre 2016.
Sotto trovate i link a diversi articoli sui miei anni da responsabile della comunicazione FIBS che ho pubblicato su questo sito. Giusto per chi fosse interessato a ripercorrere con me (o attraverso i miei punti di vista) quegli anni.