Perchè “The Following” mi inquieta

CINEMA, LETTERATURA, MUSICA, SCHIROPENSIERO, TELEVISIONE

The Following devo dire che mi inquieta. Dal mio punto di vista è uno splendido telefilm, molto ben recitato e molto ben scritto. Anche se ho notato che l’accoglienza del pubblico negli Stati Uniti non è che sia stata unanime. Ho letto commenti anche cattivissimi: sulle sceneggiature, sugli attori. Per quanto i 10 milioni di telespettatori abbiano convinto FOX (che è riuscita oltretutto a convincere gli investitori che, tra streaming e altro, lo show raggiunge oltre 20 milioni di persone) a programmare già una seconda stagione. Di uno show che era palesemente nato per essere auto conclusivo.
Ma queste sono le solite contraddizioni che escono quando si devono conciliare le esigenze artistiche e lo show business. Io voglio tornare al fatto che mi inquieta.

James PurefoyThe Following è, come dice la parola, un gruppo di seguaci. Il termine è ben noto anche da noi a chi frequenta i social network, visto che si possono avere followers sia su Facebook che, e soprattutto, su Twitter.
Joe Carroll (interpretato da James Purefoy, attore Inglese che riconoscerete come bellimbusto di alcuni film in costume) è un serial killer che è stato arrestato anni prima, ma che dal carcere ha creato questa rete di seguaci. Sono persone che lo venerano letteralmente e che sono coordinate da un misterioso (inizialmente, poi si scoprirà chi è) Rodney.
Ryan Hardy (interpretato nientemeno che dal divo hollywoodiano Kevin Bacon) è un ex profiler della FBI, che viene richiamato in servizio perchè fu decisivo nell’arresto di Carroll e si crede possa aiutare a capire quel che sta succedendo.
Claire è la moglie di Carroll, che dopo l’arresto del marito è diventata la compagna di Hardy.
Emma è la babysitter del figlio di Claire e Carroll, ma anche uno dei personaggi principali del Following.

La base di quella che diventa una vera e propria religione sono le opere diEdgar Allan Poe Edgar Allan Poe. In particolare, una buona parte della vicenda segue in parallelo il racconto “La maschera della morte rossa”. Ma le citazioni sono tantissime. Per dire: una membra della setta, una volta arrestata, dice di chiamarsi Annabel Lee, che è il titolo di una poesia dello scrittore americano.
Poe, nella sua breve carriera (morì ad appena 40 anni) ha scritto moltissimi racconti, non tutti memorabili, ma alcuni universalmente noti (si pensi a “Il pozzo e il pendolo”). Soprattutto, è stato fonte di ispirazione per un numero incredibile di altri autori, a cominciare da Baudelaire (che per primo lo tradusse in Europa, facendolo conoscere), per proseguire con Lovecraft e per arrivare ai vari autori cinematografici e televisivi che dalla sua opera hanno tratto film e telefilm. Ma anche nella musica pop le citazioni di Poe non si contano: dai Beatles a Claudio Baglioni, da Lou Reed, ai Green Day a Eros Ramazzotti.
Ma se è certo che Poe crea un vero e proprio modello per il racconto poliziesco (riteneva in effetti che una storia poliziesca debba essere esaurita in un’unica sessione di lettura, per non far cadere la suspense) e ispira centinaia di autori di varie epoche, non è altrettanto scontato che a livello accademico il suo valore venga riconosciuto universalmente.

Carroll è un docente di letteratura di grande fascino e che offre agli studenti una rilettura di Poe che ne esalta le qualità letterarie, ma che pretende anche Kevin Bacondi imporne la visione cosmica che (a dire di Carroll) sarebbe basata sul valore della morte.
Hardy ha scritto un libro, che è divenuto un best seller, sulla sua esperienza nell’indagine che ha portato all’arresto di Carroll. Cosa che il wannabe scrittore (così lo chiama Hardy nell’ultima puntata) non tollera.
Infatti decide di scrivere un romanzo, con Hardy protagonista, influenzando la realtà.

Quel che trovo, per tornare al punto di partenza, inquietante è il Following. Perchè il telefilm ci dipinge una realtà fatta di persone sole, che non hanno una vita soddisfacente. Che non hanno proprio una vita e sono disposte ad affidarsi interamente a un pazzo, perchè si tratta dell’unica voce che è capace di fornire una speranza di realizzazione. Che la realizzazione sia uccidere altri esseri umani, è solo l’aberrazione finale.

Tutto questo mi inquieta perchè vedo preoccupanti segnali del fatto che non è per nulla detto che si tratti solo di fantasia.
Beppe Grillo non pretende fedeltà assoluta dai suoi? Silvio Berlusconi e i suoi avvocati non ci vogliono convincere del fatto che la Magistratura sta architettando un complotto per far fuori l’unto del signore dalla scena pubblica? La Juventus e i suoi dirigenti non ci hanno detto chiaramente che si sentono intoccabili e che non riconoscono i provvedimenti degli organi di giustizia della Federazione Calcio?
E avete sentito un solo esponente del Movimento 5 Stelle (a parte quelli espulsi), un solo berlusconiano, un solo juventino mettere in dubbio le tesi dei loro spiriti guida?

Qui non ci sono morti ammazzati, ma anche Edgar Allan Poe questa società del 2000, i suoi non valori, secondo me avrebbe fatto fatica a immaginarsela.

1 thought on “Perchè “The Following” mi inquieta

  1. il futuro potrà riservarti cose molto più inquietanti
    Sarai mica un seguace di Joe Carroll????

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