Milan, ecco il lascito del Geometra Galliani

CALCIO, SCHIROPENSIERO, Sport Management e Marketing

Il Geometra Adriano Galliani (ex Amministratore Delegato del Milan), assieme a Erick Thohir (che io sappia, ancora Presidente dell’Inter), è indagato per falso in bilancio. Stando al Sostituto Procuratore Giordano Baggio, Milan e Inter avrebbero iscritto a bilancio plusvalenze inesistenti come conseguenza di alcuni scambi di mercato con il Genoa.
Nella foto di copertina vedete Galliani e Thohir in tribuna a San Siro. A destra si riconosce anche il Presidente della Juve Agnelli.

Nessuna azienda normalmente amministrata iscriverebbe a bilancio plusvalenze false. Tecnicamente, una plusvalenza è “l’aumento di valore entro un determinato periodo di tempo di beni immobili e di valori mobiliari”. Sulle plusvalenze, che non concorrono a creare la base imponibile per le persone fisiche, le aziende pagano le tasse.

Ma le società di calcio non sono aziende “normalmente amministrate”. Lo si capisce anche dal mancato rispetto dello scopo sociale. Le squadre di calcio sono infatti amministrate attraverso società di capitali (per la precisione: società per azioni) a scopo di lucro. Che non è una brutta espressione, significa solo che nascono intenzionate a dividere gli utili tra i soci.

Nel Diritto Commerciale italiano, se lo scopo sociale viene meno, una società deve sciogliersi. Naturalmente, è possibile che una società a scopo di lucro finisca in perdita. In quel caso sono i soci a dover reintegrare il capitale intaccato dagli esercizi in passivo. Ma se una società che fattura centinaia di milioni di euro finisce in perdita ogni anno, la logica dice che non ha senso che continui a esistere.

Non voglio lasciare spazio a equivoci: dal punto di vista giuridico (e anche da quello del buon senso) quasi tutte le società calcistiche italiane non hanno significato. Appare oggi come un controsenso la legge 586 del 18 novembre 1996, che introdusse lo scopo di lucro per le società sportive. Perché mai, venne introdotto lo scopo di lucro per società che intendevano lavorare in perdita? E perché mai le società calcistiche sono costituite in società per azioni? Il Milan di Berlusconi, per esempio, non era certo una società per azioni tradizionale.

Il fido (di Berlusconi) Geometra Galliani si è costruito una carriera da top manager del calcio senza averne probabilmente le competenze. Personalmente, credo si sia capito, non l’ho mai considerato un grande manager. Al contrario, per dire, della Gazzetta dello Sport. Che lo ha dipinto come “il più grande dirigente italiano di tutti i tempi”.
Ma nella sua gestione delle stagioni seguenti lo scudetto 2011 c’è di più: è stata semplicemente disastrosa.
Con una proprietà in altre faccende affacendata e gli azionisti di minoranza senza voce in capitolo, Galliani ha fatto il bello e cattivo tempo e mantenuto le perdite societarie entro limiti gestibili grazie all’uso delle famigerate plusvalenze. E già qui c’è qualcosa che non va bene. Perché le plusvalenze non si drovrebbero “usare”. O ci sono, o non ci sono.

Per dire: se il Milan venderà a 70 milioni Donnarumma, avrà effettivamente realizzato una plusvalenza importante, visto che il portiere è un prodotto del suo settore giovanile. Il Milan può anche “programmare” una plusvalenza (decidere il “sacrificio” di Donnarumma per migliorare i conti), ma non può certo programmare i tempi in cui si realizzano le condizioni per realizzarla. Per essere chiari fino in fondo: non può essere certo di quando il valore di Donnarumma sarà tale da permettergli di realizzare una plusvalenza importante. E questo lasciando perdere l’incertezza sulla possibilità di trovare nel momento giusto l’acquirente giusto.

Secondo il Geometra Galliani e alti teorici del calcio business all’italiana, invece si può eccome. Basta accordarsi per scambiarsi giocatori che valgono 1 e valutarli formalmente 10. In questo modo si iscrive subito a bilancio una plusvalenza (di 9) e si ha tempo per gestire la conseguente minusvalenza (sempre di 9) fino al bilancio successivo.

Ci fu un momento negli anni ’80 nel quale diverse radio e televisioni commerciali fecero uso di uno strumento creativo di finanziamento. Fatturavano a clienti compiacenti spot pubblicitari mai trasmessi, si recavano in banca a scontare l’effetto (rinunciando dunque a una parte della cifra) e poi a fine anno emettevano nota d’accredito. Sperando nel frattempo di aver fatturato, questa volta sul serio, l’equivalente.

Per la cronaca, sia le plusvalenze ottenute da Galliani e da Thohir (e prima di loro da decine di società, con il Parma dei Ghirardi&Leonardi in primissima fila), sia le fatture per prestazioni pubblicitarie mai erogate sono la base del reato di Falso in Bilancio. Vien da pensare, se si considera che il reato fu depenalizzato attraverso un Decreto Legislativo (il 61 del 2002) del Governo Berlusconi.
Nel 2015, Governo Renzi, è intervenuta una legge (la 69) a rimettere a posto le cose. Per cui oggi: “gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali, al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione da uno a cinque anni”.
La punteggiatura è quella che è, ma il senso è chiaro.

In questa ottica hanno una logica le affermazioni fatte da Marco Fassone, successore del Geometra: “Il Milan delle precedenti gestioni non aveva rispettato i parametri ed è presumibile, anzi sicuro, che nelle proposte di agreement dell’UEFA ci saranno sanzioni. Ci auguriamo possano essere contenute”.
Fassone ha inoltre spiegato che: “visto che il Milan ha un finanziamento con scadenza ravvicinata, abbiamo presentato una lettera di Elliott che testimonia una presenza importante e una sicurezza economica de Milan in qualsiasi circostanza”.

Le dichiarazioni di Fassone a SKY SPORT

Anche per questo, l’allenatore Rino Gattuso può ostentare tranquillità sulla situazione societaria e dire: “Arriveranno 3-4 giocatori. Non è detto che debbano uscire 3-4 giocatori prima. A me, questo non risulta”.

Rino Gattuso festeggia una vittoria del Milan (Getty Images)

Su chi arriva e chi parte, sentiremo tonnellate di chiacchiere, spesso in contraddizione tra loro. E a me le chiacchiere interessano poco.
Quel che reputo sarebbe interessante, invece, è sapere come mai la stampa sportiva mainstream trova così appetitose le voci sulle difficoltà finanziarie del Milan e non abbia mai speso parole di condanna sulla gestione BerlusconianGalliana degli ultimi anni.