É il momento di lanciare l’allarme?

Approfondimenti e curiosità, BASEBALL, SCHIROPENSIERO

Dalla presentazione della stagione del baseball e del softball italiani abbiamo imparato che il tana liberi tutti sull’impiego dei giocatori comunitari non è frutto di una normativa europea (che in effetti non esiste) ma della necessità di aumentare il livello tecnico del massimo campionato di baseball. Volevo ben dire, che nel regolamento FIBS c’erano discriminazioni più evidenti nei confronti dei comunitari, rispetto a un modesto numero minimo di italiani da mettere in campo.
Ma leggendo le cronache della presentazione della stagione, ci sono altri conti che non mi tornano.
Il Presidente del CONI Giovanni Malagò è comprensibilmente distratto da qualche guaio relativo al funzionamento della Giustizia Sportiva recentemente riformata e dal piano di introdurre dal prossimo ciclo elettorale delle Federazioni un minimo di un terzo di donne tra i Consiglieri. Però trovo contraddittorio lo stesso che da un lato chieda (quasi imponga) Nazionali “competitive” per le prossime qualificazioni olimpiche (ANSA) e dall’altro si mantenga equidistante quando gli si chiede se non sia il caso di imporre un numero minimo di italiani in campo.
“Ovvio che più italiani ci sono in campo meglio è in ambito Nazionale, poi occorre capire quanto resterebbe competitivo un campionato se si decidesse di andare in quella direzione. Va creato un punto di equilibrio” ha detto a Baseball.it.
Insomma, lancio l’allarme.

Il punto d’equilibrio non è certamente rappresentato da un campionato nel corso del quale si rischia di non vedere nemmeno un lanciatore partente di scuola italiana. Se si eccettua Alessandro Maestri del San Marino. Il quale, a parte una breve apparizione a inizio stagione 2012 (1.2 riprese lanciate in 2 apparizioni per il Rimini), ha lanciato nel campionato italiano (e da rookie) solo nel 2005. E che comunque, in Nazionale non è che può lanciare tutte le partite.
Oltretutto, il campionato 2018 vedrà i nostri giocatori di primo piano giocare in una stagione meno delle partite che una squadra di professionisti di alto livello disputa durante lo Spring Training.
Ripeto: lancio l’allarme.

Dove il Presidente FIBS Andrea Marcon scorga un potenziale aumento di livello, sarebbe interessante saperlo. Sarebbe la mia prima domanda, se solo mi concedesse l’intervista che provo a chiedergli dall’ottobre del 2017.
La seconda sarebbe: ma com’è possibile, che una squadra inizi il campionato e subito dopo si ritiri? Cioè: com’è possibile lo so e lo avevo già visto a fine anni ’90 (Amministrazione Notari, accadde al Torino). Com’è possibile che la cosa arrivi come una sorpresa. Perché nella compagine societaria dei Red Sox Paternò si trova addirittura il Presidente della FIBS Sicilia Michele Bonaccorso (Segretario, stando al sito FIBS). E il Presidente della società Nunzio Botta è stato (a vario titolo) coinvolto nei ripetuti tentativi di portare la Sicilia nel baseball di alto livello, a partire dai primi anni di questo secolo.
In questo caso, il segnale d’allarme doveva essere acceso da un po’.

Marcon, o chi per lui, dovrebbe rispondere di questo all’Assemblea delle Società. Che lo ha eletto e direi che ha il diritto di sapere come stanno esattamente le cose. Sempre ammesso le società ritengano la salute del movimento un loro problema
Il giovane Presidente FIBS fa un vanto del fatto che la sua Amministrazione non ama “i proclami” ma preferisce i fatti. Ma penso proprio che ormai l’allarme sullo stato delle cose sia tale da rendere necessaria una domanda pubblica: cosa avete in mente di fare? Perché se veramente l’intenzione è ampliare il numero di squadre partecipanti, allora altro che allarme…