L’Europeo è finito

BASEBALL, Europeo 2014, SPORT

Certo, le cene di chiusura Europeo di Stoccarda e Haarlem sono state un’altra cosa. Ma anche questa sera non posso dire di essere tornato in albergo triste o frustrato. Deluso ovviamente un po’ sì, perchè nello sport si gioca sempre per vincere. E, anche se l’Olanda di domenica 21 settembre 2014 era un avversario superiore, vincere non è che fosse una cosa impossibile, dopo tutto. Anzi, l’Italia ci è andata più vicino di quel che sembra: se segnano quei 3 corridori rimasti in base al settimo, il punteggio diventa 6-6. E poi…

Gli azzurri a cena dopo la finale
Gli azzurri a cena dopo la finale

Ha vinto l’Olanda, viva l’Olanda. Viva di meno per le condizioni in cui abbiamo lavorato a Brno.
Oggi la giornata è iniziata con il sole e il nostro gruppo di lavoro si è portato in postazione un paio d’ore abbondanti prima della partita. Siamo arrivati assieme all’Olanda, squadra di casa e quindi destinata a presentarsi prima. Di più: abbiamo fatto quasi un incidente con il loro pullman stile sovietico.
Dicevo della giornata di sole: il cappellino e il bomber non servono. Infatti, a un certo punto ha iniziato a piovere. Prima poche gocce, poi pioggia più insistente. A Brno ci collegavamo alla corrente con una solida prolunga portata da casa e collegata a una presa tripla e a una ciabatta (alimentavamo tutta l’improvvisata tribuna stampa) Il tutto, facendo passare i cavi all’aperto. Con la pioggia, benchè i cavi siano cablati, non è che sia il massimo. E poi c’è il computer, che se si bagna (nel 2011 me ne sono giocati 2…) rischia di friggersi.

Per un po’ ho resistito stoico, poi ho dovuto battere in ritirata dentro il bar. Da dove ovviamente non si vede la partita, ma è all’asciutto e ci sono tavoli su cui appoggiarsi. Il risultato è stato che buona metà della partita l’ho seguita in piedi in postazioni di fortuna e correndo al computer a scrivere, quando succedeva qualcosa.
Devo, per dovere di cronaca e onestà, ammettere che lo staff dei Draci Brno è stato gentilissimo con noi. Hanno uno stadio che non prevede la presenza di giornalisti che intendono lavorare in tempo reale (cioè raccontando,, per iscritto o a voce, la gara mentre succede), però hanno fatto di tutto per venire incontro alle nostre esigenze, incluso il fatto che hanno evitato di cacciarci quando ancora lavoravamo o di lasciarci al buio.

Dal punto di vista sportivo, questo Europeo un po’ di amaro in bocca me lo lascia. Dal punto di vista lavorativo, penso invece che meglio di così non si potesse fare. L’Europeo è arrivato ovunque. E questa è la vittoria del mio gruppo di lavoro.