Il 19 maggio del 2006 ero a Godo a litigare con una connessione internet e il mio telefono continuava a squillare. Vista l’insistenza, ho risposto. Anche un po’ aggressivo. Era la notizia che pochi minuti prima era morto Robert Fontana. Ho voluto recuperare le poche righe che avevo scritto allora. Riposa in pace, amico mio
Robert Fontana era prima di tutto un grande appassionato di baseball. Dopo un’esperienza negli Stati Uniti, per giocare il suo sport ad alto livello, si era trasferito a Caserta e Paternò, a costo di notevoli sacrifici personali.
Quest’anno Robert era preoccupato perchè il suo rendimento in battuta non era soddisfacente come al solito. Mi dice chi lo ha salutato al ‘Gianni Falchi’ che venerdì notte è partito con questo pensiero in testa, verso quell’ultimo viaggio maledetto. Non so darmene pace.
Sabato 13 maggio mi ero intrattenuto a parlare con lui, senza ovviamente sapere che sarebbe stata l’ultima volta. Le nostre chiacchiere si erano interrotte frettolosamente, perchè su Parma iniziava a cadere qualche goccia di pioggia. Avevamo parlato di regole, di mazze omologate, di qualche pettegolezzo e del rispettivo rendimento: lui in battuta, io alla tastiera del computer. Ci eravamo bonariamente presi in giro.
Istintivamente trovo quel dialogo inadeguato e non capisco perchè non mi sono disinteressato alla pioggia e non mi sono fermato di più a parlare con Robert. Ma capisco che, tornassi a quel momento mille volte, rifarei esattamente le stesse cose.
Me ne sono andato con una pacca sulla spalla, Robert mi ha risposto con un sorriso. Che porterò per sempre nel cuore.