Quando un anno fa ho rinnovato l’abbonamento a MLB TV mi sono detto che avevo l’occasione di sfruttarlo un po’ di più, rispetto agli ultimi anni. Da lì a pensare che sarebbe stato un peccato, non condividere le mie impressioni, ci ho messo un attimo. Così è nata l’idea di un aggiornamento quotidiano sui miei profili social.
Tutto quello che ho scritto, l’ho raccolto. E visto che questa settimana inizia ufficialmente la stagione 2018 (nella foto di copertina Jet Blue Park di Fort Myers, dove Boston gioca in Spring Training), voglio provare a rivivere un anno di Red Sox in questo articolo. Per rivedere tutti i post su Twitter, l’hashtag è #redsoxinitaliano
APRILE A fine mese annoto: “Siamo 13-11. Il record è positivo, ma l’inizio di stagione no”.
I Red Sox in effetti erano partiti come la grande favorita dell’American League Est, ma bastano pochi giorni di stagione per perdere per infortunio il Panda Sandoval e avere Pedroia a mezzo servizio (“batte settimo”, mi lamento. Se si pensa che il miglior partente (Price) è fuori e non c’è una data per il rientro e che l’uomo dell’ottavo inning (Thornburg, preso dai Brewers sacrificando il terza base Travis Shaw) non si sa cos’ha e di certo non lancia, c’è da preoccuparsi.
Segnalo comunque questa mia dichiarazione profetica: “C’è da tenere d’occhio a Portland in Doppio A il terza base Rafael Devers“.
Meno profetica appare quest’altra: “Hanley Ramirez i suoi fuoricampo li farà”.
Altri eventi notevoli di aprile: il mio socio Magnani (che continua “a non capirsi” con il closer Kimbrel) mi intima di non nominare gli Yankees nei post, suggerendo di chiamarli gli altri; quando il rilievo Barnes tira in testa a Manny Machado degli Orioles, ritenuto colpevole (per una scivolata a gamba alzata) dell’infortunio di Pedroia, il nostro Dustin ne censura il comportamento.
Notevole mi appare una disquisizione sui “beccacciotti della Lega”: l’oriole di Baltimora in Italiano è l’ittero (icterus galbula). Essendo un passeriforme, gli Orioles (Itteri) diventano per me i passeriformi. Anche la ghiandaia americana (cyanocitta cristata, ovvero il jay blu, simbolo di Toronto) è un passeriforme, ma della famiglia dei corvidi. La ghiandaia europea, sempre più interessante, è imparentata con la gazza ladra.
MAGGIO Scopro che Boston è una città razzista. Lo conferma il Sindaco Marty Walsh. Cercando tramite Google, mi salta fuori che l’ex grande dei Celtics (anni ’50 e ’60 del 1900) Bill Russell (che ha compiuto 84 anni lunedì) ha definito Boston “il mercato delle pulci del razzismo” e i suoi abitanti “radical chic falsi e razzisti”.
I Red Sox ci stanno lavorando: il 3 maggio un tifoso che ha fatto commenti razzisti ad alta voce sul fatto che l’Inno era cantato da una donna originaria del Kenya è stato bandito da Fenway Park.
Era iniziato tutto con cori razzisti nei confronti di Adam Jones, uno degli appena 62 afro americani nei roster di Grande Lega all’Opening Day. O meglio: era iniziato tutto negli anni 40 dello scorso secolo, quando Boston aveva scartato Jackie Robinson. Per la cronaca, il primo nero a vestire la maglia dei Red Sox fu Elijah Pumpsie Green nel 1959.
Nonostante in terza sia finito Deven Marrero (Holt inizia ad accusare vertigini e Sandoval è sempre out), a fine mese siamo secondi (29–23) dietro agli altri (30–20).
Maggio è il mese delle 8 partite consecutive con 10 o più strike out di Chris Sale, che eguaglia sè stesso e Pedro Martinez. Non si supererà.
GIUGNO Per i lanciatori, non è una stagione promettente. Eduardo Rodriguez e Brian Johnson si fanno male…cadendo dal monte e una donazione all’Università di Seton Hall (sua Alma Mater) è l’unica cosa notevole che Rick Porcello fa nel mese. Steven Wright è fuori per la stagione per un problema al ginocchio. In compenso esordisce Price. Arriva anche la notizia che Tyler Thornburg non potrà lanciare nel 2017. Certo, a questo punto Travis Shaw (ceduto per avere Thornburg) farebbe comodo, in terza. Nonostante tutto, il giorno 21 conquistiamo il primo posto della Division.
Il 23 giugno cambia la viabilità nella zona di Fenway Park: la prima parte di Yawkey Wat, dalla Yawkey Station alla Brookline Avenue diventa David Ortize Drive. Il 24 giugno i Red Sox ritirano la sua maglia numero 34.
Al Draft Boston sceglie per ventiquattresima (su 30!). Si orientano sul lanciatore destro Tanner Houck, che per gli scout è destinato a essere un partente di MLB.
Muore a 87 anni l’esterno centro della Hall of Fame di Boston Jimmy Piersall.
LUGLIO I Red Sox arrivano all’All Star Game da primi in classifica, poi fanno moderatamente schifo fino alla fine del mese. C’è nervosismo e Price trova il modo di litigare con l’ex grande closer Dennis Eckersley, oggi commentatore TV. La cosa più grave è che torna in lista infortuni.
Boston rilascia il Panda Sandoval (rimettendoci un 27-28 milioni di dollari). Non riesce a prendere Todd Frazier (che preferisce gli altri) e promuove in prima squadra il bimbone Rafael Devers. Il Presidente Dombrowski rinforza comunque la squadra con il rilievo Addison Reed (dai Mets), l’utility Eduardo Nunez (Giants) e Doug Fister, lanciatore che può fare sia il partente che il rilievo. Il suo inizio non è per la verità convincente.
AGOSTO Inizia a vincere Doug Fister. La cosa non positiva è che, assieme a Pomeranz, diventa il lanciatore più affidabile. Tutti sono contenti per loro 2, ovvio, ma il problema è che cala il rendimento di Price (altri problemi al gomito sinistro) e anche di Sale. Torna in lista infortuni anche Pedroia. Nonostante tutto, arrivano 8 vittorie in fila e a fine mese i Red Sox hanno 5.5 gare di vantaggio sugli altri.
La proprietà dà più poteri a Sam Kennedy, che gestisce il club dal punto di vista economico e finanziario. Dombrowski resta il numero uno delle baseball operations.
SETTEMBRE Il roster si amplia a 40 giocatori e vengono richiamati Blake Swihart (catcher, prima base); Sam Travis (prima base); Tzu Wei Lin, Deven Marrero (interni); Carson Smith, Brian Johnson, Hector Velazquez, Austin Maddox, Roenis Elias (lanciatori).
Swihart è un eterno prospetto che sembra non esplodere mai. Tzu Wei Lin (di Taiwan) e Travis hanno esordito in stagione e su di loro i Red Sox contano per il futuro.
Il primo settembre scrivo: “gli altri non vogliono morire”. In effetti, il mese inizia male: 3 sconfitte contro quelli in pigiama e una contro i Blue Jays. Sono a Thunder Bay (Canada) quando servono 19 inning per vincere in rimonta a Toronto. Diciamo che è la svolta. Gli altri arrivano a 3 partite (e il giorno 16, una vittoria al quattordicesimo impedisce che arrivino a 2) e, per dirla con Magnani, sono gli Itteri a “salvarci il culo” battendoli il giorno 18. Il 19 e il 20 arrivano altre 2 vittorie all’undicesimo, la seconda per 1-0 (Magnani: “non ce la faccio più, mentalmente e fisicamente”).
Alla fine, i Red Sox vincono la Divisione Est dell’American League con 93 successi. Esattamente come nel 2016.
Sale arriva alla rispettabile quota di 300 strike out, ma si ferma a 5 dal record di Franchigia (313, Pedro Martinez nel 1999). Anche perché salta l’ultima di regular season per riposarsi in vista dei play off.
OTTOBRE I play off iniziano con Pedroia e Nunez, miglior battitore della squadra nella fase decisiva della regular season, infortunati.
Per Chris Sale è la prima post season e speriamo ce ne sia una migliore nel prossimo futuro. Pronti via, gli Houston Astros lo battezzano con i fuoricampo di Bregman e Altuve. Jim Kaat in telecronaca commenta: “Sale non è lo stesso pitcher di inizio stagione”.
Il primo turno di play off dell’American League era durato solo 3 partite nel 2016. Sotto 2-0, domenica 8 ottobre sono in viaggio per il Botswana mentre i Red Sox sono in campo a Fenway. Quando accendo il telefono, scopro che il socio Magnani mi ha taggato in questo post su Facebook: “E dopo questo inizio sfavillante di Tristezza Fister, caro il mio socio Riccardo Schiroli, possiamo dire conclusa questa nostra stagione di MLB…”.
In effetti, Fister resiste solo 1.1 riprese. Ma a suon di fuoricampo (Devers, Bradley) e con le prove da trascinatori di Hanley (finalmente!) e Moreland, Boston resta viva.
La stagione finisce comunque martedì 10 ottobre, quando Sale concede a Bregman il fuoricampo del pareggio e Kimbrel subisce da Reddick il singolo che porta gli Houston Astros alla finale dell’American League. Come è noto, tireranno dritto fino a battere i Dodgers nelle World Series. Scrivo: “Bisogna rassegnarsi al fatto che di più non potevamo fare”.
POST SEASON Si inizia con il botto. Di buon mattino l’11 ottobre i Red Sox silurano il manager Farrell, l’unico dei 46 della storia della Franchigia ad aver vinto 3 volte l’American League Est.
Farrell (2013) aveva anche vinto le World Series, ma Dombrowski chiarisce che non salta a causa dei risultati: “Non sarebbe stato confermato nemmeno vincendo le World Series“.
Il manager numero 47 dei Boston Red Sox è Alex Cora, che era il bench coach degli Astros ed è alla sua prima esperienza come capo. Ha solo 42 anni.
Dopo Farrell, lasciano i Red Sox 3 del suo staff: il pitching coach Carl Willis (torna a Cleveland), il coach di battuta Chili Davis e il suggeritore di terza Brian Butterfield (ai Cubs).
Il bench coach di Alex Cora sarà Ron Roenicke, un veterano di 61 anni e che lavora nelle Grandi Leghe da 20. Roenicke è stato il manager dei Milwaukee Brewers (2011-2015) e il suggeritore di terza degli Angels nelle ultime 2 stagioni.
Dana LeVangie (classe 1969), ex coach di bull pen e istruttore dei catcher, è il nuovo pitching coach.
Tim Hyers è il nuovo hitting coach. Classe 1971, ha giocato in Major League (senza eccellere) per Padres (1994-95), Tigers (1996) e Marlins (1999). Come istruttore di battuta, era già stato coordinatore delle Minors (2013) e aveva preso il posto di Greg Colbrunn nel 2014. Era assistente dell’hitting coach dei Dodgers Turner Ward. Il suo assistente a Boston sarà Andy Barkett (classe 1974), nel 2017 manager della squadra di Triplo A degli Indians.
Dai Mets arriva Tom Goodwin come coach di prima e istruttore degli esterni. Coordinerà anche la corsa sulle basi. Esattamente come faceva ai Mets.
Carlos Febles (classe 1976; nelle ultime 2 stagioni manager a Portland in Doppio A) sarà il coach di terza e l’istruttore degli interni. Lavora da 11 anni nell’organizzazione di Boston.
Craig Bjornson (classe 1969) è il nuovo bull pen coach. Ha 48 anni e ha ricoperto lo stesso ruolo per gli Astros nelle ultime 4 stagioni. In precedenza era stato pitching coach in Minor League per gli Indians.
I Red Sox annunciano anche il nuovo Vice di Dombrowski: Tony Larussa, 73 anni.
Nello staff dirigenziale arrivano anche Ramon Vazquez (sarà l’interfaccia tra il settore scouting della prima squadra e gli analisti statistici) e Steve Langone (a capo del settore scouting).
La squadra di Triplo A resta a Pawtucket (Rhode Island) fino al 2020.
Pedroia viene operato al ginocchio sinistro (ricostruzione della cartilagine) e non sarà disponibile prima di giugno. Per rimpiazzarlo nella prima parte della stagione l’elemento ideale sarebbe Nunez, ma ancora non c’è un accordo con lui.
L’unico free agent che i Red Sox confermano (contratto di 2 anni) è Mitch Moreland. Parte Fister, difficilmente tornerà Reed (tornano in rosa a tempo pieno sia Thornburg che Carson Smith).
Steve Wright (altro infortunato eccellente) subisce un arresto per violenza domestica (lite furiosa con la moglie) ma si accorda senza passare dall’arbitrato. Dal quale invece passa (e nel 2018 guadagnerà 10.5 milioni) Mookie Betts (fresco guanto d’oro). I Red Sox esercitano le opzioni su Kimbrel (miglior rilievo; Cora non esclude di utilizzarlo all’ottavo inning) e Sale.
Lunedì 19 i Red Sox si ritroveranno a ranghi completi a Fort Myers e lo slugger da mettere quarto in battuta ancora non c’è. L’obiettivo numero uno, a oggi, è J.D. Martinez. Che ha rifiutato 20 milioni all’anno per 5 anni e continua a trattare. L’unica altra proposta che ha, stando ai bene informati, è quella degli Arizona Diamondbacks, con cui ha giocato l’ultima parte della stagione
Un ultima cosa: i Red Sox piangono 2 lutti. Avrebbe compiuto 100 anni il 7 aprile Bobby Doerr, seconda base con rendimento in battuta da record. Almeno fino a quando non comparve Ted Williams.
A 17 anni si è spento Daniel Flores, catcher venezuelano ambidestro. Era malato di cancro.
Sotto trovate i link a tutti gli articoli sui Red Sox che ho scritto nel 2017.