I fascisti ci sono e vanno combattuti

CINEMA, LETTERATURA, POLITICA, SCHIROPENSIERO

“Io non ho creato il fascismo, l’ho tratto dall’inconscio degli italiani. Se non fosse stato così, non mi avrebbero seguito per venti anni”.
Era il 20 marzo del 1945. Benito Mussolini affidava un suo soliloquio al giornalista Ivanoe Fossani, un fedelissimo del regime.  Fossani, che registrò tutto, ne trarrà il libro Mussolini si confessa alle stelle, pubblicato nel 1952 dalla casa editrice Latinità.
Io oggi sono qui per chiedermi se i fascisti sono tornati oppure no.

La frase appare nel bel mezzo del film Sono tornato, diretto dal regista napoletano Luca Miniero, che lo ha anche scritto assieme a Nicola Guaglianone, lo sceneggiatore del pluripremiato Lo chiamavano Jeeg Robot.
Massimo Popolizio interpreta un Duce che si risveglia nell’Italia di oggi e finisce con l’ottenere un’imprevedibile attenzione.

Sono tornato è il remake del film tedesco Lui è tornato (Er ist wieder Da), diretto da David Wnendt e tratto dal best seller (tradotto in 41 lingue, oltre 2 milioni di copie vendute) di Timur Vernes. Il libro è un gioiello e il film lo rende benissimo grazie alla scelta coraggiosa di filmare Oliver Masucci (l’attore che interpreta Hitler) a contatto con persone ignare del fatto che si stesse girando un film. Le reazioni sono sorprendenti, come chiarisce la foto di copertina.
Il lavoro di Masucci sul linguaggio di Hitler ovviamente va perso nel doppiaggio, ma il film merita assolutamente di essere visto. In sala è rimasto pochissimo, ma lo si recupera grazie a Netflix

Merita meno, ma resta interessante, la versione italiana. Miniero si era già cimentato nel remake di un film fortunatissimo (il francese Giù al Nord, Bienvenue chez les Ch’tis, di Dany Boon) con Benvenuti al sud. Che fu un notevole successo e produsse il sequel Benvenuti al nord. Come nella precedente esperienza, anche con Sono tornato Miniero decide praticamente di replicare scena per scena il film originale. Il suo Mussolini è interpretato da un eccellente Massimo Popolizio, che non ha la pretesa di proporci un Mussolini privato, bensì il Duce come ci è stato tramandato dall’iconografia, modellandolo sul Mussolini dei discorsi pubblici.
Come nel caso di Hitler/Masucci, anche il Mussolini/Popolizio ottiene parecchia (e sorprendente) attenzione da molti passanti.

Quello dei cineasti è un gioco artistico, divertente e interessante quanto poco scientifico, ma mi porta esattamente dove volevo arrivare. Il problema dei rigurgiti fascisti è molto serio. Purtroppo non sono pochi gli italiani del 2018 che accoglierebbero con entusiasmo un Duce.

Nella sua incoscienza (e forse, scarsa lucidità…), il Berlusconi redivivo dichiara a un timido Fabio Fazio che “il Fascismo è morto e sepolto”.

Il Fascismo fondato da Benito Mussolini nel 1919, è decisamente morto e sepolto. Sarebbe (per inciso) anche fuorilegge. Ma quelli che non sono per niente morti sono gli spregevoli concetti su cui si basava il Fascismo. Un numero che non so quantificare (ma che è alto in maniera preoccupante) di italiani crede veramente che gli immigrati rappresentino il problema del nostro Paese. E politici irresponsabili e a caccia di facili consensi, buttano benzina su quel fuoco. Ci sono poi politici più responsabili, ma evidentemente non tanto capaci (o forse, non abbastanza coraggiosi) che su queste cose fanno fatica a farsi capire. Ma questo è un altro discorso e lo affronterò semmai in un altro articolo.

Quello di Berlusconi sui “pericolosi antifascisti dei centri sociali” è uno sproloquio che aggiorna l’allarme comunismo con cui si presentò nel 1994. Nella mia condanna totale dell’azione violenta dei presunti antifascisti in azione a Piacenza, comunque mi chiedo: cosa c’entra? La violenza non ha colore, non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di porsi il problema, se va condannata o no.

“Ci sono più di 2 milioni di immigrati clandestini che dormono sulla nostra terra…questo Stato l’anno scorso ha speso 3 miliardi di dollari per l’assistenza a persone che non hanno diritto di stare in America…400 milioni di dollari solo per quella massa di porci criminali che sono in questo Paese solo perché all’immigrazione hanno deciso che non vale la pena fare discriminazioni tra i carcerati…al nostro governo non gliene frega, la polizia di frontiera è una barzelletta. Perciò chi rimane sorpreso, se a sud del confine ridono di noi e delle nostre leggi?”

Non è un discorso di Donald Trump. Si tratta di un monologo di Edward Norton tratto dal film American History X del regista britannico Tony Kaye e sceneggiato da David Mc Kenna, autore anni dopo della sceneggiatura del fortunato SWAT. Il film è del 1998 e Norton (che per il ruolo verrà candidato all’Oscar) interpreta il neo nazista Derek Vinyard. Ho trovato su YouTube una riproduzione del monologo. La qualità è scadente, ma rende perfettamente l’idea.

Su YouTube vanno letti con attenzione i commenti al video. Perché chi lo ha condiviso, non ha colto lo scopo degli autori e nemmeno ha guardato con attenzione il film, visto che Derek, finito in carcere, sta provando a evitare che il fratello minore prenda la sua stessa strada. Chi lo ha condiviso lo ha fatto per esaltare il contenuto di quel che Derek/Edward Norton dice.

Ora riflettete con me: quel che il personaggio di Edward Norton dice, è molto diverso da un comizio di Matteo Salvini? O dalla chiacchiera da bar che potreste carpire al vostro vicino di casa?
Magari tra chi mi sta leggendo c’è qualcuno (e anche più di qualcuno) che applaudirebbe quel monologo. Lo so, perché ho molti (diciamo) conoscenti che provano a tirarmi dalla loro parte attraverso i social network.

Ecco, se condividete quel monologo siete razzisti e fascisti. Non ho un’altra definizione per voi. E voglio dire chiaro che provo disprezzo per questo tipo di idee. E anche che le combatterò in tutti i modi.

Tornando a Mussolini e all’intervista che gli fece Fossani, un’altra dichiarazione interessante è questa: “Altri potrà forse dominare col ferro e col fuoco, non col consenso, come ho fatto io”.
Che fa il paio con un’inquietante affermazione di Hitler/Oliver Masucci in Lui è tornato: “Nel 1933 nessuno è stato convinto da nessuna propaganda. Io ho detto in modo molto chiaro quello che volevo fare”.

I politici incoscienti che inseguono questo tipo di consenso lo devono sapere: stanno scherzando con il fuoco. Ci sono persone che intervengono ai loro comizi perché si aspettano davvero che vengano riaperti i lager.

Personalmente, non posso fare altro che lanciare l’allarme. E, naturalmente, non votare i politici incoscienti.

Sotto trovate i link ad alcuni miei articoli che si integrano con questo