Della rilevanza del “prrrr”

BASEBALL, SCHIROPENSIERO

Pensavo che, con un centinaio di miliardi di stelle solo nella nostra Galassia (la Via Lattea), un pianeta nel quale se fai prrrr a qualcuno ti condannano a morte lo si dovrà pur trovare.

I fatti: ho scritto prrrr in risposta a una signora che era circa al centesimo messaggio dal tono “La Federazione non ha a cuore i campionati minori” (sulla mia timeline personale e sulla pagina Facebook della FIBS). Non sapevo più come difendermi: avevo provato a buttarla sul ridere (scrivendo: “Al prossimo che fa l’osservazione che la FIBS non ha a cuore i campionati minori rispondo in maniera maleducata”). Ma niente: la signora ha incollato il suo ritornello. E allora mi è venuto il prrrr, che voleva essere una pernacchia.
Non vorrei pretendere troppo, ma mi piace segnalare che la pernacchia è qualcosa che fa parte della nostra cultura di intrattenimento. Eduardo De Filippo, per la verità, spiegava che differenza c’è tra il pernacchio (arte) e la pernacchia (volgare). Totò ci costruì una gag memorabile. Il Presidente della Repubblica Giovanni Leone la sdoganò utilizzandola addirittura per rispondere a una domanda. E pur discusso come Presidente, Leone era una persona di grande cultura e un giurista di rilievo.

Sia chiaro: ho commesso una leggerezza a non postare il prrrr con il mio profilo, anzichè quello della Federazione. Semplicemente, non ci ho fatto caso e questo mi dispiace, visto che sono di norma molto attento a queste cose. Sarà che mi ero svegliato troppo presto per prendere l’Eurostar, quella mattina. E l’ho sempre detto, che alzarsi presto è un’abitudine barbara. Comunque, ora ho rimediato: il prrr originario FIBS è stato tolto e rimpiazzato da quello inserito con il mio profilo.
Approfitto comunque di questo per ribadire che io vedo il mio ruolo di responsabile della comunicazione della FIBS in maniera non liturgica. Penso che molti abbiano notato che il sito della FIBS è uno dei pochissimi (se non l’unico) dei siti delle Federazioni Sportive che cerca di fare informazione sugli sport di sua competenza (baseball e softball, ovvio) a 360 gradi e non si limita a comunicare istituzionalmente (il che, dal mio punto di vista, sarebbe di certo meno faticoso). Allo stesso modo, nella gestione della pagina Facebook, ho scelto la strada della lingua informale e, nei limiti del possibile, sono pronto ad accettare il confronto. Con questo: la FIBS non risponderà mai prrrr a un tesserato e nemmeno a un simpatizzante (neanche a quelli antipatizzanti; ribadisco: usare il profilo FIBS è stato un errore), ma Riccardo Schiroli potrebbe farlo anche in futuro.
Che poi, prrrr non mi sembra tutta questa offesa. E di certo, non dovrebbe considerarla tale un mondo nel quale è tutto un fiorire di iperboli (quelle sì, offensive) tipo “E’ una vergogna” o “E’ uno scandalo” e si guarda con nonchalance ad accuse tipo “siete andati in Florida in vacanza”.

Angelo Introppi vuole denunciarmi al CONI per aver detto prrrr.
A parte che il CONI mi può al massimo sanzionare come tecnico se mi comporto male in campo, visto che io non ho un contratto con il CONI come giornalista, trovo comunque sorprendente la non conoscenza del codice di comportamento sportivo al quale presumo Introppi faccia riferimento. La Giunta del CONI lo ha approvato nel 2012 e riguarda il comportamento dei tesserati nell’ambito dello svolgimento della pratica per cui sono tesserati.
A proposito di normative CONI, lo Statuto dell’ente quasi centenario prevede la tutela dell’onorabilità di vari organismi, tra cui le Federazioni. Volendo, non credo sarebbe difficile rintracciare nelle varie attività di siti, blog e social network legate a baseball e softball la violazione di quanto disposto dallo Statuto in questione.

Comunque, e chiudo: le ingiurie o la diffamazione (se si crede che un prrrr ricada in questa casistica) non vanno denunciate al CONI, bensì alla Procura della Repubblica.
E’ esattamente quello che ho fatto io nei confronti di alcuni articoli dello stesso Introppi e del suo amico e socio Condò. La Giustizia in Italia è lenta, ma prima o poi arriva.