Secondo me, guardare la Major League in televisione a certi allenatori fa male. Torno da Ratisbona assolutamente convinto di questo. E anche del fatto che il baseball più evoluto d’Europa è quello che abbiamo noi in Italia. Che lo sia dal punto di vista del livello di gioco, è molto chiaro. All’Europeo per Club abbiamo vinto consecutivamente dal 2008 in avanti; guarda caso, da quando si è ricominciato a giocare a baseball sul serio (tutti contro tutti) e non a baseball buffo (2 gironi da 4 e poi semifinali e finali). Ma noi in Italia siamo più avanti anche come conoscenza del gioco da parte dei classificatori e degli arbitri.
Solo, c’è un però: se fossero stati gli olandesi a vincere tutte queste Coppe consecutive, il formidabile Eenhoorn se la tirerebbe ai 200 all’ora. Noi quasi siamo dispiaciuti. O meglio: chi non vince, è quasi dispiaciuto che chi vince metta in fila le altre nazioni europee, a cominciare dagli olandesi. Che quando giocano come nazione europea, in effetti sono un’altra cosa.
Ma perchè dico che la Major League fa male? Perchè ci sono tecnici da noi che, solo perchè masticano il tabacco e lo sputano (cosa che fa anche un po’ schifo, detto tra noi) pensano di essere in Major e da Major.
E invece, la Coppa è 6 partite. Non 162 come la regular season di Major, che esige quindi una programmazione attenta e porta a fare scelte che privilegiano il lungo (o se non il lungo, il medio) termine. Ma quando giochi 5 partite per qualificarti per una sesta gara, che decide tutto, non è che puoi pianificare più di tanto. Le devi vincere una per una (questo luogo comune, importiamolo dalla Major Leaue: “si gioca una partita alla volta”) e devi essere pronto anche a rivoluzionare i piani eventualmente stabiliti.
Chi mi conosce sa che sto combattendo una battaglia personale contro l’uso del closer. Ebbene: ne inizio un’altra contro un concetto che, secondo me, è farneticante. Quello che “tengo il lanciatore migliore per le riprese finali”.
Torniamo alle basi, ragazzi. Torniamo ai campionati Little League degli anni ’70, in cui il ragazzino più bravo lanciava 4 inning e 2 li giocava interbase e il secondo più bravo giocava 4 inning interbase e lanciava gli altri 2. Ripartiamo da lì, che è meglio.
Sull’autostrada tra Monaco di Baviera e Innsbruck, ormai in territorio austriaco, un solerte poliziotto mi ha fermato: “Zignore qvi limite per laforo. Piccola multa”.
Piccola, ma non piccolissima: 25 euro.
Ritengo la multa un atto puro di razzismo, perchè la mia auto è targata Italia e, per gli austriaci, un Italiano alla guida è sostanzialmente un pericolo. E anche un germe di indisciplina, perchè il secondo poliziotto ha ispezionato l’auto con una torcia e si è soffermato sulla vignetta, per verificare se avevo pagato l’autostrada austriaca.
Mentre mi facevano pagare (sono organizzati anche con il macchinino per la carta di credito), ho visto le consuete Audi sfrecciare ai 190 e ho detto (in Tedesco) che non mi sembrava di essere quello che va più forte. Mi hanno ignorato.
Comunque, la nostra vendetta ce la prendiamo di giorno in giorno. Il Sud Tirolo italiano, dal Brennero in giù, è molto più bello di quello austriaco. E com’è tranquillizzante, rivedere i cartelli verdi delle autostrade e quella simpatica scritta che dice (solo in Italiano) che, da lì in poi, l’autostrada si paga…