Castra Regina, eccomi!

BASEBALL, Regensburg 2013, SPORT, VIAGGI

Nel 1980 viaggiai in pullman da Parma a Wuerzburg. Senza sapere esattamente dove fosse Wuerzburg e convinto che l’unico modo per andare in Germania dall’Italia fosse superare il passo del Brennero. Oggi so dov’è Wuerzburg: a un’oretta e mezza da qui, verso Francoforte.

Il LegionarioVedo il Legionario che fa la presentazione della squadra di Regensburg. Questa zona della Baviera è a pochissima strada dall’attuale Repubblica Ceca e Ratisbona (il nome deriva dal celtico Radasbona. Così era chiamato l’insediamento dai primi abitanti, che qui vivevano fin dall’Età della Pietra), che sorge alla confluenza tra il Danubio (che non credo arrivi più a nord di qui) e il Regen, è la capitale del Distretto Amministrativo del Palatinate Superiore. Ai margini della foresta bavarese, è una zona verdissima.

I romani ci stabilirono un avamposto nel 90 e, addirittura, la sede della Legio III Italica, sotto l’Imperatore Marco Aurelio. In Latino Ratisbona era Castra Regina (La Fortezza sul Regen).
In piena decadenza dell’Impero Romano, Ratisbona venne distrutta da un’invasione degli Alemanni attorno al 358. Ma la città ebbe nuovo splendore durante il Sacro Romano Impero e raggiunse il massimo della sua importanza all’inizio del nuovo millennio. Di quegli anni sono i monumenti più importanti del centro, che dal 2006 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Per andare dal mio piccolo (è un po’ essenziale, ma ospitale) Dream Inn Hotel alla Armin Wolf Arena cammino 10 minuti. Armin Wolf, per altro, è un collega. Classe 1961, qui è conosciuto come La voce dello sport della Baviera Orientale. Gli è stato intitolato lo stadio (che è di gran lunga il più moderno della Germania) perchè il suo contributo alla costruzione viene ritenuto decisivo. La struttura, che ha ospitato il Mondiale 2009 e uno dei gironi di Il passo del BrenneroQualificazione al Classic 2013, è costata a suo tempo (1998) circa un milione di euro.
Sia chiaro: non è che sia un granchè, ma la Armin Wolf Arena un po’ mi fa rabbia. Perchè è stata costruita con criterio, senza manie di grandezza. Neanche 2000 posti, ma partono dal livello del campo e c’è spazio per tribune provvisorie e per portare l’impianto a 10.000 posti. La zona bar e negozi e in cima, lungo un camminatoio. Quando siete in fila per il bratwurst e pommes (con birra d’ordinanza), vedete la partita. Incredibile, eh?!

Sulla tribuna stampa, c’è già qualche dubbio in più. Nel senso che è piccola e tra speaker, telecronisti e tecnici che fanno lo streaming video per il sito dei Legionaere, svariati classificatori CEB e addetta al tabellone, noi siamo finiti in seconda fila. Connessi a internet, comunque, e con corrente elettrica. Ma inerpicati su una pedana dalla quale scendere è bene farlo con prudenza, se non avete le gambe lunghe come le mie e non volete saltare. I finestroni, però (e questo è rivoluzionario, per essere uno stadio da baseball) si aprono verso l’esterno e quando sono aperti non ostruiscono la visuale, nemmeno dalla seconda fila.

Sono letteralmente esaltato dal fatto che, quando si acquista da bere, si venga forniti di gettone. Restituendo bottiglia (o bicchiere) e gettone, si ricevono 2 euro. E’ più o meno lo stesso regolamento dei bagni delle autostrade: si paga (70 cent) ma si riceve un buono per cui, comprando qualcosa all’autogrill, la cifra viene scontata.
Ce la vedete, la famiglia Bossi, che dopo aver esaltato l’efficienza teutonica e il Federalismo tedesco, pianta un casino per non pagare i 70 centesimi del cesso pubblico?