Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico. Questo titolo su QS (le pagine sportive di QN, il Quotidiano Nazionale con cui l’editore Riffeser Monti ha unito le forze di Resto del Carlino, Nazione e Giorno) fece scalpore durante le Olimpiadi di Rio.
Le cicciottelle sarebbero Guendalina Sartori, Claudia Mandia e Lucilla Boari, quarte classificate nella gara a squadre di tiro con l’arco. A loro difesa intervenne subito il Presidente della Federazione Mario Scarzella, che sottolineò “il cattivo gusto a dir poco irriguardoso del titolo”. Il peggio accadde però con una serie di sollevazioni sui social network, che crearono una bufera tale da portare QN a pubblicare questa nota: “L’editore Andrea Riffeser Monti si scusa con le atlete olimpiche del tiro con l’arco e con i lettori del QS Quotidiano Sportivo, per il titolo comparso sulle proprie testate relativo alla bellissima finale per il bronzo persa con Taipei. Lo stesso editore a seguito di tale episodio ha deciso di sollevare dall’incarico, con effetto immediato, il direttore del QS Giuseppe Tassi“.
Il Segretario dell’Ordine dei giornalisti Paolo Pirovano usò a sua volta Facebook per dire: “Prendo atto che cicciottelle è una gravissima offesa, costata il posto di lavoro al direttore di QS. A coloro i quali chiedono la radiazione del collega, rivolgo un quesito: quali sanzioni applicare ai giornalisti che si rendono responsabili di gravi violazioni del codice deontologico? Tagliamo loro la mano destra?”.
Tassi raccontò la sua verità al Corriere della Sera: “Non c’era alcuna intenzione discriminatoria o sessista nel titolo. Il termine aveva una connotazione affettiva. Siamo partiti da un fatto che chi ha seguito la gara ha sicuramente notato: le 3 arciere azzurre hanno un aspetto insolito per delle atlete di livello olimpico. Con questo titolo volevamo rilevare, ripeto, in tono affettuoso, che anche le persone comuni possono diventare delle atlete di altissimo livello (…) È stato un errore dovuto alla concitazione dei tempi di lavorazione e di chiusura del giornale”.
Sabato 22 ottobre, partecipando a un corso per la formazione continua dei giornalisti, sono entrato in contatto con Beppe Tassi e Paolo Pirovano.
Tassi, che parlando del giornalismo di oggi ha tenuto a sottolineare che “non si può prescindere dal controllo e dalla verifica della notizia” e ha invitato chi gestisce siti internet a “non sacrificare la qualità per inseguire i click”, non si è sottratto dal confronto con i presenti. Ha spiegato che l’episodio fu figlio della fretta di chiudere la prima edizione, destinata alle edicole della Romagna. Visto il giornale stampato, lo stesso Tassi si convinse che il titolo non era granchè e lo fece cambiare nella ribattuta. Ma il danno era fatto, perchè dall’edizione di Rimini il titolo aveva avuto visibilità immediata grazie a un blog e ai social network.
“Nessuno prese in considerazione la mia nota in cui spiegavo che il tono voleva essere affettuoso. Venne messo in evidenza solo il titolo”.
Le offese nei confronti di Tassi arrivarono all’iperbole di paragonare quel titolo a un femminicidio.
Dopo le Olimpiadi, Tassi si scusò durante il programma di Rai Tre Agorà con 2 (Mandia, che aveva lanciato su Facebook l’hashtag #jesuiscicciottella, e Sartori) delle 3 tiratrici e le fece successivamente incontrare a Riffeser Monti. Venne poi reintegrato nel suo ruolo, per poi chiudere la carriera con la pensione. Resta però in forza a QS come editorialista.
E’ un episodio che esemplifica in maniera esemplare cosa significa fare il giornalista sportivo oggi. I tempi sono ristretti, gli organici sempre più ridotti e i social network non perdonano gli errori, amplificandoli in una maniera che sarebbe stata impensabile solo pochi anni fa. E’ per questo che nelle redazioni occorrono sempre più professionalità e attenzione.
Tassi ha detto altre cose molto importanti: “La sublimazione del sogno di chi ha la vocazione del giornalista è andare sul campo e raccontare gli eventi. Nessuno nasce opinionista. Il giornalista, prima di diventare opinionista, deve imparare a raccontare gli eventi osservandoli direttamente”.
Di certo, riprenderò questi concetti in riferimento alla mia attività con l’Ufficio Stampa della FIBS.
Pirovano ha a sua volta detto una cosa interessante: “I giornalisti che non seguono i corsi di formazione continua, oltre a non aggiornarsi professionalmente, fanno anche un danno economico a tutti voi. Perchè l’Ordine sarà costretto a varare le procedure disciplinari e queste costeranno soldi, che sono soldi vostri”.
Un post scriptum: naturalmente, il titolo era inaccettabile