Andrea Agnelli e la nouvelle vague dei presidenti di calcio

CALCIO, SCHIROPENSIERO, SPORT

Sarà che c’è Juve-Inter, una partita che mi mette a disagio perchè so che non è possibile che perdano tutte e 2, ma oggi sono calcisticamente velenoso.
In particolare, ho tenuto una pagina della Gazzetta dello Sport di sabato 27 ottobre per ricordarmi che l’Agnello attualmente in evidenza mi fa rivalutare tutti gli Ovini che in precedenza hanno caratterizzato la storia d’Italia, a cominciare dal leggendario Avvocato.

Andrea Agnelli, senza altri meriti particolari, oltre al cognome che porta, guadagna all’anno quel che una persona normale vede in 10. In più dice coseAndrea Agnelli che mi fanno fare salti sulla sedia. Come che: “La giustizia sportiva non può trattare questioni milionarie come dispute da circolo”.
Berlusconi dice più o meno le stesse cose (“condannato con sentenze politiche”), ma almeno è più vicino agli 80 anni che ai 70 e ha fatto talmente tanti lifting che forse gli hanno stiracchiato anche i lobi frontali. Ci può stare.
L’Ovino Junior invece è anche giovane. E oltretutto, lo fanno passare per un profeta.

Basta andare a rintracciare la trasmissione del sabato pomeriggio di Onda Emilia negli anni ’80 (tutti rigorosamente dilettanti Under 25, gli speaker) o, in assenza, partecipare a una dei mercati del Fantacalcio della Lega (‘Hugo Brolin’) di cui sono Campione in carica, per sentir dire che 20 squadre in ‘A’ sono troppe, che la legge sullo sport professionistico va riscritta, che gli impianti non sono al passo con i tempi, che servono le seconde squadre, che le retrocessioni vanno limitate per dare la possibilità di avere continuità nei progetti di investimento.
Oltretutto, l’altro degno rappresentante della nouvelle vague dei Presidenti di squadre di calcio, Tommaso Ghirardi del Parma, si è affrettato ad aggiungere che la serie ‘A’ va lasciata a 20, in caso di riforma dei campionati. Ovvio, non si sa mai che calando le squadre lui retroceda….

Tommaso GhirardiLa lezione che leggo tra le righe delle dichiarazioni dell’Agnello e del Tommaso è quindi: pensiamo ai cavoli nostri (io alla giustizia sportiva, tu a restare in serie ‘A’), che il bene del movimento in generale non è affar nostro. E oltretutto, a parecchi dei nostri tifosi sta bene così (Andrea dixit: “Per gli albi ufficiali abbiamo 28 scudetti, se si chiede a qualsiasi juventino al mondo, 30”; Tommaso predica, più o meno, che se non ci fosse lui, col cavolo che Parma avrebbe la squadra in ‘A’) e la stampa ci dà corda.

L’Agnello ha parlato all’Assemblea degli azionisti della Juve e presentato un bel bilancio in perdita di 48 e passa milioni (che, ai tempi della lira, sarebbero stati un ben più impressionante 95 miliardi) e, anzichè tirargli i pomodori, gli azionisti lo applaudono. Mah?! Lo sanno, gli azionisti, che a questa maniera le loro azioni finiranno con il non valere nulla? Evidentemente no. E la CONSOB, lo sa cosa sta facendo questa particolare s.p.a. che non si sa che oggetto sociale abbia, se non quello di vincere dei campionati?
Tommaso invece si chiede perchè le banche non considerino le plusvalenze come ricavi della gestione. Ma Tommi, perchè non lo possono essere! E se tu fai un piano industriale mettendo in budget il prossimo anno le stesse plusvalenze realizzate quest’anno, non sai quel che fai. E i tuoi revisori dei conti dovrebbero mettersi a piangere.

All’Ovino riconosco che, in materia di bilanci, c’è chi fa peggio (L’Inter ha un passivo impressionante a 3 cifre, il Milan è a metà strada tra l’Inter e la Juve) e che almeno i ricavi sono cresciuti. Lui, poi, lo stadio di proprietà se lo è fatto senza aspettare le leggi. Ma non è che abbia poi tutte queste grandi idee.
Ad esempio, le seconde squadre il baseball le ha fatte. Le retrocessioni nel massimo campionato le ha abolite. Che poi il baseball italiano, colpito da tafazzismo patologico, non si renda conto di questi risultati è un altro discorso e merita un altro articolo, semmai. Ma era tanto per dire.

E poi, Andrea: passi difendere l’indifendibile Conte (a proposito, speriamo finisca la squalifica, perchè non se ne può più di vedere inquadrate le vetrate delle cabine dove il nostro si nasconde), ma se dici che Moggi “Era il più bravo nel suo lavoro” dovresti almeno spiegarci di che lavoro si trattava.