Domani si gioca Inter-Milan e penso che la vigilia della partita sia il momento giusto per sbilanciarmi.
Avevo scritto sui social media che una squadra con ambizioni di scudetto doveva battere lo Spezia. Sappiamo poi com’è andata. Non solo il Milan non ha vinto, ma ha anche perso al quinto o sesto minuto di recupero.
Rimanendo coerente con me stesso, dovrei sostenere la tesi che il Milan non è una squadra da scudetto. E infatti, dico che il Milan visto contro lo Spezia non lo è.
Tutti, a cominciare dall’allenatore Pioli, cercano i limiti del Milan “negli ultimi 20 metri”. Secondo me invece, quello che non rende il Milan una squadra da scudetto è la fase difensiva. Una squadra da scudetto non si fa rimontare da Sassuolo e Spezia dopo essere stata in vantaggio.
Questo resta vero anche al netto di una serie di circostanze sfavorevoli che comincia a diventare seccante. Perché contro il Napoli il Milan aveva pareggiato e il gol di Kessie è stato annullato per un fuorigioco davvero assurdo. Contro lo Spezia aveva addirittura vinto, ma un fischio avventato dell’arbitro ha annullato il gol di Messias per concedere una punizione a favore dalla quale paradossalmente è ripartito lo Spezia per segnare il 2-1.
Tiriamo una riga. L’Inter ha 4 punti in più e una partita in meno. Se dovesse vincere domani, non dico che diventerebbe irraggiungibile (la partita che deve recuperare, la deve pur vincere), ma certo il Milan dovrebbe iniziare a guardarsi più le spalle che altro.
L’Inter è probabilmente più forte. Almeno, appare più solida. Ma tra le prime 5 della classifica le differenze sono tutto sommato minime e l’andamento della singola partita può essere influenzato da tutta una serie di fattori, incluso il caso.
Contro l’Inter sarà fondamentale non commettere errori. Che sembra l’ovvio, ma non lo è. Il Milan a volte si piace troppo, quando esce palla al piede. E perdere il pallone con la squadra che sta salendo è pericoloso sempre, con l’Inter ancora di più.
All’andata per larghi tratti l’Inter mi aveva convinto più del Milan, che in verità avrebbe vinto la partita se un tiro di Saelemakers non fosse finito sul palo e interno e Kessie non avesse ciccato malamente un tap-in che mi era sembrato agevole. Questo è per dire che, quando c’è equilibrio, le cose poi possono cambiare in un attimo.
Il fatto che si giochi Inter-Milan è una buona notizia anche perché significa che finalmente si è chiuso il mercato di gennaio.
Da quel che leggo sui social, molti milanisti lo hanno affrontato con aspettative esagerate. Questo benché la società avesse escluso un intervento massiccio. Sapevamo che il Milan avrebbe cercato un difensore. Ma sapevamo anche che non avrebbe comprato tanto per comprare.
“La nostra è stata una scelta condivisa,” ha risposto Stefano Pioli nella conferenza stampa di presentazione a precisa domanda del cronista del Corriere della Sera. “Non si sono create le condizioni per arrivare a un giocatore in grado di farci fare il salto di qualità. Per questo abbiamo deciso di puntare sui nostri giocatori”.
Un difensore non è così scontato che serva. Tomori sta recuperando dall’operazione al menisco. Mal che vada, sarà a disposizione dalla partita del 13 contro la Sampdoria. Romagnoli è l’altro titolare, poi ci sono Kalulu (che a me, per la cronaca, piace moltissimo) e Gabbia, fresco di rinnovo fino al 2026.
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La mia domanda per chi si strappa i capelli: quanti altri difensori centrali pensate che servano?
Se vogliamo cercare un difetto al Milan, credo che stia nel ruolo che fu di Calhanoglu. Brahim Diaz aveva iniziato benissimo, ma da qualche settimana stenta. E’ tornato il giocatore leggero della prima parte della stagione scorsa e non sta incidendo. Messias quando gioca sotto punta non tocca palla. Krunic in quel ruolo può dare sostanza, ma certo non ha la qualità per fare la differenza.
La scelta di puntare su Ibrahimovic e Giroud per ora non ha pagato tanto, sono d’accordo. Le assenze sono state troppe. Ma non era davvero pensabile che il Milan avviasse una rivoluzione ora. Non era pensabile e non sarebbe stato serio.
Il Milan opera nel segno della sostenibilità. Per dirla in modo spiccio, opera sulla base di budget definiti e di un piano di medio termine. Che non prevede colpi di testa.
Siamo tifosi, lo so che vedere Vlahovic prendere la maglia numero 7 della Juventus da fastidio. Ma invito anche a considerare che la Fiorentina con Vlahovic ha fatto 13 punti in meno del Milan (anche se ha una partita da recuperare), 6 in meno della Juventus (stesso numero di partite giocate). Se a Vlahovic arriva lo stesso numero di palloni che ha visto Morata contro il Milan, cosa volete che faccia?
E’ sorprendente come i commentatori siano rapidi nell’individuare nel Milan l’anello debole del quartetto di testa. Sia chiaro, magari hanno ragione. Anche se un anno fa avevano previsto il Milan in lotta con il Sassuolo per il settimo posto. E poi sappiamo com’è andata.
Io capisco benissimo il mercato che ha fatto il Milan, che ha puntellato la squadra con giocatori esperti (Florenzi, Bakayoko, Giroud) per avere alternative in grado di prendere il posto dei titolari senza che la squadra ne risentisse. A parte il dubbio sulla trequarti, sono ancora convinto della bontà delle scelte.
Comunque, i conti si fanno alla fine. Compresa quella di domani, ci sono 15 partite di campionato da giocare e valgono 45 punti. Tutto può ancoira succedere, insomma. Ma qualunque cosa succeda, il Milan non è una squadra da rivoluzionare, solo da rinforzare. E la politica societaria dovrebbe consegnare un risultato d’esercizio a fine giugno in grado di consentire all’area tecnica di muoversi sul prossimo mercato con una certa libertà d’azione.
Non credo che all’inizio della stagione 2019-2020 si potesse sperare di essere in una situazione migliore rispetto a questa. Quindi, adesso serve dare il meglio. E se l’Inter si rivelerà migliore, stringeremo la mano ai suoi giocatori. Perché noi siamo il Milan.
La foto di copertina è tratta dal sito www.acmilan.com