Noi romantici non abbiamo bisogno di cercare la passione on line

SCHIROPENSIERO

Su uno dei vari inserti che accompagnano in edicola Repubblica, ho letto un articolo (di Violetta Bellocchio) che si intitola “Killer sentimentali” e parla di una frode on line che non avrei mai pensato si potesse architettare. Una certa Janna St. James si è letteralmente inventata un uomo (Jesse Jubilee James), lo ha presentato ad un’altra donna (Paula Bonhomme) che se ne è innamorata e per lui ha lasciato il marito (coniuge sposato per fargli avere il diritto di risiedere negli USA, per la cronaca). Quando Paula ha fatto di tutto per conoscere Jesse, il macho virtuale ha commesso un… virtuale suicidio. Janna ha completato l’opera portando Paula a visitare i luoghi in cui Jesse aveva vissuto.

Mi sono chiesto come siamo messi, in questo terzo millennio, a livello sentimentale e di affetti.
Ho pensato che io, personalmente, ho vissuto molto male il rapporto con l’altro sesso fino a quando non mi sono reso conto che non si trattava di una battaglia da vincere per poi esibire un trofeo. E anche che quegli anni della adolescenza e della giovinezza in me hanno lasciato tracce profonde, al punto che ho da mesi l’idea di ricavarne un romanzo. Ho anche riletto le ultime righe del mio post su Star Trek e mi sono convinto che potevo dare un mio contributo attraverso queste pagine on line.

Sto facendo diverse ricerche per il romanzo e, tra le altre cose, ho deciso di iscrivermi ad alcuni siti di dating. Oltre all’interesse di documentazione, ammetto che avevo una certa curiosità di vedere come funzionano. Se, insomma, è vero che oggi nel 21esimo secolo è tutto così facile, a livello di cercare storie, consumarle e vivere sereni.
Per la verità, quel che ho scoperto è che non è cambiato nulla. O meglio: i contatti sono molto più semplici. Quando ero adolescente io, per cercare una ragazza la dovevi chiamare a casa, con il rischio di imbattersi nella classica zia preparatissima su una serie illuminante di scuse ansiogene tipo: “sta accarezzando il gatto, è in bagno, è dovuta correre in farmacia perchè la nonna aveva finito le medicine per il diabete, ha la tonsillite e il medico le ha detto di non parlare, specie al telefono”.
Oggi è superato anche il telefonino (che, da quando si riconoscono i numeri, consente di rifiutare le chiamate), che una bella serie di scuse ansiogene le aveva create a sua volta (“non ho sentito la suoneria e avevo finito il credito e non potevo richiamarti”). Si lascia un messaggio su Facebook (che è gratis) e, se il soggetto non risponde, si tende a capire che potrebbe non essere cosa.

Tra i siti di dating che ho frequentato c’è C-Date, che vi inonda di messaggi di potenziali partner. Non è un sito misterioso: la sua pubblicità appare a chiunque abbia un indirizzo e-mail @hotmail.com. Quasi tutti i contatti che arrivano sono però di personaggi inesistenti o che non sono chi dicono di essere.
Travelgirls è un’idea ancora migliore. Ci sono belle ragazze (quasi tutte dell’Europa dell’Est) che cercano chi le faccia viaggiare gratis. Cosa offrono in cambio, è abbastanza facile capirlo. Ci sono, naturalmente, le eccezioni. E io mi sono vergognato perchè alcune donne mi hanno contattato con le migliori intenzioni per iniziare una relazione che io non potevo offrire. Ma molte delle iscritte a Travelgirls sono professioniste che chiedono per i loro servizi anche 1.000 euro al giorno.
Il sito, per altro, avverte: “Non mandate soldi a chi non avete mai incontrato personalmente”.
Perchè il ritornello che molti di noi hanno imparato nelle vacanze passate nelle isole caraibiche, Cuba in particolar modo (un sacco di padri appena morti e che, casualmente, hanno il vostro stesso nome di battesimo; bimbi appena nati bisognosi di vaccini costosi; mariti che se ne sono andati con i risparmi), è usatissimo anche in rete.
In questi casi, commuoversi (anche senza chiedere nulla in cambio) è rischiosissimo: può succedere di essere frodati (“non mi sono arrivati i soldi, prova a rimandarli”) o addirittura ricattati (“se non mi dai altri soldi, dico che mi hai dato denaro per fare sesso”…anche se dico non si sa a chi).

Perchè siamo finiti così? Perchè c’è così tanta gente che cerca amici, affetti o partner sessuali proteggendosi dietro l’anonimato del computer?
Mi pento amaramente di una battuta che feci dopo aver letto “I dolori del giovane Werther” di Goethe. Dissi che, dopo che le aveva letto per ore le poesie di Ossian, se Wether non si fosse suicidato, l’amata Lotte  lo avrebbe ucciso. Per pentirmi di quel cinismo ci ho messo 30 anni, ma meglio tardi che mai

Viva Werther, ragazzi. Viva chi soffre per amore. Di lì, bisogna passare. Dal desiderio di avere anche noi nel letto quelle che di solito vanno solo con i calciatori, non è necessario. E comunque, la strada di “comprarle” su internet, non è quella giusta da seguire.

2 thoughts on “Noi romantici non abbiamo bisogno di cercare la passione on line

  1. Vuoi sapere il perchè????Perchè le donne se la tirano e se non sei di bell’aspetto non trombi!
    Scusa, ma secondo me la risolvi troppo semplicisticamente. Lo so anch’io che un certo “mercato” c’è sempre stato. Ma volevo porre l’accento sull’orientamento di oggi e sul fatto che c’è chi sfrutta le chat, i siti di dating, in una parola: la solitudine

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