Il 2020 è il caretteristico anno bisesto e funesto

Anno bisesto, anno funesto

Il praticante, SCHIROPENSIERO

Per come è iniziato questo 2020, il detto anno bisesto anno funesto guadagna certamente in credibilità. Ma a ogni anno bisestile a me è successo qualcosa di curioso. Reinterpreto a tal proposito un articolo della serie de Il Diario di un Cronista Itinerante che scrissi per Baseball.it dal 2002 al 2004 e del quale ho ripubblicato diverse parti su questo sito.

“A parte il 1964, anno in cui ero particolarmente attento ad omogeneizzati e pannolini e del quale non ho molti ricordi, tutti gli anni bisestili portano con se qualche evento piu o meno drammatico”, scrivevo nel febbraio del 2004. Andiamoli a riesaminare, gli accadimenti dei miei anni bisestili.

1968

“…è l’anno in cui mi sono innamorato per la prima volta. Di una certa Barbara, che frequentava l’asilo con me. Strana reazione aveva l’aspirante cronista itinerante di fronte all’oggetto del suo desiderio: fuggiva. Il momento in cui le sono arrivato piu vicino e stata la recita di Natale, in cui lei interpretava la Madonna e io (che ero il piu alto di tutti) reggevo uno stendardo. Promettevo bene, come rubacuori.”
La Barbara in questione ho provato (maldestramente) a corteggiarla quando ci ritrovammo ad abitare nella stessa via durante le scuole medie. Non promettevo come rubacuori negli anni ’60 e quel che non promettevo l’ho mantenuto a metà degli anni ’70.
Quando ho riparlato con la Barbara in questione, ci avviavamo verso i 50 anni. Ovviamente, lei non aveva idea di chi fossi, ma bisogna ammettere che alla mia versione di mezza età dava anche segno di poter essere interessata. Ma vuoi dire che fosse il 2012, quindi un altro anno bisestile? La mia memoria non è più quella di una volta…

1972

“mi è rimasto impresso che alle Olimpiadi prima si parlava sempre di Mark Spitz che vinceva tutte le gare di nuoto e poi non si sorrideva piu e la palazzina dove soggiornava Israele era circondata dalla polizia”.
Secondo me, questa è una memoria che ho costruito per mero esercizio di finzione. Non che il Massacro di Monaco non lo ricordi, ma non è vero che mi aveva traumatizzato.
Devo aggiungere che i fatti capaci di rendere il 1972 un anno funesto non mancano. Ricordo ad esempio piuttosto bene che venne deturpata la Pietà di Michelangelo a Roma. Ricordo che a Parma venne ucciso Mario Lupo, un attivista di sinistra, e che il fatto che a Parma fosse stato commesso un omicidio mi turbò. Non credevo che fosse possibile. Ammetto però anche che per il me stesso che passava dagli 8 ai 9 anni l’evento funesto più rilevante probabilmente è stato la morte del cavallo Ribot, un purosangue che aveva vinto tutte le gare alle quali aveva partecipato. Solo oggi scopro che aveva 20 anni.

1976

“…è pur vero che e stato l’anno del primo scudetto di Parma nel baseball, ma è stato anche l’anno della mia esclusione dalla prima squadra dell’Orsa che sarebbe andata a giocare il campionato italiano Little League“.
Considerato che l’articolo che ho scritto nel 2004 era stato concepito per un sito specializzato nel baseball, il pensiero non fa una grinza.

1980

“…gli Stati Uniti hanno boicottato le Olimpiadi di Mosca. L’Italia, grande, ha partecipato come CONI”.
Non capisco perché nel 2004 non ho scritto della mia prima (clamorosa) delusione d’amore. Sulla quale, per altro, su questo sito ho riferito ampiamente un anno fa.

1984

“…l’Unione Sovietica ha boicottato le Olimpiadi di Los Angeles. L’Italia, grande, ha vinto un sacco di medaglie”.
Ecco perché! Avevo in mente di legare il 1980 al 1984. In verità, avrei dovuto scrivere che verso la fine dell’anno si era gravemente ammalata mia madre.

1988

“…ho conosciuto Jim Abbott, Fidel Castro ha detto questa medaglia d’oro del baseball spetta piu all’arbitro che a noi e la mia fanciullezza è finita in un attimo. In fondo era ora, compivo 25 anni”.
Dell’improvvisa morte di mio padre, che ha cambiato dall’oggi al domani la mia vita, parlo con una certa onestà nel mio romanzo Non vuol dire dimenticare, capitolo 4.
Il romanzo si può comprare come e-book, per la cronaca. E secondo me, meritava più fortuna. Ma sono di parte.

“…il Segretario di un partito che votavo con fiducia ha detto: Purtroppo tra di noi c’era un mariuolo. Purtroppo tra loro non ce n’era uno solo”.
Anche qui ho fatto un po’ di fiction. Indubbiamente è vero che il me ventenne aveva creduto molto in Bettino Craxi. Quell’anno l’ho ricordato sul sito anche dopo la visione della serie televisiva 1992.

La cosa veramente da anno funesto del 1992 fu però l’avvento di una nuova direttrice a Onda Emilia, la radio dove ero tornato a lavorare nel novembre del 1990, subito dopo i 12 mesi di Servizio Civile. Ha rischiato di distruggermi.

Il finale dell’articolo di cui sopra si lega bene anche al prossimo anno bisestile. La proprietà dell’azienda editrice di Onda Emilia era passata a Telemec s.p.a. e io ero destinato a iniziare la mia attività di giornalista televisivo.

1996

Quello che ha caratterizzato questo anno funesto è però altro:
“…ho capito che nella vita nulla dura per sempre, anche se a un certo punto crediamo davvero che possa succedere”.

2000

“…mi è stato ribadito che nella vita nulla dura per sempre, anche se negli ultimi 4 anni ero tornato a crederci”.

Possono sembrare affermazioni criptiche. E direi che lo sono. Ma quelle vicende fanno parte del progetto di un romanzo (titolo provvisorio La variabile C) che non mi decido a iniziare a scrivere. Quindi, dobbiamo aspettare.

L’articolo del 2004 finiva con queste parole: “L’anno bisestile c’è perché in effetti un anno dura 365,242 giorni. Lo 0,242 (periodico) sta per 6 ore e un po’. Giustamente, sommando le 6 ore abbondanti di resto, ogni 4 anni ci avanza un giorno, che diventa il 29 febbraio. E questo mette bene o male le cose a posto”.

Quella dell’anno bisestile è una storia più complicata di così. Leggo su Wikipedia che nel calendario giuliano è bisestile ogni anno divisibile per 4 e la durata media diventa 365,25 giorni (dunque 365 giorni e 6 ore). Ma dal 1582 si applica il calendario gregoriano, secondo il quale gli anni secolari sono bisestili solo se divisibili per 400. L’anno 1000 dunque non è bisestile, perché 1000/400 fa 2.5.
Lasciatemi anche precisare che il termine bisestile deve la sua origine al fatto che i Romani aggiungevano il giorno in più dopo il 24 febbraio, per loro il sesto giorno prima delle Calende di marzo. In Latino era “ante diem sextum”, per questo il giorno in più si chiamava “bis sextus dies” (sesto giorno ripetuto; mi fido sempre di Wikipedia, visto che in Latino sono un somaro).
Indagherò un’altra volta su come mai in Svezia nel 1712 si sia celebrato un “anno doppiamente bisestile”, che comprendeva sia il 29 che il 30 febbrario.

La caratteristica di anno funesto comune al 2004, 2008, 2012 e 2016 è che si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche FIBS. In ognuna delle campagne elettorali ho visto calare la mia stima verso alcune persone. Ma il vertice dell’anno funesto è stato naturalmente il 2016. A tal punto, che prima di commentare la mia separazione con la FIBS sono passati mesi.
Va però sottolineato che dopo le elezioni 2012 scrissi che la campagna elettorale aveva rappresentato uno dei periodi più brutti della mia vita professionale.

2020

Wendy Carlin è una Professoressa di Economia all’University College di Londra. Classe 1957, è un’economista decorata addirittura con il Most Excellent Order of the British Empire. Per commentare questo anno funesto uso le parole che ha scritto per il Financial Times. La traduzione è mia.

“…non c’è modo per un governo, anche il più organizzato e professionale, di affrontare una sfida come quella che stiamo vivendo senza il supporto di cittadini che abbiano fiducia nelle raccomandazioni del sistema sanitario e che siano impegnati a rispettare la legge…dobbiamo rifiutare la fantasia che il futuro sarà migliore soprattutto se agiremo nel nostro interesse…è inevitabile fare considerazioni etiche, specie in riferimento a correttezza e solidarietà nei confronti del prossimo. Si tratta di valori rilevanti per combattere sia la crisi del clima che le pandemie. Se lasciamo entrare la lingua morale nelle nostre conversazioni quotidiane, magari all’inizio saremo a disagio, ma il nostro gergo economico si arricchirà e aiuteremo il processo decisionale pubblico e privato. Così ci prepareremo a un futuro sostenibile”.

Wendy Carlin
Wendy Carlin