Queste sono le Cartoline dal World Baseball Classic 2013 che scrissi il 19 e il 20 marzo.
Stordito dal freddo allo stadio, mi tornò in mente la famosa frase di Mark Twain sul clima di San Francisco. Scoprii che si tratta di una frase apocrifa, ma colsi l’occasione per parlare della mia passione per il personaggio di Tom Sawyer e, in particolare, per la sua relazione con Becky Thatcher. Recentemente, su questo sito ho parlato di Mark Twain e del viaggio che lo porterà a San Francisco.
In questa atmosfera tutto sommato spensierata, ricevo la notizia della scomparsa del lanciatore cubano Yadier Pedroso. Una riflessione sulla morte è purtroppo sempre di attualità.
19 marzo- Da Mark Twain alle Antille Olandesi, riflettendo sulla morte
Facendo ricerche sul clima di San Francisco ho scoperto che la famosa frase di Mark Twain: “L’inverno più freddo è l’estate di San Francisco” è apocrifa. Quel che Twain disse, in risposta alla domanda sull’inverno più freddo fu: “La scorsa estate”. Ma si riferiva a un soggiorno a Parigi. E stava riportando il discorso di qualcun altro.
Vi devo comunque confessare che, tra i vari che ho maledetto nella serata di domenica 17 marzo ad AT&T Park, c’era anche Mark Twain. Stordito dal freddo, non mi rendevo conto che, tecnicamente e ancora per qualche giorno, è in effetti inverno. E poi, come faccio a maledire Mark Twain?
Lessi Le avventure di Tom Sawyer verso i 10 anni di età e decisi in quel momento che volevo vivere anch’io raccontando delle storie come quella di Tom Sawyer, che aveva la mia stessa età. Non lo condividevo sempre, perchè: “Molto irrequieto, Tom non esita a ingannare le persone vicine per ottenere i suoi scopi”. E per me, mentire è sempre stato gravissimo (anche se invecchiando, capisco che per molti non è così). Ma ritenni geniale Tom Sawyer quando lessi che, obbligato a dipingere uno steccato dalla zia Polly, ebbe la trovata di far fare il lavoro ai suoi amici e riuscì a convincerli del fatto che si trattava di un privilegio, facendosi di conseguenza pagare. Idolo!
E poi Tom Sawyer (che il negoziante che mi ha venduto il libro chiamava Tom Soiler) aveva un’amichetta che si chiamava Becky, bionda e bella. Becky Thatcher, per la precisione. E dovete sapere che io a 10 anni ero innamorato (come può essere innamorato un bambino di 10 anni) di una certa Barbara, bionda e bella. Abitava nella mia stessa strada, era stata all’asilo con me e non si ricordava di me (dall’asilo erano passati 3 o 4 anni, che per bimbi di 10 sono un’eternità). E quindi, per me era come Becky che faceva ingelosire Tom con Alfred Temple.
Ieri mi sono commosso vedendo che i tifosi olandesi girano per San Francisco con indosso le maglie numero 56 di Greg Halman.
Quando Halman morì, accoltellato dal fratello, fu CNN a darmi la notizia. Non lo dico per fare il figo, ma
perchè è così: ero a pranzo in un centro commerciale vicino a casa mia, suonò il telefono e una voce
femminile si qualificò come una giornalista di CNN a Londra. “Ci sono dichiarazioni ufficiali di Mr Fraccari sulla morte di Greg Halman…so che sei il suo portavoce” (il mio numero di telefono è sul sito della FIBS, non è che io millanti familiarità con la redazione di CNN…..).
Risposi che non sapevo nemmeno che Halman era morto, ma che certamente avrei procurato una dichiarazione di Mr Fraccari. Poi ripensai al fatto che, meno di una settimana prima, avevo visto Halman scherzare durante un incontro tra diversi giocatori di Major League (tra cui anche Prince Fielder) e gruppi di bambini a Parma. E scrissi questo articolo sul mio sito personale.
Oggi, salutando la Team Coordinator della squadra di Cuba del World Baseball Classic, che ho incontrato
per caso a San Francisco, ho appreso che il lanciatore della nazionale caraibica Yadier Pedroso è morto sabato in un incidente stradale. Aveva 26 anni.
C’è qualcosa di troppo grande, per la mia capacità di comprensione, nel fatto che la morte si possa portar via un ragazzo nel fiore degli anni e con delle doti fisiche da superman, come erano sia Halman che Pedroso.
Parlando della nazionale olandese al Classic, il New York Times dice: “La squadra olandese è ufficialmente definita Regno dei Paesi Bassi, che è più preciso. Se quasi tutti i lanciatori sono olandesi, le stelle che hanno in diamante sono quasi tutte di Curaçao e Aruba”.
Poi riporta una dichiarazione di Andruw Jones: “Non è che sia proprio la stessa cosa, l’Olanda è in Europa e le Antille Olandesi” che per la verità, dal punto di vista politico non esistono più dall’ottobre del 2010 “Sono nei Caraibi”.
La situazione attualmente è questa: Bonaire, Sint Eustatius e Saba sono Municipalità dell’Olanda, mentre Curaçao e Sint Marteen sono quello che in Inglese burocratico si definisce Constituent Country, ovvero nazioni autonome ma che contribuiscono a Costituire (nel senso che lo stabilisce una Costituzione) il Regno dei Paesi Bassi. Al momento, il Regno è Costituito da Olanda, Aruba, Curaçao e Sint Marteen.
Per l’Unione Europea Curaçao (da cui vengono 8 dei componenti del line up del Regno dei Paesi Bassi nella semifinale del Classic contro la Repubblica Dominicana) e Aruba (da cui viene il nono) sono OCT (Overseas Countries and Territories) e non sono parte dell’Unione. Il Regno dei Paesi Bassi conferisce però un’unica cittadinanza, quella olandese. Ed è per questo che i giocatori antillani possono rappresentare l’Olanda nelle competizioni internazionali.
Ma mi sorge spontanea una domanda: perchè Curaçao non si fa la sua nazionale, come succede con Portorico? Anche gli abitanti di Portorico sono cittadini degli Stati Uniti d’America. Ma al Classic Portorico gli Stati Uniti li ha eliminati.
Ci avviciniamo al giorno della finale. Ormai mi sono perfettamente ambientato nel mio Motel di livello modesto: sono a un passo dallo stadio e a un passo dal centro. Oltretutto, ho qualche amico da salutare: certe volte è bella la vita del cronista itinerante.
20 marzo- Il World Baseball Classic avvicina la gente del baseball che vive lontana
Non è America, per me, se non soggiorno qualche notte in quei Motel con la moquette spessa 20 centimetri (non oso immaginare gli acari, come ci bivaccano), con gli interruttori che sono delle levette e non dei pulsanti e almeno una delle lampade sul comodino che non funziona.
Il Bay Bridge Inn di San Francisco risponde perfettamente all’indetikit: ha anche le camere disposte su 2 piani e il proprietario è indiano. Intendo del Sub Continente.
Non è nemmeno World Baseball Classic se non trovo un posto aperto 24 ore e che mi fa dei panini abbastanza tossici quando torno dallo stadio. A San Francisco, vicino all’hotel (che è a neanche un chilometro dallo stadio: devo dire che sono parecchio orgoglioso di come mi sono organizzato il soggiorno) c’è lo spettacolare AllStars Donuts. Per meno di 10 dollari mi compro un panino, una bottiglia di acqua San Pellegrino (che qui costa più dei vini della Napa Valley, abitualmente) e mi danno in omaggio un sacchetto di patatine.
L’euforia con cui torno in camera per consumare questo (poco fiero, per parafrasare Il Poeta) pasto, è qualcosa che mi riesce incomprensibile e, di conseguenza, che non riesco a spiegare. Ma è uno stato d’animo molto piacevole.
Ci sono 2 persone che hanno passato tempo in Italia nei primi anni dello scorso decennio per progetti dedicati al baseball italiano e, più in particolare, al baseball di Nettuno.
Uno è lo scrittore e musicista Dave Bidini, che ha scritto il godibile Baseballissimo, un anno di esperienza nei Peones di Nettuno, allenati dal leggendario Pietro Monaco. Ho incontrato Dave Bidini a Toronto, dove vive, in occasione del World Baseball Classic 2009. Vedo ora che Dave sta per pubblicare il suo decimo libro.
L’altra persona è Christopher Ralph, che nel 2002 realizzò il film The City of Baseball. Christopher vive a San Francisco e mi ha portato oggi a mangiare un burrito a The Mission e a bere un vero espresso a North Beach. Che non è davvero una spiaggia, ma è il quartiere Italiano di San Francisco, quello in cui è cresciuto Joe Di Maggio. Christopher non ha ancora avuto una distribuzione adeguata per il suo film, che pure è stato proiettato a diversi Festival. Di The City of Baseball uscirà però presto una versione in DVD. Christopher verrà in Italia a presentarla.
Insomma, il World Baseball Classic permette di riunirsi alle persone del mondo del baseball che vivono lontane l’una dall’altra.
Sono arrivato ad At&T Park con adeguato anticipo, oggi. Niente di paragonabile alla finale del primo Classic, quando fui il secondo a scendere in campo a San Diego. Il primo era stato Ichiro.
La tribuna stampa è stracolma. Oltre ai giornalisti seduti, ci sono anche un sacco di persone accreditate a vario titolo che sono attirate ineluttabilmente dalla promozione che la ditta Ghirardelli sta facendo oggi. Ghirardelli produce gelato e cioccolata e offre tutto gratis oggi. Il che, è un vero e proprio attentato alle mie buone intenzioni alimentari.
In conclusione: non mi lamenterò, dopo aver (virtualmente) pianto per il freddo della prima sera, perchè qui, dopo che sono stati chiusi i finestroni (una tribuna stampa senza finestroni da aprire e chiudere, che tribuna stampa sarebbe?) e con il riscaldamento acceso, nel dopo partita di Repubblica Dominicana–Regno dei Paesi Bassi si moriva di caldo.
4-CONTINUA