Dakota Prince Albert

La vita a Prince Albert durante un Mondiale giovanile

Mondiale Maschile Under 19 2018, SOFTBALL

Prima dell’edizione disputata a Prince Albert in luglio, il Mondiale Under 19 di softball maschile era stato giocato 11 volte. L’Australia si è presentata in Canada con 4 vittorie, ma l’ultima l’ha ottenuta nel 2008. Argentina, Giappone e Nuova Zelanda vantano 2 successi, il Canada uno.

Quando il Canada ha vinto non giocava in casa. Correva il 1993, quando a Auckland (Nuova Zelanda) i canadesi si mettevano al collo la medaglia d’oro. Inutile aggiungere che nessuno degli attuali componenti della squadra era ancora nato.

CanadaStati Uniti è sempre un grande evento, in qualsiasi torneo di qualsiasi sport. Non a caso, la gente si accomoda anche sui posti dietro la recinzione e vengono eseguiti gli Inni Nazionali dal vivo. Nel softball maschile c’è però un problema: gli Stati Uniti sono troppo scarsi.
Faccio finta di non sentire le domande retoriche (“ma perché un ragazzo statunitense dotato dovrebbe giocare a softball“) perché la risposta è chiarissima: sono ben pochi, i ragazzi statunitensi dotati che giocano a softball.
In Canada è diverso. Specie nel Saskatchewan, il softball è una cosa seria. Nella sola Saskatoon si giocano addirittura 4 campionati di diverso livello.

Mi sono ripromesso di scrivere di più su questo sito al riguardo della Storia (del baseball e del softball). Per ora, basta sottolineare che si sbaglia di grosso chi ritiene che il softball sia nato come sport femminile. Quando è nato (a fine 1800) era addirittura considerato disdicevole che le donne praticassero sport. E negli USA soprattutto (dove comunque la disciplina si sta lentamente estinguendo, per quel che riguarda il fastpitch maschile), ma anche in Canada, Messico (specie nelle zone di confine con gli USA), Nuova Zelanda e Australia la tradizione del softball maschile è antica.

Dopo un’emozionante cerimonia d’apertura (con tanto di danze dei nativi americani: a pochi chilometri da Prince Albert si trova la riserva Wahpeton delle tribù Dakota, che noi conosciamo come Sioux e che venne istituita nel 1894), il Canada ha massacrato gli Stati Uniti. Che mi sono sembrati una squadra veramente senza speranza. Non a caso perderanno anche con la Repubblica Ceca.

Il softball è uno sport molto diverso dal baseball, soprattutto perché non esistono praticamente limiti all’utilizzo dei lanciatori. Quindi, con un paio di buoni pitcher in rosa si fa parecchia strada. E i migliori pitcher a Prince Albert li avevano Canada, Nuova Zelanda, Australia e Giappone. Le altre squadre erano un grandino sotto.

La Nuova Zelanda è la squadra che vale veramente la pena di vedere. Soprattutto per la convinta Haka che i giocatori mettono in scena prima di ogni partita. Non è che tutti prendano bene questa danza maori. Che inizialmente può sembrare aggressiva, ma non è necessariamente una danza di guerra. Secondo lo studioso Alan Armstrong: “è l’espressione della passione, del vigore e dell’identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell’anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti”.
Quando i neo zelandesi sulle tribune rispondono alle parole dell’Haka, allora è spettacolo puro.
Per la cronaca: gli occhi dilatati si chiamano pukana, mentre la linguaccia (che si mostra solo ad altri uomini) è detta whetero.

Le mie giornate a Prince Albert iniziavano rigorosamente prima delle 10 (per non perdere la colazione offerta dall’albergo), proseguivano con il trasferimento al campo attorno alle 11.30. Dopo non so quante partite (passava un bel po’ di tempo, direi una decina di ore) scattava la cena. Quasi sempre da Boston Pizza (aperto provvidenzialmente fino alle 2) e quasi mai con una pizza. Rientrati in albergo, a chiudere la giornata c’era il rituale della scelta del sandwich per il giorno dopo, parte centrale del pasto al sacco che ci spettava.
Frutta, dolcetti, caffè (Tim Horton’s, quasi sempre orribile) e acqua erano a disposizione lungo tutto l’arco della giornata.

Mi preme sottolineare la pulizia e l’educazione del pubblico canadese. Che mai si sognerebbe di buttare rifiuti fuori dai cestini e che rispetta senza colpo ferire la direttiva di non fumare a meno di 20 metri dagli spalti.