Chiudo il mio anno parlando di deontologia professionale. Per il prossimo mese non aggiornerò il sito, ma con gennaio 2016 tornerò certamente battagliero e con il proposito di avviare un restyling grafico del mio blog.
Penso di averlo già scritto, ma devo essere l’unico giornalista italiano che ha accolto con entusiasmo l’obbligo della formazione professionale continua. In particolare, trovo utilissimi i corsi dedicati alla deontologia.
Sia chiaro: sono molto più noiosi rispetto a quelli sui massimi sistemi, ma quando sento esprimere certi concetti alti, mi sembra di respirare aria pura.
Sono stato a Reggio Emilia a un corso sulla Tutela dell’Onore e la Libertà di Stampa.
Noi giornalisti di solito siamo quelli che rischiano la denuncia per diffamazione. A volte anche quando facciamo semplicemente il nostro mestiere. Non a caso, si dibatte parecchio sul fatto che, a volte, la tutela dell’onore altrui rischia di limitare la libertà di stampa. Come è noto, il Codice Penale italiano in queste parti è sostanzialmente lo stesso degli anni ’30 del 1900, periodo nel quale non è che la Libertà di stampa fosse una priorità. Così succede oggi che a chiamare “ladro” qualcuno che vi ha scassinato la porta di casa e portato via il televisore. rischiate una denuncia. E’ paradossale, ma in teoria può succedere.
E’ stata in effetti la Giurisprudenza a fissare una serie di criteri che superino in qualche modo questo paradosso. Una notizia è lecita in ogni caso se è di pubblica utilità, se è vera in quanto verificata e se lo stile espositivo è adeguatamente pacato.
La cosa interessante che è emersa dall’incontro di Reggio Emilia è che questi criteri in Tribunale valgono anche se l’accusato non è membro dell’Ordine dei Giornalisti. Si tratta di criteri che andrebbero usati in ogni caso e ovunque: sui propri blog, su Facebook, nelle chiacchiere al bar (in quanto luogo pubblico).
Sono anche rispettati i criteri? Ed è sanzionata la loro violazione? Sono belle domande e mi auguro di potervi rispondere presto.
Io mi sono ritrovato più di una volta dall’altra parte della barricata e ho deciso di difendere il mio onore nelle sedi opportune. Con una riforma nei cassetti delle 2 Camere che punta a depenalizzare il reato di diffamazione e a istituire solo pene pecuniarie, potrebbe essere sbagliato intentare cause penali. Ma chiedere risarcimenti in sede civile, ancorchè servano tempo e pazienza, lo si può sempre fare.
Qualche soldo non lava l’onore offeso. Però magari mettere le mani in tasca aiuta a imparare che, anche se oggi è molto facile aprire un sito, non lo si può comunque usare per insultare qualcuno.