Una serata da Milan

SCHIROPENSIERO

Non vorrà dire niente, visto che dell’avversario manco ricordo il nome (ma lo sono andato a cercare: Shkendija, di suo bello complicato), ma una serata Da Milan ci stava tutta. Sia chiaro, io davanti al video ho trovato il modo di bruciare lo stesso, quando Donnarumma ha fatto una delle sue uscite prive di senso a 30 metri dalla porta (…ero lì per venderlo a Fantacalcio), ma un 6-0 in notturna per una gara che vale l’accesso all’Europa League (unico trofeo che, anche quando si chiamava Coppa delle Fiere e poi Coppa UEFA, non abbiamo mai vinto…), è una gran libidine.

Sul mercato del Milan mi sono già espresso su questo sito e farò le ultime considerazioni il primo settembre, quando le rose saranno definitive. Ma è certo che il Milan ha una squadra molto più forte di quella con cui ha iniziato il campionato scorso. Specie la difesa, avendo aggiunto giocatori di livello internazionale come Bonucci e Musacchio, esce molto rinforzata. La squadra non è comunque ancora completa. Tutti sanno che il Milan sta cercando di concludere la trattativa per Kalinic dalla Fiorentina e poi ci sono un sacco di voci che inseguo (come tutti) su Twitter ma dalle quali non ho intenzione di farmi travolgere, anche perché non ho il tempo per verificarle. Aubameyang, Diego Costa, Belotti per l’attacco o magari anche Ibra; e perché escludiamo di tenere Niang? Forse perché a venderlo si beccano almeno 15 milioni? Cutrone lo diamo in prestito? Renato Sanches per il centrocampo (ma da Muenchen dicono “difficile che vada in Italia”)? O in alternativa, chi? Paletta a chi va? E Gustavo Gomez? No, perché se intendono giocare con il 3-5-2 (e penso di sì, visto che han preso Bunucci tengono 5 laterali difensivi in rosa: Abate, Conti, Rodriguez, Antonelli, Calabria), qualche riserva servirà pure; Di Josè Mauri cosa abbiamo intenzione di fare? E il Principito Sosa, siamo proprio sicuri che non serva?

André Silva e Montolivo, grandi protagonisti giovedì 17 agosto a San Siro

Non capisco bene una cosa della strategia di comunicazione del Milan: perché si lasciano dire cose terribili come che “la Fiorentina vuole altre garanzie prima di cedere Kalinic al Milan”? Personalmente, io sono sempre dell’idea che le cose vadano spiegate e le strategie illustrate. Ma il duo FassoneMirabelli al momento ha conquistato lo status di idoli della rete (è fin diventata virale l’espressione passiamo alle cose formali, che non so cos’abbia di così particolare…) e può fare e dire quel che crede.
Di mio, io non capisco dove il Milan voglia andare a parare. Quanti centravanti vuole in rosa (al momento ha André Silva e Cutrone)? Quanti attaccanti esterni? (ha Borini e Suso, non so come considera Bonaventura e Chalanoglu, sembra non voglia tenere Niang, ma nemmeno riesce a cederlo in modo conveniente; non so se è ancora in lizza per Keita…)? Chi è l’alternativa a Kessié? Che è una bestia, ma di sicuro non può giocare 50 partite.

Ma le cose che sul Milan non si capiscono, non è detto che non possano finire bene. Lo dico perché ho letto #nerosurosso, il libro in cui il giornalista Pasquale Campopiano racconta l’anno di colpi di scena che ha portato alla cessione della società da Finivest all’attuale proprietà.
Nel complesso, trovo il libro un vero e proprio manuale di giornalismo. Campopiano ha iniziato a seguire una pista da vero segugio, ci ha creduto, ha resistito quando praticamente si è trovato solo, ha protetto le sue fonti e alla fine ha avuto ragione.
Devo ammettere che quando ho affrontato la lettura del libro, sono stato sul punto di dirmi che Campopiano aveva preso una cantonata (i primi nomi che ha fatto, non sono ufficialmente nella compagine proprietaria del Milan). Ma procedendo con la lettura, ho preso atto del fatto che lui (da giornalista) ha fatto tutto nella maniera giusta.
A pagina 200, invece, quando Campopiano racconta della fine di una storia d’amore molto importante anche (se non soprattutto) a causa della pressione a cui era sottoposto e della fine del suo contratto di lavoro con il Corriere dello Sport, mi son detto: questo si è rovinato la vita, per seguire una storia. Invece ieri Campopiano ha annunciato di aver firmato un contratto come Community Manager del Milan.

Pasquale Campopiano e Marco Fassone a Casa Milan

A parte una istintiva invidia (in senso buono…) da milanista dalla nascita, che per lavorare per il Milan darebbe chissà cosa (salvo poi magari pentirsi, perché i sogni hanno di brutto che…a volte si avverano; credetemi, so quel che dico), sono contento per lui (è giusto che un bravo giornalista ottenga un incarico importante) e per il Milan. Perché la società a guida Fassone ha fatto un passo importante verso il riconoscimento della meritocrazia. Campopiano, quando ha iniziato a seguire la trattativa per la cessione del Milan, era praticamente sconosciuto. Ma operando sui social network (Twitter in particolare) è diventato un punto di riferimento per i tifosi del Milan. Chi altri, poteva ricoprire un ruolo che il Milan (che sta dimostrando una vocazione social non indifferente) ritiene fondamentale. Penso che non sia poco, per una società che solo pochi anni fa rinunciava a ingaggiare Tevez per non cedere il moroso della figlia del padrone (Pato, per chi non ricordasse bene).

Dopo tutti i complimenti, caro Campopiano, una richiesta: chi è Julius Van den Borre ci terrei proprio a saperlo…