Non pago, dopo aver composto la colonna sonora del film Jawbone, Paul Weller fa uscire un nuovo disco: A kind revolution. Si tratta del tredicesimo disco della sua carriera da solista e del numero 25 se si includono quelli con i Jam e gli Style Council.
Il nuovo lavoro del Modfather è in vendita da venerdì 12 maggio, giorno dell’anteprima italiana di Jawbone.
Il disco ha avuto recensioni entusiastiche.
The Guardian scrive: “Il changing man continua a sorprenderci…A kind revolution è un libro di testo su come si invecchia con grazia”.
Aggiunge il New Musical Express: “Il tempo che passa è per Weller una fonte di ispirazione maggiore rispetto al fuoco della gioventù. Gli concederemmo di riposarsi sugli allori, ma è proprio lui che è già concentrato sulla grande canzone che non ha ancora scritto”.
The Independent: “Prosegue la Indian Summer” ovvero un autunno molto mite “Iniziata con 22 Dreams“.
Dagli Stati Uniti scrive il Washington Post: “A Kind Revolution è composto da 10 canzoni molto articolate e allo stesso tempo orecchiabili. Prolunga il rinascimento creativo di Weller”.
Paul Weller è autore e produttore (assieme a Jan Stan Kybert, che ha lavorato con lui anche per Sonic Kicks e As is now ed è il produttore degli Oasis). Nel disco suona le tastiere, le chitarre (“ovviamente”) e anche il basso.
Dice l’Ingegnere del suono Charles Rees: “Non c’è uno strumento che lui non possa suonare. In un modo o nell’altro, tirerebbe fuori un suono da qualsiasi cosa”.
Al New Musical Express Weller ha detto: “Ogni disco che faccio è una nuova sfida. Ho i miei limiti, come tutti, ma ho ereditato il mio spirito dai Beatles. Sia chiaro, in nessuna maniera mi paragono ai Beatles. Dico solo che da loro non sapevi mai cosa aspettarti e il mio punto di riferimento come artista è la capacità dei Beatles di rinnovarsi. A volte ci riesci, a volte no. Certo, ascoltando alcune parti di questo disco, sono convinto di aver detto qualcosa di nuovo…”.
La canzone Impossible Idea, che chiude il disco, in questo senso è esplicita: “La canzone è su di me e su questa voglia di continuare a innovarsi. Dico idea impossibile perché continuo a chiedermi se ne vale la pena…”.
Weller scherza poi sul ritornello modello ninnananna: “In verità l’ho scritta con lo scopo di rappresentare l’Inghilterra al prossimo Euro Festival“.
Molto chiaro è anche il primo verso di Nova, il primo singolo del disco: “Non sembra che io possa lasciar perdere, c’è troppo da fare”.
Il testo è un mini racconto di fantascienza, ma le parole sono davvero esplicite: “La mia mente è un flusso continuo”.
In questa canzone c’è il contributo del giovanissimo (classe 1995) chitarrista irlandese Josh Mc Clorey del gruppo The Strypes.
“Io non guardo all’età. Josh è il miglior chitarrista della sua generazione. Ma in questo disco suona la chitarra anche Steve Brooks, che conosco da quando ho 12 anni ed è vecchio come me…”.
Mc Clorey è anche alla chitarra solista in Satellite Kid, una canzone che secondo Paul Weller riflette sulle persone ai margini della società e che è stata registrata praticamente dal vivo dal gruppo, senza sovraincisioni.
Quella del chitarrista irlandese non è l’unica collaborazione di questo disco. I cori di Woo Sé Mama sono di 2 veterane del soul: P.P. Arnold (nata Patricia Ann Cole nel 1946; era componente delle Ikettes che accompagnavano Ike e Tina Turner e dalla sua The Time has come del 1967 Patty Pravo fece una versione in Italiano dal titolo Se perdo te) e Madeleine Bell (americana di nascita, divenne popolare negli anni ’60 in Inghilterra).
A One tear (ritmo da discoteca o da northern soul, antica passione di Weller) dà il suo contributo vocale Boy George e a She Moves with the fayre regala un assolo di tromba Robert Wyatt, il fondatore dei Soft Machine.
Boy George ha commentato il disco di buon mattino su Twitter: “Superbo, dall’inizio alla fine”.
Per l’ex leader dei Culture Club, la canzone migliore (“mi sono innamorato”) è The Cranes are back. L’opinione è condivisa con The Guardian (“una delle migliori canzoni mai scritte da Paul Weller”).
Paul Weller, che canta con grande voce soul, ritiene che le gru che ritornano siano “un simbolo di speranza”. Ma, allo stesso tempo, simboleggiano anche l’immagine delle gru dei cantieri di Londra.
Long Long Road è una delle classica ballate che esprimono il lato più romantico di Weller e un’altra prova vocale davvero notevole.
“Ascoltando questa canzone” spiega il co produttore Kybert “Trovo che la voce di Paul sia al meglio. Vederlo lavorare è davvero impressionante: in ogni seduta in studio succede qualcosa che non avevo previsto”.
Sul canale YouTube di Paul Weller si trova un interessante dietro le quinte del disco.
Dal dietro le quinte apprendiamo che A kind revolution porta questo titolo perché Paul Weller ritiene che al mondo oggi non ci siano “grandi leader”. A suo modo di vedere: “Se vogliamo il cambiamento, questo deve venire dalla gente, deve venire da noi. Se non pensiamo che il cambiamento sia possibile, questo mondo ci deve spaventare”.
Si tratta di un disco difficile da etichettare. Il perché ce lo spiega Paul Weller stesso: “Ascolto di tutto e tutto mi influenza. Non è che mi piaccia qualsiasi cosa, ma ho lo scopo di ascoltare tutto prima di morire. So che è impossibile, quindi facciamo tutto quello che è possibile”.
Chiarisce Weller: “Sia chiaro, se ascolto John Coltrane non è che mi metto a suonare il sax. Quel che mi ispira è la grandezza di quello che lui cerca di fare con la musica. Se da ragazzo ero diverso? Diciamo che avevo una mentalità meno aperta, come è normale che sia”.
A questo disco Weller ha iniziato a lavorare pochi giorni dopo l’uscita di Saturn patterns, il suo lavoro precedente. The cranes are back e New York (dice la stampa brittannica, ispirata a Nick Cave; è un inno d’amore alla moglie e alla Grande Mela) sono canzoni che in un primo tempo Weller aveva pensato di includere in Saturn Patterns.
“Ma questo disco è un progetto a sè, non è la prosecuzione del precedente” spiega l’artista “É un progetto a parte”.
Al prossimo disco Paul Weller inizierà a lavorare entro pochissimo: “Uscirà in occasione del mio sessantesimo compleanno” quindi il 25 maggio del 2018 “E sarà un disco acustico” dice Paul Weller, che poi aggiunge un misterioso with some orchestration.