Nel 2020 è uscito un disco di Paul Weller. Normalmente, a questo fa seguito un tour nel quale posso vedere il mio mito dal vivo. Ma il 2020 non è un anno normale. Per cui ho pensato che anche vederlo dal vivo in streaming potesse essere accettabile.
Un concerto in streaming non è certo come uno spettacolo dal vivo. Ma ha anche i suoi vantaggi, dopo tutto. Non si è obbligati a stare in piedi e non c’è la solita ansia su come abbigliarsi, che poi non si sa mai se c’è il guardaroba e bisogna stare attenti a non arrivare troppo pesanti. E soprattutto, lo si può guardare quando si vuole e tutte le volte che si vuole.
Il Mid Sommer Musik, come dice lo stesso Paul ripetutamente, è quanto di più vicino ci sarà quest’anno a un’esecuzione dal vivo dei brani di On Sunset. Non si tratta di un vero spettacolo dal vivo. Nel senso: i brani sono eseguiti dal vivo, ma l’ora (scarsa) disponibile dal 12 al 19 novembre a pagamento e frutto di un lavoro di montaggio.
Ai Black Barn Studios dietro casa, Paul Weller ha convocato gli immancabili Steve Craddock (chitarra solista) e Andy Crofts (basso), il batterista Steve Pilgrim, il percussionista e produttore Ben Gordelier, il tastierista Tom Heel e anche Jacko Peake, un virtuoso dei fiati.
“Non suonavo con Jacko dagli anni 90” ha detto Weller “Ma pensavo che ci potesse dare qualcosa su alcune canzoni”.
Paul Weller è in forma strepitosa come voce. Suona la chitarra acustica o ritmica, lasciando i virtuosismi a Craddock. Parte con On Sunset, la canzone che dà il titolo all’ultimo album. E che gli è stata ispirata da un tramonto in California e dal ricordo della visita agli Stati Uniti con i Jam. Ne è passato di tempo. E non a caso Paul canta “tutti i posti dove andavamo appartengono a un altro tempo, la vita di qualcun altro”. Aggiunge “Non ho niente da dimostrare”. Che è un po’ il tema conduttore di questo disco: Paul Weller fa quel che vuole fare, senza vincoli.
Dal vivo, la canzone non ha la sofisticata orchestrazione con gli archi della versione sul disco.
Dopo On Sunset, Paul Weller ci dice come sia stato bello rimettersi a suonare assieme e poi lo spettacolo ci propone Old Father Tyme. Si tratta di una canzone decisamente pop, ma con un testo piuttosto impegnativo: “Il tempo diventerà te e tu diventerai il tempo”.
I testi del Paul Weller maturo non sono così immediati e pungenti come quelli politici dei tempi degli Style Council o quelli di rabbia giovanile dei Jam. Ma confermano le sue innegabili doti di artigiano delle parole, capace di creare un piccolo mondo.
“Sto lavorando a un nuovo disco” dice Paul Weller “Perché nel lockdown mi sono detto che non potevo rimanere senza fare nulla”.
Moving Canvas e Frailed sono pezzi inediti dal sapore decisamente rithm and blues. Sono nuovi anche Testify, che contiene un flauto che ricorda Ian Anderson e i Jethro Tull, e Still Glides the Stream, in cui Paul suona il piano.
Weller spiega che ha inciso i brani nuovi voce e chitarra e li ha inviati al resto della band.
“Non è il modo ideale di lavorare, ma è qualcosa. Non sai bene cosa potrà diventare una canzone, fino a che non ci lavori con tutto il gruppo in studio”.
Paul Weller presenta Village dicendo che è sempre stato ispirato dal verde e dai cieli azzurri.
Village è un po’ il manifesto del Paul Weller degli anni 20 del 2000: “Tutto quello che non sono mai stato e non ho mai visto, non mi preoccupa molto…non ho mai capito perché il mondo è falso, poi ho guardato nel mio cuore e mi sono visto per quel che sono”.
Sarà questa la maturità?
Lo spettacolo contiene anche 3 brani di True Meanings, il suo disco precedente. Si tratta di Gravity, Aspects e Mayfly, che conclude l’ora in streaming.
Fanno parte del Mid Sommer anche la splendida ballata Rockets e More. Sono 2 canzoni nelle quali emerge il Paul Weller “arrabbiato”. In Rockets Paul canta che “non vale la pena, tutto il benessere è nascosto”. In More, forse il testo più ispirato di On Sunset, ci dice che “più abbiamo e più rischiamo di perdere” e che “più c’è e più scegliamo, ma ci sarà sempre qualcos’altro da inseguire” e conclude che “dove ho trovato felicità, non è mai stato perché ho avuto di più”.