‘Money Ball’ è un gran film, oltre che una grande storia di baseball

BASEBALL, CINEMA, LETTERATURA, SCHIROPENSIERO, SPORT

‘Money Ball’ è un gran film.

Brad Pitt e Jonah Hill in 'Moneyball'L’ho visto in un cinema d’essai (sono andato su Wikipedia a cercare una definizione precisa di cinema d’essai: “letteralmente dal Francese ‘cinema di prova’…s’intende una sala che proietta film non destinati ad un pubblico di massa”) in versione originale, visto che temo molto la traduzione in Italiano dei film e dei libri sul baseball. Mi è piaciuto tutto: dalla mano lieve del regista Bennett Miller, al montaggio. Dall’interpretazione di Brad Pitt (che parla proprio come Billy Beane!) a quella di Jonah Hill. Da come sono resi personaggi che ho conosciuto di persona come Art Howe (che non penso sarà contento, per come il film dica esplicito che gli Oakland A’S hanno vissuto stagioni vincenti nonostante lui e non grazie a lui, come si credeva nel 2001 e 2002) e David Justice. E mi è piaciuto anche il tocco sentimentale del rapporto tra Beane e la figlia, al quale nel libro di Michael Lewis non si fa riferimento, che gli sceneggiatori (la canzone, dell’australiana Lenka, è già un colpo da maestri; cambiare le parole da “I want my money back” a “you are such a loser dad” è proprio per strappare la lacrimuccia allo spettatore; “Come si fa a non essere romantici al riguardo del baseball” dice varie volte lo stesso Beane…) hanno voluto inserire.
‘Money Ball’ (in Italiano ‘L’arte di vincere’; i traduttori hanno voluto il riferimento al sottotitolo ‘The art of winning an unfair game’, ma si sono guardati bene dall’usare il termine ‘unfair’, cioè ‘sleale’, che non è politically correct) è candidato a 6 Oscar: miglior film (‘Midnight in Paris’ di Woody Allen mi sembra meglio), miglior attore (Brad Pitt, tifo perlui), miglior attore non protagonista (Jonah Hill, tifo anche per lui), miglior montaggio (non so se porterà a casa statuette, ma questa se la meriterebbe proprio), migliori effetti sonori e miglior sceneggiatura non originale. E’ quindi un film che merita di essere visto anche se non siete appassionati di baseball. A chi non è dentro le cose del baseball pro americano, potrà sfuggire qualcosa a livello della terminologia, ma non è strettamente necessario sapere cosa significa ‘rilievo’, ‘scout’, ‘palla a terra’ (avran tradotto bene ‘ground ball’?) per cogliere il senso di questo film.

Billy Beane è uno che vuole cambiare il baseball. Sa, per esperienzaLa scena iniziale di 'Moneyball' personale, che i criteri di valutazione dei giocatori sono fallibili. Lui era un cosiddetto top prospect. Fu la scelta assoluta numero 23 del draft del 1980 e firmò per 125.000 dollari per i Mets, rinunciando ad una borsa di studio della prestigiosa Università di Stanford: “La prima e unica decisione che ho preso per i soldi” dice oggi Beane.
Per dire quanto era valutato, iniziò la sua carriera da pro in Singolo A, mentre Darryl Strawberry (scelta numero 1) fu destinato alla Rookie League. Sappiamo come sono andate le carriere: Beane ha giocato 148 partite in Grande Lega (dal 1984 al 1989 , come quarto esterno  di MetsTwinsTigers ed A’S) e ha una media vita di .219, con 3 fuoricampo. Nè i Twins nel 1987, nè gli A’S nel 1989 lo hanno tenuto sul roster della post season nel corso della quale hanno vinto le World Series. Strawberry, nel corso di una carriera lunga 17 anni, ha vinto 4 World Series (una con i Mets e 3 con gli Yankees), ha giocato 8 All Star Game, vinto 2 Silver Slugger (miglior battitore nel ruolo), è stato Esordiente dell’Anno nel 1983 e vanta un titolo di miglior fuoricampista (39 homer nel 1988). In carriera ha battuto 335 fuoricampo e spedito a casa 1000 punti.
Se non vi basta quel che ho scritto e volete proprio la super americana sentenza: “Il talento non basta”, ‘Money Ball vi fornisce anche quella, esplicitamente.

Billy Beane si convince che Peter Brand (Jonah Hill) è l’uomo che può aiutarlo a costruire una squadra vincente dopo che il giovane collaboratore degli Indians gli spiega che al draft del 1980 non lo avrebbe scelto prima del nono round e non gli avrebbe dato nessuno bonus per firmare. Va chiarito che, nella realtà, Peter Brand non esiste; il personaggio è in effetti il condensato in fiction dei vari assistenti che hanno aiutato Beane a sviluppare il suo progetto. Chi veramente Beane prelevò da Cleveland è Paul De Podesta, successivamente divenuto General Manager dei Dodgers e colui che introdusse Beane ai concetti della sabermetrica.
I poveri A’s (40 milioni di dollari di monte stipendi; i giocatori pagano addirittura le bibite nello spogliatoio) non possono competere con i ricchissimi Yankees (144 milioni) sul loro stesso terreno. Sceglieranno giocatori utilizzando criteri diversi. Ad esempio: chi riceve basi per ball vale tanto quanto chi batte valido. Con un bunt si regala un out agli avversari. E tentare di rubare una base, comporta un rischio eccessivo, in rapporto al vantaggio che eventualmente darà l’avanzamento.
Portare avanti questa filosofia costa caro a Beane in termini di rapporti all’interno dell’organizzazione. A cominciare con il capo degli scout Grady Fuson (che se ne andò sbattendo la porta, salvo poi tornare agli A’S nella stagione 2010) e per proseguire con il manager Art Howe (un interessante Philip Seympur Hoffman).

Il 'vero' Billy BeaneNaturalmente, gli A’S non hanno mai vinto più di un titolo di Division. Perchè puoi costruire una squadra con il bilancino delle statistiche, ma alla fine quelli che fanno la differenza sono i bravi. E i bravi (quelli bravi sul serio) non te li puoi permettere, con il budget degli A’S. Lo dice anche il film: quando, ad un passo dalla ventesima vittoria consecutiva, gli A’S sembrano rovinare tutto, li salva una prodezza individuale.
Cosa c’è di notevole, quindi, in Beane? C’è che ha provato a cambiare. C’è che ha detto chiaro che non è scontato che una cosa vada fatta in un modo, solo perchè è sempre stata fatta allo stesso modo. C’è, infine, che ha rifiutato un compenso astronomico dai Red Sox (che vinceranno sposando la sua filosofia) per provare a vincere a Oakland (e perchè gli A’s gli hanno offerto quote di proprietà della Franchigia, ma questo il film lo omette). Pur essendo: “Uno di 44 anni che ha un diploma di scuola superiore e una figlia che vorrebbe mandare al College“.
Quando ha riassunto Fuson nel 2010, Beane ha detto: “L’ho ripreso perchè è uno che ti dice in faccia come la pensa, anche se è il solo a pensarla così”. Dovete ammettere che non tutti coloro che prendono decisioni, ragionano in questo modo.

Avverto infine coloro che considerano ‘Moneyball’ (il libro) la loro Bibbia, che probabilmente nella versione italiana i termini ‘tiro’ e ‘lancio’ saranno irreparabilmente confusi tra di loro.

Il film, comunque, merita di essere visto.

1 thought on “‘Money Ball’ è un gran film, oltre che una grande storia di baseball

  1. l’ho visto in originale con sottotitoli in…catalano. ovviamente non ho afferrato tutto al 100%, ma abbastanza per poter affermare che brad pitt è bravissimo e che il film, a mio modesto avviso, è proprio un gran bel film!!

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