La rivoluzione di Gesù Cristo

RELIGIONE, SCHIROPENSIERO

Nel corso di uno scambio su Facebook, mi sono indignato quando qualcuno ha citato il famoso chi non ha peccato, scagli la prima pietra attribuendolo ad un non meglio identificato saggio. Mi sono indignato perchè Gesù Cristo non è un saggio. Gesù Cristo è quello che scacciò i mercanti dal Tempio. Gesù Cristo è quello che, per dirla con il Teologo Alberto Maggi: “Opera una rivoluzione culturale”. Il Dio di Gesù non è infatti il Dio che esprime potenza dell’Antico Testamento, bensì il Dio dell’amore. Continua Maggi: “E’ il presupposto al fatto che non ci sia dominio dell’uomo sull’uomo”.

La vera forza rivoluzionaria di Gesù Cristo è il fatto che il suo messaggio è universalmente vero. Non serve essere Cristiani, per riconoscere in Gesù Cristo una figura di grande valenza storica. Persino Indro Montanelli, tutt’altro che credente, ha dedicato un capitolo della sua Storia di Roma alla nascita di Gesù Cristo.
Purtroppo, i vertici gerarcici della Chiesa hanno una paura tremenda del Gesù figura storica, del suo messaggio che può arrivare al popolo senza la loro mediazione. Perchè si tratta di un messaggio fortissimo e, in determinati contesti, imbarazzante.

Il 24 marzo del 1980 il Vescovo Oscar Romero venne assassinato con un colpo di pistola alla giugulare mentre elevava l’Ostia durante la celebrazione della Messa in San Salvador. Papa Giovanni Paolo Secondo non partecipò al suo funerale. Solo 20 anni dopo Wojtila lo citò in una omelia, per esaltare il sigillo al servizio sacerdotale che Romero diede “immolando la propria vita mentre offriva la vittima eucaristica”.
Nel 1997 la Chiesa Cattolica (buona ultima dopo la Chiesa Anglicana, quella Luterana e quella Vetero Cattolica, che nel 1870 si ribellò al concetto di infallibilità del Papa) ha aperto un processo di beatificazione.

Monsignor Oscar Amulfo Romero (1917-1980)

Ma Romero non voleva essere Santo. Voleva, da Pastore, mettere in evidenza i valori di emancipazione sociale e politica insiti nel Cristianesimo. Lui, un Prete Conservatore non tanto convinto della svolta impressa al Papato di Giovanni XXIII dal Concilio Vaticano Secondo del 1962, divenne il primo alfiere di quella che è passata alla storia come la Teologia della Liberazione dell’America Latina.

Perchè facciamo presto noi, a proclamarci Cattolici a parole. Al Padre Nostro che è nei cieli chiediamo un Pane Quotidiano che sulla nostra tavola non manca mai e non sappiamo esattamente cosa vuol dire Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Noi riceviamo il bollettino per mandare 100 euro a Save The Children e ci sentiamo di aver salvato l’Africa e i suoi bimbi denutriti.
Ma Romero vedeva che la dittatura militare del suo Paese usava i bambini per individuare i campi minati. Non è che potesse benedirlo, un bambino che saltava per aria mettendo un piede su una mina mentre credeva di giocare. Romero voleva salvarlo, voleva che il mondo sapesse e impedisse.
“Vi supplico” disse in una Omelia “Vi prego, vi ordino in nome di Dio: cessi la repressione”.

Incredibilmente, il Vaticano richiamò Romero: “Lamento, Santo Padre” scrisse il Vescovo a Paolo VI “Che nelle osservazioni presentatemi sulla mia condotta pastorale prevale una interpretazione negativa, che coincide esattamente con le potentissimo forze che nella mia Arcidiocesi cercano di frenare e screditare il mio sforzo apostolico”.

Il Vescovo Oscar Romero non era certo un saggio. Ed è altrettanto innegabile che abbia improntato la sua attività pastorale a diffondere ad altissima voce il messaggio di Cristo.
Papa Giovanni Paolo II, che è Santo, ha ritenuto inopportuno recarsi in visita ufficiale alla sua tomba lo ha fatto in forma privata. In compenso, non ha ritenuto inopportuno apparire a fianco del dittatore cileno Pinochet in un’occasione pubblica.
Il Teologo di Giovanni Paolo II Joseph Ratzinger, una volta divenuto Papa Benedetto XVI, ha detto sulla Telogia della Liberazione: “E’ un pericolo l’accettazione acritica di tesi e metodologie provenienti dal marxismo”.

E’ per me avvilente: in quanto Cattolico, non posso mettere in dubbio l’infallibilità del Papa e non posso interpretare da me le scritture. Ma in quanto essere umano, devo insorgere all’ipotesi che la Teologia della Liberazione derivi dal marxismo. La Teologia della Liberazione deriva dall’idea che ogni essere umano ha diritti minimi che gli devono essere riconosciuti e che ogni essere umano ha il dovere di aiutare chi è meno fortunato. Concetti che, se si potessero trovare a bere una birra in un bar del centro, Karl Marx e Gesù Cristo condividerebbero volentieri.

2 thoughts on “La rivoluzione di Gesù Cristo

  1. Gesù lo vedo un lanciatore, buon repertorio di lanci e un ottimo cambio.
    Marx un catcher, solido e gran bloccatore del piatto, sesto in battuta.
    Bello, questo parallelo

  2. Non capita tutti i giorni che un “saggio” venga così duramente perseguito, tanto che se ne parli ancora dopo 2000 anni,fatta eccezione per Socrate non me ne ricordo altri….doveva aver detto qualcosa di VERAMENTE pericoloso…
    La contraddizione risiede nel fatto che queste parole rivoluzionarie sono veicolate da una struttura di potere che in tutto e per tutto ha preso il posto dell’Impero Romano e come tale si è comportata nei 2 millenni trascorsi.
    Così come non c’erano ponti e strade e “pax” romana, senza qualche simpatica legione che “imponeva” a suon di spada l’ordine, così forse il Cristianesimo avrebbe fatto la fine del culto di Mitra se non fosse stato veicolato da una struttura di potere forte, appoggiata ai ricchi ed ai potenti di ogni epoca, primi motori di ineguaglianza e prevaricazione.Mi hanno colpito le parole di un missionario Saveriano che per “difendere” l’indifendibile Chiesa Cattolica, ha scritto…..”si, avete ragione…ma provate a pensare ad un mondo SENZA il Cristo.
    Beh, in questo momento storico non si fa fatica a immaginarlo, con l’Europa così in affanno, gli ultimi 60 anni di pace,benessere condiviso e democrazia, frutto maturo dei tanti errori precedenti così minacciato da FORZE di tutti i generi che non conoscono Cristo.
    I segni del declino si vedono anche nel relativismo culturale che fa accomunare le citazioni dei baci perugina con quelle del Vangelo, le parole del Cristo con quelle del trio medusa e alla via così, che tristezza!!
    PS: l’impero romano che non è mai sparito, ma continua nella Chiesa Cattolica non è un mio delirio , ma un concetto espresso comunemente dagli storici di professione. Per verificarlo in modo divertente per esempio ci sono una miriade di oggetti, simboli, parole, gesti, mutuati dall’Impero che ancora oggi vengono riproposti nell’ambito della liturgia Cattolica di tutti i giorni.
    Diciamo che la Chiesa è il tentativo più riuscito di far rinascere l’Impero Romano. Certo, di maggior successo di quello di Carlo Magno, sotto certi punti di vista 🙂

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