La Liga Mexicana del Pacifico

BASEBALL, Messico 2012-2013, SPORT, VIAGGI

In Messico il baseball non è il primo sport (il posto spetta di diritto al calcio) e nemmeno il secondo (direi che è il pugilato). Non è nemmeno lo sport statunitense più seguito (questo primato spetta al football). Direi che, come livello di visibilità, può essere paragonato alla Corrida de Toros: lo si trova all’interno delle pagine sportive e non nella prima pagina. Eppure il Messico ha 2 campionati di successo: la Liga Mexicana de Beisbol, che ha un rating di Triplo A da Minor League Baseball e si gioca in estate, e la Liga Mexicana del Pacifico, che è uno dei campionati (gli altri sono Repubblica Dominicana, Portorico e Venezuela) che qualifica i suoi vinticori per le World Series del Caribe. Anche se, in effetti, dal punto di vista strettamente geografico non è che le partite della Lega invernale messicana si giochino vicino al Caribe. (Nota: ho deciso di usare il termine spagnolo Caribe e non l’italico Caraibi da quando ho scoperto che Caraibi è la dicitura con fonetica anglofona di Caribe e gli americani però usano The Caribbean)

Allo stadio "Teodoro Mariscal"La Liga Mexicana de Beisbol è uno dei campionati più antichi della storia di questo sport, visto che fu fondata nel 1925. Vi partecipano 16 squadre, divise in 2 gironi da 8 (fino al 1980, le squadre erano 20), e alla fine della stagione 2012 il numero di spettatori paganti ha superato i 4 milioni.
Anche la Liga del Pacifico è un campionato storico, visto che si gioca dal 1945. Non si è però sempre chiamata così: dal 1958 al 1965 era conosciuta come Liga Invernal de Sonora. Questo campionato, comunque, ha caratteristiche (dal mio punto di vista) interessanti: lo giocano 8 squadre, tutte della stessa area geografica, nessuna squadra ha sede in una metropoli e il campionato è estremamente compresso nella durata.

Il 30 dicembre sono andato allo stadio “Teodoro Mariscal” di Mazatlan. SiLa mascotte dei Venados tratta di un impianto da 12.000 posti, costruito a qualche chilometro dal centro storico e piuttosto vicino alla Zona Dorada, comunque raggiungibile a piedi dal Malecon. Lo stadio è inserito in un’ area a tema sportivo e vicino a un parco giochi per bambini.
Pago il mio biglietto da 105 pesos (meno di 10 dollari statunitensi) per sistemarmi sopra il dug out della squadra ospite, i Naranjeros di Hermosillo, una specie di New York Yankees del Pacifico. La squadra più titolata della Liga del Pacifico ha in rosa Jorge Cantù (che ha avuto la sua bella carriera in Major ma è stato da non molto rilasciato dai Los Angeles Angels), Karim Garcia (è stato una stella di Grande Lega, ha giocato in Giappone e Corea, ma si avvicina ai 40 anni e gioca solo battitore designato) e Luis Alfonso Garcia (l’uomo che, con un fuoricampo, eliminò gli Stati Uniti dall’Olimpiade di Atene), che è il fuoricampista principe della Lega e di homer ne ha battuti parecchi anche in Giappone.
La partita di questa sera è decisiva per i Venados (i Cervi) di Mazatlan. Vincendo possono accedere ancora ai play off, ai quali invece i Naranjeros sono già qualificati.

I bagni dello stadio di MazatlanPrima di prendere posto, mi faccio un giro istruttivo per lo stadio.
Per prima cosa, visito i bagni. Che sono i più puliti di tutto il Messico, direi. Addirittura, ci sono inservienti che li puliscono durante la partita e cambiano continuamente la carta igienica.
Mi muovo allora verso l’area ristoro. C’è una gran offerta dei classici messicani (tortas, enchiladas…), ma anche pizza. E c’è una salsiccia cosiddetta asada, che diventa la mia scelta, annaffiata di birra. Come avevo notato in Venezuela, allo stadio si vende solo un tipo di birra: la Pacifico, ovviamente. E’ una birra che ho imparato a conoscere nella Baja California, una classica lager di stampo però più tedesco che boemo (le lager degli Stati Uniti, sono tutte ispirate alla Budweiser originale, non quella oggi prodotta dalla Anahauser Busch). E, onestamente, è molto buona, specie se bevuta ghiacciata.
Mi siedo in tribuna, dove l’atmosfera è piuttosto carica e si scalda ancora di più con l’esecuzione dell’Inno Nazionale. Il pubblico non ha tanto bisogno di essere trascinato, ma il P.A. Announcer (quello che noi chiamiamo speaker) ci mette comunque tutto l’impegno, per aumentare il sostegno alla squadra di casa. Ogni giocatore è presentato da uno sponsor e dalla sua musica personale. Non è che la sincronizzazione funzioni benissimo, ma l’arbitro non si preoccupa più di tanto se la musica non è ancora stata sfumata, quando inizia un turno di battuta.
La musica: in Messico fa parte della vita di tutti i giorni. No, spieghiamo meglio: fa parte di tutti i momenti di tutti i giorni della vita dei messicani. Quindi, allo stadio la sparano a tutto volume negli intervalli.
Dietro di me si sistemano alcune cheerleader vestite da cowgirl. E’ innegabile che io noti i loro sederi adeguatamente perizomati, ma è altrettanto innegabile che siano cowgirls piuttosto mosce, nel loro ruolo di cheerleader.
Un po’ confuso, il regista che si occupa delle riprese televisive manda sullo schermo me, dopo una serie di primi piani delle signorine. E per tutta risposta, reagisco con una linguaccia.
Per deformazione professionale, studio la disposizione delle telecamere. E’ uguale a quella della IBL: 2 telecamere a fianco dei dug out (con tanto di cerchio di gesso a delimitarle, proprio come da noi), una dietro casa base a livello terreno, una su una torretta (per arrivare a non averla ostruita dalla rete di protezione) sempre dietro casa base. L’unica differenza è che dietro l’esterno centro ce ne sono 2.

I Venados hanno in pedana di lancio Walter Silva, che è proprio di MazatlanWalter Silva (classe 1977) e nel 2009 ha anche giocato in Major League. Negli ultimi 2 anni ha vinto sempre 12 partite nella Liga Mexicana de Beisbol. Non è bellissimo da vedere (il media guide dei Venados dice 1.84 per 90 kg, ma saranno anche 110), però la sua palla è costantemente sulle 90-91 miglia e alterna sapientemente slider e cambio. I Naranjeros non ci capiscono niente e Luis Garcia fa collezione di strike out.
Mazatlan passa in vantaggio su un fuoricampo dell’altro idolo locale Orozco (classe 1990, al secondo anno da pro) e poi finiscono con il dilagare sul bull pen.
Sull’11-1, con il pubblico di casa in delirio, con i miei scouting report sulla formidabile coppia di interni centrali (il seconda base Morejon e l’interbase Heber Gomez, entrambi classe 1978) ormai scritti, decido che può bastare.

Mentre sono su un buffissimo taxi scoperto, che mi costerà un raffreddore, penso che anche oggi ho imparato qualcosa sul baseball internazionale. E sorrido a me stesso, soddisfatto.
Per la cronaca, i Campioni della Liga Mexicana del Pacifico (gli Yaquis di Ciudad Obregon) hanno vinto (4-3, dopo una gara decisiva di 7 ore!), contro i dominicani Leones di Escogido, la serie di finale delle World Series del Caribe 2013, che si sono da poco giocate a Hermosillo.