Io, che non sono comunista, ho festeggiato il 25 aprile

SCHIROPENSIERO

Non credevo mi sarebbe successo, ma la sera del 25 aprile, quando ho sentito cantare “Bella Ciao” da Stefano Bellotti in arte Cisco (ex voce dei Modena City Ramblers), mi sono commosso.

E’ strano: io non sono un fanatico della Resistenza. Quel che so di storia, mi ha fermamente convinto che non fu un moto popolare. Dipendesse da me, non avrei mai fatto erigere un monumento di uno che imbraccia un mitra. E vivo in una città in cui c’è una piazza che si chiama Piazzale della Pace e però per noi è Dal Partigiano, proprio perchè c’è il monumento di uno che imbraccia un mitra.
Io non vado nemmeno particolarmente orgoglioso del fatto che noi (noi Italiani) per essere un popolo libero abbiamo dovuto sparare contro i nostri connazionali, aiutati da stranieri che hanno invaso il nostro territorio. E, pensate, non sono neanche comunista.

Secondo me, comunista uno lo può essere, o essere stato, in 3 modi:
1) Dicendosi contrario al profitto in economia e alla proprietà privata. Io sono a favore del profitto (la mia è una famiglia di commercianti) e della proprietà privata
2) Propugnando l’ideologia del materialismo storico. Pur con tutti i miei dubbi, io sono nato, cresciuto e resto Cattolico.
3) Avendo effettivamente votato per il Partito Comunista Italiano. E non l’ho mai fatto. Anche se a ben pensarci, se ci fosse oggi uno come Berlinguer non sarebbe poi tanto male. Ma questo è un altro discorso.
Io non ho mai votato per il Partito Comunista un po’ perchè quelli che pretendono di incarnare l’ovvio (“noi vogliamo lavoro per tutti, pace, uguaglianza sociale”…ma dai?!) mi fanno venire l’orticaria. E poi perchè quelli dicevano “viva il comunismo e la libertà” e poi mi prendevano ad esempio l’Unione Sovietica. O Fidel Castro (che, per altro, che io sappia si è sempre definito ‘socialista’) a Cuba.
Comunque, io non sono comunista.

Per altro, non mi spiego perchè il 25 aprile lo debbano festeggiare solo i comunisti. Non c’erano mica solo loro, ad esultare QUEL 25 aprile.
Ma lasciando perdere chi c’era, parliamo di chi non c’era. Quel giorno non c’erano i fascisti. E quindi, se uno si ritiene “fascista” (con un bel coraggio, perchè noi siamo in un paese in cui la Costituzione vieta espressamente di ricostituire il partito fascista: disposizioni transitorie e finali, titolo XII) io non voglio festeggiare con lui.
Mi fa specie che a Parma il Presidente della Provincia (lui comunista lo era, a parole e anche di tessera) abbia preso posizione nei confronti di chi ha criticato il Comune per aver concesso una sala a Casa Pound. D’accordo, c’è modo e modo di contestare e cercare di zittire qualcuno non è un bel modo. Ma il Comune a Casa Pound la stanza non gliela deve concedere. Perchè quelli di Casa Pound si definiscono “i fascisti del terzo millennio”. E noi italiani (lo dice la nostra Costituzione) con i fascisti non vogliamo avere niente a che fare.

Poi, questi “fascisti del terzo millennio” mi dovrebbero spiegare. Ma lo sanno, cosa è successo in quei 20 anni? Lo sanno che il Regime fascista negava la libertà? Lo sanno che in Italia c’erano delle leggi che toglievano i diritti elementari a chi era di origine Ebrea?
Ma questi signori, non si vergognano.

Io, a sentire “Bella Ciao”, mi sono commosso quando dice “Morto per la libertà”.
Io sono nato libero. E non posso dimenticare che sono nato libero anche grazie a qualcuno che, all’età in cui io avevo come maggiore preoccupazione quella di ottenere il numero di telefono di una mora con i capelli lunghi e gli occhi grigi (per la cronaca, mai ottenuto), non aveva paura di “morire per la libertà”.

Io sono nato libero. Morirò anche, libero?
Non l’ho mai messo in dubbio. Almeno fino all’altra sera, quando ho sentito Giuliano Ferrara su Rai Uno dire che ci sono Magistrati che “danno ai giornalisti atti di inchieste che non dovrebbero dargli”. Che non è possibile. Voglio dire: non è possibile che i Magistrati diano questo tipo di informazioni ai giornalisti. E non è possibile nemmeno che Giuliano Ferrara dica queste cose orripilanti senza avere paura di quello che sta facendo. Soprattutto, non è possibile che l’Ordine dei Giornalisti gliele lasci dire.
Ora: Ferrara è furbo. Si appiglia ad un errore che la Procura ha fatto e di cui ha parlato la stampa tutta. Ferrara è particolarmente furbo, perchè sa che quel che lui dice in questo momento particolare viene percepito in un certo modo e va a rinforzare le farneticazioni di altri sulle persecuzioni.
Ecco: se il principale organo di informazione d’Italia manda in onda qualcuno che prova a legittimare la posizione di un altro che, senza tanti giri di parole, vuole sottrarsi alla giustizia non è più vero quello che dice la Costituzione all’articolo 3: “Tutti i cittadini (…) sono eguali davanti alla legge”.

Ma adesso che ci penso, quel signore la nostra Costituzione (io insisto a scrivere con la ‘C’ maiuscola….) la vuole cambiare. E noi, facciamo che non dobbiamo cantarlo un’altra volta: “Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor”?

2 thoughts on “Io, che non sono comunista, ho festeggiato il 25 aprile

  1. Riccardo, premettendo che TUTTI i monumenti tendono a far venire l’orticaria, vuoi per la loro ipocrisia a volte, vuoi per l’inutilita’, vuoi per spirito iconoclasta, vorrei commentare che “per fortuna”(sic) uomini che imbracciavano il fucile ci hanno concesso 50 anni di tregua fra un fascismo e l’altro… che poi fossero principalmente soldati stranieri non particolarmente benevolenti va a sommarsi alla vergogna di questa nazione (lettera minuscola).In un mondo perfetto i mitra non esisterebbero, in QUESTO mondo lasciare che vengano usati sempre SOLO dai “cattivi” a volte e’ un errore strategico.. caso mai restano 2 piccoli problemi..dove finisce l’uso buono del mitra e soprattutto non incontrare col mitra i “cattivi” che hanno gia’ il carro armato e le testate nucleari..(il buon Clint insegna)
    Comunque stavolta nessuno verra’ a salvarci…

  2. Caro Riccardo, tu che come me sei emiliano, e che hai vissuto e respirato, e che hai visto, e che sei cresciuto nel comunismo in salsa rosa della grassa emilia romagna, libera e libertaria, sai che è ben diverso dal comunismo che citi ( quello dell’URSS e di Cuba)( poi distinguerei tra comunismo e socialismo in termini storici e filosofici). Il 25 Aprile non è, non è mai stata, la festa dei comunisti, era e dovrebbe essere ancora la festa di tutti, la festa del ricordo della fine di una guerra atroce, della lotta fratricida tra italiani e italiani, era un momento di comunione ed emozione dove incontrare tanti ex giovani che quella lotta l’hanno fatta in giovane età, forse anche un po’ inconsapevoli, forse troppo di parte, ma infinitamente meglio di tanti giovani odierni che nulla sanno di storia, e che crogiolano i loro vuoti cervelli nel voyeurismo da grande fratello e nel vuoto pneumatico della irresponsabile sfascismo di questi “governanti”, revisionisti di comodo, razzisti per convenienza, cattolici ma ipocriti, puttanieri ma innocenti, liberali ma monopolisti, e allora evviva tutte le incongruenze e gli errori dei partigiani o dei comunisti italiani, colpevoli quest’ultimi di essere stati troppo democratici e non essere stati in grado di evitare l’insorgere di questo “nuovo fascismo tele-democratico”.
    Grande stima per te e per la tua commozione all’ascolto di Bella Ciao, è la stessa che provo io da sempre, ma io ho sangue partigiano nelle vene e forse non sono sereno nel commento, spero però che come è successo a te le parole di quel testo raccontino dell’amore di un giovane per la VITA e la LIBERTA’ a priscindere del proprio credo politico.
    Partigiani di sinistra, cattolici, repubblicani, partigiani e basta, in italia c’è stato tutto questo, solo i cretini o i troppo furbi non lo sanno e non lo raccontano alle nuove generazioni. Chi non ricorda la propria storia commette di nuovo gli stessi errori, questa è la più grande colpa di chi ci governa oggi, lo sdoganamento del fascismo, l’umiliazione della cultura, lo sfascio della ricerca, esaltazione del personale, la massificazione delle idee, perchè quando è buio tutti i gatti sono grigi. Dei Ferrara, dei Minzolini, dei Sallusti, il tempo farà giustizia, malgrado loro. Un abbraccio.

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