ponte su sprea berlino

Inizio il viaggio a Berlino riflettendo sulla storia

Berlino 2018, STORIA

Quando l’Alitalia mi ha avvertito che le miglia che avevo accumulato stavano per scadere, ho guardato nelle rotte quale città Europea non avessi visitato. Ne è uscito un viaggio premio (per modo di dire: un andata e ritorno Ryanair sarebbe costato circa un quinto) per Berlino.

Conosco abbastanza bene la Germania, ma non ero mai stato a Berlino. Ai tempi delle tessere interrail, si trattava di una località decisamente scomoda da raggiungere, visto che era necessario attraversare tutta la Germania Est. E in generale Berlino risulta lontanuccia anche in auto. In aereo da Roma si arriva invece in meno di 2 ore.

Andare a Berlino non dev’essere un’idea originalissima. Stando alla guida Lonely Planet, la visitano 12 milioni di persone all’anno, con circa 30 milioni di pernottamenti. Una mia amica che ha letto dei libri l’aveva consigliata per la vita notturna. Ma io non vado in una discoteca dal 1997. Quindi mi sono detto che dovevo trovare altre attrattive.

L’aeroporto di Tegel forse è stata una delle ultime occasioni di vederlo. Non appena sarà pronto il nuovo scalo Berlin Brandeburg (2020), verrà riconvertito (sempre la guida Lonely Planet) “in un enorme Campus di start up”.
Oggi Tegel è vagamente cadente, se vogliamo dirla con sincerità.

Da turista, informarsi sulla storia delle città tedesche e poi cercare di trovarne le tracce durante la visita può essere un’esperienza che confonde. Dopo la seconda guerra mondiale buona parte delle città sono state ricostruite di sana pianta e la loro struttura urbanistica non è più quella originaria. Berlino di suo è stata fondata nel 1237 come stazione commerciale sulle rive della Sprea. Dal 1411 è stata governata dalla dinastia degli Hohenzollern. Nel diciassettesimo secolo Federico Guglielmo (detto Il Grande Elettore) avviò il ripopolamento di Berlino e la dotò di mura. Il figlio Federico Terzo si proclamò Re IN Prussia (Il Sacro Romano Impero non gli consentiva di essere formalmente il Re DI Prussia).
Nel diciottesimo secolo Berlino ospitò, durante il Regno di Federico Secondo (detto Il Grande dalla storia, ma Der Alte Fritz, il vecchio Fritz, dai sudditi), molti intellettuali del pensiero illuminista, a cominciare da Lessing e i fratelli Von Humboldt.
Il 27 ottobre 1806 Napoleone sfilò sotto la Porta di Brandeburgo, a rappresentare la più grande umiliazione della storia prussiana. Dopo la caduta di Napoleone, Berlino divenne uno dei centri della Rivoluzione Industriale. Nel 1838 venne inaugurata la ferrovia Berlino-Potsdam, la prima di Germania.
Nel 1862 gli Hohenzollern (precisamente Guglielmo Primo) favorirono una svolta teoricamente indirizzata a una Monarchia Costituzionale. Ma il Cancelliere Otto Von Bismarck (nominato nel 1862) aveva a sua volta un sogno Imperiale: una grande Germania a guida prussiana. Gli servirono 9 anni, ma riuscì nell’intento sconfiggendo Danimarca (per avere lo Stato del nord chiamato Schlewwig Holstein) e Francia. La vittoria del 1871 a Sedan segnò l’inizio del Deutsches Reich.
Nel 1890 finì l’era di Bismarck e iniziò un periodo di problemi per il Reich, che venne sconfitto assieme all’Impero Austro Ungarico nella prima guerra mondiale. Il 9 novembre 1918 l’Imperatore Guglielmo Secondo abdicò.
Sull’onda della Rivoluzione d’Ottobre in Russia, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht fondarono la Lega di Spartaco (SpartakusBund), una movimento marxista. La loro Rivoluzione fu repressa nel sangue.
Il fallimento della Rivoluzione Spartachista fu sostanzialmente l’atto di nascita della Repubblica passata alla storia con il nomedella città dove (luglio 1919) venne adottata la nuova Costituzione Federalista: Weimar. Nella Carta venne inserito il “diritto del Cancelliere di governare per decreto nei periodi di crisi”. Opportunità che un oriundo austriaco di nome Adolf Hitler sfruttò (diciamo) al meglio meno di 3 lustri dopo.

Come cancelliere, Hitler sognava decisamente più in grande di Bismarck. Lui si ispirò a un Maestro Elementare ed agitatore politico italiano di nome Benito Mussolini (personaggio il cui ruolo nella storia appare oggi in fase di revisione) e assieme combinarono una serie di casini non indifferenti.
Come sappiamo, Hitler non si limitò a dichiarare guerra alla Francia e alla Danimarca, come aveva fatto il Cancelliere di Ferro. Quello che lui voleva, era un conflitto mondiale ancora più grande di quello nel quale aveva servito (con poco onore) un 15 anni prima.
Alla fine della seconda guerra mondiale non fu possibile mandare Hitler in pensione come gli Hohenzollern avevano fatto con Bismarck. Per anni si è detto che il corpo di Hitler non fu in realtà trovato, il che ha consentito a qualche gruppo di brave persone di illudersi che fosse pronto a tornare e a cambiare definitivamente il mondo.
Oggi Adolf avrebbe 129 anni. Quindi, anche se fosse in effetti sopravvissuto alla guerra, avrebbe comunque lasciato questa valle di lacrime da tempo.

Ai vincitori della seconda guerra mondiale (Stati Uniti, Inghilterra, Unione Sovietica e Francia in ordine di contributo armato), Berlino stava nei piedi. Avevano deciso di dividere la Germania in 2 e Berlino si trovava nel bel mezzo della parte Est, che doveva finire sotto l’influenza dell’Unione Sovietica. Berlino venne così divisa in zone di influenza.
Se il progetto poteva andare bene nel 1945, non appena la Germania Ovest iniziò l’impressionante sviluppo economico che culminerà con gli anni ’50 la popolazione confinata nel settore sovietico prese a desiderare di trasferirsi nel settore controllato dai militari Alleati. Quando si resero conto che le barriere di filo spinato non avrebbero fermato la gente che cercava libertà e benessere, i governanti della Germania Est (o DDR, Deutsche Demokratische Republik) ebbero la bella idea di circondare la zona sotto il controllo alleato con un muro.
La cosa inquietante è che la soluzione parve equa anche agli Alleati, che così non correvano più il rischio di vedere Berlino Ovest finire sotto l’influenza sovietica.

checkpoint charlie berlino
Il Checkpoint Charlie a Berlino

La prima cosa che ho fatto a Berlino è arrivare al Checkpoint Charlie. Si tratta del posto di controllo che si trovava nel punto di passaggio tra il settore americano a quello sovietico.
La mia prima giornata berlinese era bigia, fredda e con minaccia di pioggia. E benché ormai l’ex Checkpoint sia un’attrattiva per turisti di quelle di basso livello (con tanto di figuranti vestiti come militari dell’Armata Rossa, che addirittura chiedono 3 euro a foto), il posto resta assolutamente inquietante per quello che rappresenta.
Chi ha la mia età, il muro (in Tedesco è Die Mauer) lo ha conosciuto bene. Quando sono nato (1963) era in piedi da un paio d’anni e quando è stato abbattuto avev0 26 anni. Ma appena arrivato a Berlino, ho fatto fatica a rendermi conto di com’era effettivamente divisa la città.

Un bell’aiuto me lo ha dato l’installazione di Yadegar Asisi, un artista specializzato nel ricreare panorami. Nato a Vienna, cresciuto in Sassonia, Asisi ha vissuto nei quartieri di Berlino Ovest a ridosso del muro.
Come altri suoi progetti, Die Mauer unisce la pittura alla fotografia, le simulazioni spaziali all’arte scenografica.
Il panorama occupa 900 metri quadrati e in uscita dalla mostra un video spiega come l’artista ha realizzato il tutto.
Consiglio a ogni visitatore di Berlino di vederla, prima di visitare il Memoriale del Muro.
Del Memoriale, e di altre storie, mi occuperò in un prossimo articolo.

installazione Asisi Berlino
Una mia foto dell’installazione di Yadegar Asisi

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