In Brasile un mese anche di letture

Brasile 2014-2015, CINEMA, La formazione continua dei giornalisti, LETTERATURA, MULTI MEDIA, VIAGGI

Prima di chiudere la serie di articoli sul viaggio in Brasile con l’isola di Fernando de Noronha, voglio dedicarmi a qualche lettura che ho fatto durante il mese.

Angela Winkler è stata Katharina Blum sulla scena
Angela Winkler è stata Katharina Blum sulla scena

Di Sulman Rushdie e dei Versi Satanici ho già detto, così come di Jorge Amado e Gabriella garofano e cannella.
Ero in Amazzonia quando ho attaccato L’onore perduto di Katharina Blum di Heinrich Boell. Scrive in premessa Heinrich: “Se dalla descrizione di una certa prassi giornalistica dovessero emergere delle affinità con quella usata dal giornale Bild, si tratterebbe di affinità nè volute nè casuali, ma inevitabili”.
Fresco di premio Nobel, Boell non le manda a dire. Se la prende con un certo modo di fare giornalismo e la sua critica è spietata, a tratti feroce.
Katharina è una bella ragazza di poco meno di 30 anni che la sera del Carnevale delle Donne (che a Colonia coincide con il Giovedì Grasso; lo apprendiamo dal traduttore Chiusano, perchè Boell lo sottintende) si porta a casa un bell’uomo. E’ divorziata (perchè dopo 6 mesi di matrimonio sentiva “un’avversione invincibile” per il marito) e gli uomini si sentono in dovere di provarci con lei. Il fatto che Katharina provi in effetti interesse per un uomo, semina il panico. La figura della ragazza diventa assurdamente elemento di rottura con la Germania Cristiana e laboriosa. Lei è per la verità laboriosa, guadagna parecchio, si è comprata una casa. Ma non dovrebbe. Cioè, dovrebbe essere laboriosa, ma accanto a un marito.
Quando poi si scopre che il suo amante è un ricercato, Katharina viene letteralmente perseguitata da una certa stampa. Si fanno ipotesi assurde e per niente dimostrabili di una complicità di Katharina..
Esasperata, lei non sopporta più nemmeno chi apparentemente è dalla sua parte: “Cominciò anche lei con le fregnacce del giornale. Gentile, sì, ma in un modo come se ci credesse almeno in parte! Del resto, come fa la gente a sapere che sono tutte bugie?”.
Non è che il libro abbia un finale a sorpresa. Si sa dalla prima riga che Katharina ha ucciso un giornalista. Boell spesso racconta la realtà per paradossi; qui lo fa con un estremo realismo nei dettagli. E’ uno scrittore unico e anche questo è un libro unico, perchè narrato come se fosse un reportage giornalistico. Mi riprometto di cercare anche il film di Voelker Schloendorff e Margarethe Von Trotta.

Umberto Eco
Umberto Eco

Heinrich Boell nel 1973 si era già accorto che un certo tipo di giornalismo prometteva poco di buono. Un giornalista le notizie non può crearle, deve limitarsi a cercarle e raccontarle fedelmente. Se quel che esce non fa sensazione, conta nulla: va descritta la verità, non una versione aggiustata della verità che potrebbe piacere di più al pubblico.
Anche se il libro ha 40 anni, l’argomento mi sembra estremamente attuale. E non solo a me. Nel suo ultimo romanzo (Numero zero), Umberto Eco racconta la storia di un giornalista che si trova coinvolto come consulente in un’impresa assurda: la creazione di un giornale che sarà interamente asservito alle esigenze del suo editore. Insomma, esattamente il contrario di quel che si insegna a ogni giornalista: devi pensare prima di tutto all’interesse del lettore.
Tra i romanzi di Eco, quest’ultimo è certamente atipico. Eco è sempre molto ironico, ma qui è profondamente auto ironico. Gioca molto su quelli che gli sono imputati come difetti (gli elenchi interminabili, i riferimenti dotti, le similitudini con cose che a diversi comuni mortali potrebbero sfuggire…). Ne esce una lettura quasi leggera, almeno dal punto di vista della forma. Ma questa storia ambientata negli anni di Tangentopoli, rischia di diventare meno leggera se si prova a fare il classico due più due sui temi che tratta. A parte la grafica della copertina, mi è piaciuto tutto.
Sto allargandomi: il libro di Eco non l’ho letto in Brasile. Così come non ho letto in Brasile Cuore Primitivo di Andrea De Carlo. Ma cito anche quel libro qui perchè tocca argomenti che avete trovato ripetutamente su questo sito.
Uno dei personaggi principali (l’antropologo inglese Craig Nolan) ha un blog e il libro si apre con un pezzo nel quale Craig si sfoga: “…protetti dallo scudo rassicurante dell’anonimato, passano ogni momento libero delle loro giornate a spedirsi banalità irrilevanti e rozze traduzioni di impulsi primari attraverso i loro desktop, laptop, tablet e cellulari. Non è facile calcolare il tempo che tutti questi ‘momenti liberi’ sottraggono alle attività lavorative e ai rapporti personali diretti (…) Se qualcuno tra chi mi legge pensa che io esageri, farebbe bene a svegliarsi: il treno su cui è comodamente seduto sta correndo a gran velocità verso l’abisso dell’imbecillità generalizzata, tanto vale che se ne renda conto”.
De Carlo ha scritto libri memorabili e altri meno. Ultimamente si è molto innamorato di quelle che il risvolto di copertina chiama tecniche di spostamento della prospettiva. Significa che cerca di narrare da diversi punti di vista la stessa storia. Il risultato è molto interessante.

In Brasile ho letto un libro che affronta un altro degli argomenti che ho trattato spesso su questo sito: la scrittura creativa. Parlo di Misery, che Stephen King ha scritto nel 1987 e da cui Rob Reiner ha tratto un film grazie al quale Kathy Bates ha vinto Oscar e Golden Globe.
Il film si incentra più sugli aspetti di terrore, sulla tensione, sulla vicenda psicotica. Ma il libro rappresenta un vero e proprio manuale di scrittura creativa e sul rapporto tra autore e lettore. In fondo Annie semplicemente pretende che lo scrittore non faccia morire Misery, la sua eroina.

In conclusione: è abbastanza impressionante come alcuni dei miei autori preferiti abbiano nel più o meno recente passato trattato temi che oggi considero capisaldi della mia vita di tutti i giorni, lavorativa e non,

Il mio Brasile 13-continua

1-La Storia      2-Leggendo i ‘Versi Satanici’ di Rushdie
3-Ipanema e Copacabana 4-Ultimo ricordo di Rio
5-Il Pantanal  6-I Piranha fanno veramente paura?
7-Manaus 8-Indimenticabile Amazzonia
9-L’ultimo dell’anno a Salvador de Bahia 10- Il Pelourinho
11-In pullman 12-Parliamo di squali