Il commiato da Istanbul

Istanbul, VIAGGI

Non vorrei che chi ha letto gli ultimi articoli pensasse che Istanbul è una città per mistici. Per la verità, la si può tranquillamente vivere. E, secondo me, tanto più la si apprezza se la si gira a piedi.
In effetti, della mia prima visita a Istanbul ricordo soprattutto il terribile mal di piedi che caratterizzava la fine della giornata. Ma allora non ero un camminatore provetto come oggi. E, oltretutto, con il mio amico Benni avevamo scelto un albergo opportunamente lontano da tutto.

Il turista italiano medio è sempre molto interessato a come si mangia. Quindi, tranquillizzo

Vi saluto da Istanbul
Vi saluto da Istanbul

tutti dicendo che a Istanbul si mangia piuttosto bene. Sempre se amate la carne (in particolare quella di ovino) e la verdura. Le guide che scrivono che la Turchia è fieramente laica, sicuramente scriveranno anche che la cucina turca è enormemente variegata. Cosa che non è vera. O meglio: è parzialmente vera, visto che i piatti sono in effetti molti, ma sono fatti tutto sommato a base degli stessi ingredienti. Ad esempio i peperoni, che in Turchia trovate cucinati in tutte le maniere possibili. A volte allo shish kebab (ovvero il greco suvlaki, uno spiedino di carne d’agnello) abbinano dei peperoni verdi estremamente traditori, visto che noi pensiamo che quelli piccanti siano rossi. I turchi tendono ad esagerare anche con la cipolla. Ma non per insaporire, a volte sparano delle mezze cipolle crude che davvero non è pensabile consumare integralmente.
La cucina turca è spesso piccante, ma non sempre speziata. Certo, la cannella e il coriandolo spuntano spesso (quasi fossimo in Messico o negli Stati Uniti), ma molti piatti vengono preparati con stile semplice e quindi buono per tutti i palati. Non diteglielo, ma i turchi hanno anche molte abitudini alimentari dei greci. O magari è viceversa. Fatto sta che lo yogurt (con il miele o l’uvetta sultanina o quasiasi additivo) ricorre a colazione. Il classico di inizio giornata è comunque l’uovo sodo con le olive (verdi e nere). Un classico da tutte le ore è la frutta secca, in particolare i pistacchi.
I dolci, io non li assaggio. Sono come i dolci arabi (per chi non ha familiarità: pensate ai dolci siciliani). Sono quindi dolci…dolcissimi. Io sono più un tipo da cheesekake o apfelstrudel. Quindi, non giudico. Ho piuttosto un consiglio per chi si reca a Istanbul: il ristorante Vaha, nella città vecchia. Il kebab misto è davvero ottimo e abbondante.

Istanbul può essere una città molto economica. A livello di alberghi, si possono veramente spendere poche decine di euro e sistemarsi con una soluzione dignitosa. Ma può anche essere una città molto cara, visto che una suite al Four Roses sul Bosforo (dove, se volete, potete arrivare in motoscafo, un po’ come le star al Festival del Cinema di Venezia) costa anche 2.500 euro a notte.
Comunque, per il viaggiatore budget è una delle poche destinazioni esotiche alle quali ci si può avvicinare senza timore: il volo aereo non è un problema, il soggiorno potete renderlo davvero conveniente
Purtroppo dal centro di Istanbul stanno sparendo le classiche locante, ristoranti molto economici e che sono sostanzialmente riservati agli uomini o alle donne accompagnate da uomini. Si beve in bicchieri di metallo, il pane viene servito abbondante (a volte, un po’ gommoso) e il riso (pilaf, non scuoce) è in tavola per accompagnare tutto. Ho un po’ di nostalgia verso questi locali, che nel 1985 mi hanno permesso di mangiare 2 volte al giorno nonostante avessi quasi finito i soldi. Allora costava meno un pasto completo in una locanta di quanto in Italia si pagasse un aperitivo in un bar del centro.
Una cosa da non fare in Turchia è bere l’acqua del rubinetto. Non è più come negli anni ’80, quando alla USL mi avevano consigliato di lavare tutto con l’amuchina, prima di mangiarlo, ma lo smottamento intestinale è quasi garantito. Quindi, è bene stare attenti a non deglutire anche quando ci si lavano i denti.

Concludo dicendo che ho già nostalgia della Moschea Blu, degli odori del mercato delle spezie. Ho anche quasi nostalgia delle persone che sono all’esterno dei locali e vi tormentano per entrare (quasi tutti offrono un pasto in terrazza, anche quando ci sono 5 gradi e spira il vento).  Istanbul, insomma, è unica. E’ un dato di fatto: non c’è un’altra città al mondo adagiata su 2 Continenti e che è stata la Capitale di 2 diversi Imperi.