Con piragna o pesci piranha si indica un gruppo di pesci d’acqua dolce che vivono in fiumi e lagune del Sudamerica. Appartengono a cinque generi della sottofamiglia dei Serrasalminae
La definizione è tratta da Wikipedia.
Il 3 agosto del 1978 io ero piuttosto carico, perchè a Parma stavano completando l’ampliamento dello stadio da baseball in vista dell’edizione dei Mondiali, che sarebbero iniziati il giorno 25. Negli Stati Uniti debuttava al cinema l’opera prima di un regista trentenne di origine italiana: Joe Dante. La New World Pictures, dove Joe lavorava da qualche anno, era rimasta impressionata dal successo ottenuto da Steven Spielberg con Lo squalo e aveva deciso di provare con qualche altra creatura acquatica e cattivissima. Nacque così Piranha che, ci raccontano le cronache dell’epoca, “Venne realizzato in un mese e con scarsissimi mezzi”.
Sarà stato il talento di Dante, ma il film ebbe un successo inatteso, sia negli Stati Uniti che nel mondo. La New World Pictures ne trarrà un sequel (Piranha 2-The Spawning, diretto nel 1981 da un giovane James Cameron) e anni dopo fu la volta dei remake: Piranha-La morte viene dall’acqua (1995) e Piranha 3D (2010).
Non è tanto chiaro se il film di Dante vuole essere un omaggio o una parodia delle atmosfere de Lo squalo, ma una cosa è certa: i piranha di Dante (ancorchè modificati geneticamente per vincere la guerra in Vietnam) spolpano la gente viva.
Quando sono finito in acqua nel Rio Miranda in Brasile, a causa di una brillante manovra con la canoa (ne parlo nel pezzo sul Pantanal), non era la prima volta che nuotavo in un corso d’acqua abitato dai piranha. Nel Rio Napo in Ecuador la guida Fausto mi aveva ripetutamente spiegato che i piranha non attaccano, a meno che non si perda sangue: “Secondo te” spiegava Fausto “Mi tufferei, se fosse pericoloso”.
L’argomento era incontrovertibile, almeno usando la logica.
Risalito dall’acqua dopo il tuffo non voluto, avevo chiesto alla guida brasiliana se veramente i piranha fossero innocui. E lui, dopo averci pensato un po’, mi ha detto che conosceva solo un caso di uomo attaccato da piranha nel Pantanal. Un agricoltore, perseguitato da uno sciame di api, aveva pensato di liberarsene tuffandosi in acqua. Si era però ferito e aveva finito con l’ entrare in acqua sanguinante. I piranha non gli avevano lasciato scampo. “Se ti attaccano, in effetti non hai speranza” aveva sentenziato la guida.
Non ho trovato notizie di questo fatto, ma sicuramente di casi in cui i piranha hanno attaccato esseri umani ce ne sono.
Ad esempio, nel 2012 un giovane è stato azzannato da un grosso piranha nel sud della Cina, ai confini con Vietnam e Laos. Non è che i piranha siano tipici dei fiumi della Cina o dell’Asia in generale. Nella fattispecie, i responsabili dell’attacco erano 3 esemplari, quasi sicuramente buttati in acqua da qualcuno che voleva svuotare un acquario. La persona ferita ha per altro catturato il piranha, come si vede in questo video pubblicato dal sito del quotidiano Repubblica.
Questi pesci gregari (che vivono dunque in grandi gruppi) possono far male, ma se attaccano da soli non sono pericolosi per l’uomo.
E’ in effetti più impressionante l’episodio accaduto nel Natale del 2013 a Rosario (Argentina). I piranha hanno ferito circa 70 persone che facevano il bagno nel fiume Paranà, staccando letteralmente brandelli di carne o, nel caso di una bimba particolarmente sfortunata, un dito. E’ il primo episodio del genere registrato in Argentina ed è stato ricondotto a una ondata di caldo particolarmente intensa. A suo tempo, la stampa italiana ne parlò con dovizia di particolari.
Sia l’episodio del 2012 (piranha che si trovano in ambiente ostile, nel quale non trovano prede) che quello del 2013 (clima inusuale) dicono chiaramente che i piranha attaccano l’uomo in condizioni straordinarie. Se sono particolarmente affamati (nelle stagioni secche è più probabile), ovviamente diventano più pericolosi. Ma se non sono tantissimi, sono pur sempre pesci di 30-40 centimetri, dai quali ci si può assolutamente difendere. In ogni caso, per evitare sorprese, quando ci si bagna in acque abitate dai piranha, è necessario fare attenzione a non avere ferite e anche a non creare condizioni per cui potrebbero andare in frenesia alimentare, tipo buttando (dopo la pesca) interiora di pesce nell’acqua. L’attacco dei piranha che fa ribollire l’acqua non è in effetti una leggenda metropolitana, come questo video amatoriale che circola su YouTube dimostra.
Per quel che riguarda la mia personale esperienza, siamo più pericolosi noi per i piranha che non viceversa.
Una delle principali attrazioni offerte ai turisti che visitano i tratti di foresta dove vivono questi pesci è provare a pescarli. Si usano pezzi di carne come esca (il che è apparentemente inquietante, ma in effetti molti pescatori infilzano un verme vivo nell’amo) e il vantaggio è che il piranha è molto aggressivo, quindi tende a mordere con foga di tutto.
Nel Pantanal mi è capitato che un piccolo piranha dalla pancia rossa ha aperto così tanto le fauci che ha finito con l’infilarsi un occhio con l’amo e non l’ho nemmeno potuto ributtare in acqua.
In Amazzonia la guida Hernan (lo conosceremo meglio più avanti) ha fatto una tremenda fatica a trovare una zona nella quale i piranha abboccassero, ma quando ho preso un pancia rossa bello grande si è rifiutato di farlo slamare a me: “Questo pesce è molto pericoloso”.
In effetti, va chiarito che di piranha ci sono un 25 tipi diversi e che quello con la pancia rossa è considerato il più aggressivo.
Il barcaiolo Victor a Los Llanos in Venezuela ha mostrato che un piranha dalla pancia rossa continua a mordere finchè gli rimane un briciolo di vita e che le sue mascelle tranciano tranquillamente, e di netto, un ramoscello.
Alla fine di queste gite, il piranha pescato ve lo grigliano. Ha una carne saporita, ma non è un pasto troppo soddisfacente, visto che il corpo ha moltissime lische.
Dei piranha comunque non si sa moltissimo. Recentemente, l’Università di Liegi ha iniziato uno studio che vorrebbe dimostrare che questi pesci comunicano attraverso i suoni. Ma di studi sui piranha non ce ne sono in effetti molti: la brutta fama che hanno nell’immaginario collettivo non ha particolarmente stimolato nemmeno i ricercatori.
Per concludere, torniamo a Joe Dante.
Lasciata la New World Pictures perchè non voleva più saperne di mostri acquatici, si è dato ai licantropi (L’Ululato, 1981). Notato da Steven Spielberg, ha diretto Gremlins (1984, clamoroso successo di pubblico) e uno degli episodio di Ai confini della realtà. Ha poi infilato una serie di flop, tra i quali il sequel di Gremlins (1990).
Oggi Joe Dante è un regista di culto. Non ha più ottenuto successi esplosivi, ma ha regalato film paradossali e memorabili, come La seconda guerra civile americana (1997) e Looney Tunes back in action (2003). Nel 2009 è stato addirittura chiamato a far parte della giuria del Festival di Venezia. Per lui, che nasce cinefilo e critico intellettuale, si può dire che sia una vittoria.
Il mio Brasile 6- continua
1-La Storia 2-Leggendo i ‘Versi Satanici’ di Rushdie
3-Ipanema e Copacabana 4-Ultimo ricordo di Rio
5-Il Pantanal