I diari del 2001: l’arrivo in Germania

Diario di un cronista itinerante, FICTION E PROGETTI EDITORIALI

Quando mi imbarco a Malpensa per Colonia il 28 luglio del 2001, non sono neanche tanto sicuro della distanza che c’è tra l’aeroporto e Bonn. So benissimo che Bonn era la Capitale della Germania Ovest. Ma dal 3 ottobre 1990 la Germania è stata riunificata e la Capitale della Germania unita è Berlino, senza più il muro. E devo ammettere, fino a quando ci sono andato nel 2001, non avevo fatto caso che Bonn era attaccata a Colonia.
A rileggerle questi Diari di quella fine luglio, mi vien da sorridere. Perché sono proprio l’archetipo di tanti altri Diari che scriverò e sono proprio scritti da me: qualche ansia da viaggio (a cominciare dalle valigie smarrite…), ripetute citazioni di Star Trek, qualche episodio leggermente romanzato, l’osservazione dei dettagli. E’ stato davvero giusto riprenderli in mano.
Tutto quanto trovate in corsivo (e non in corsivo e neretto) nel testo che segue, l’ho aggiunto editando oggi quello che avevo scritto nel 2001. Anche le foto le ho aggiunte adesso.

28 luglio Mi cade il mito dell’Efficienza Teutonica

Il centro di Bonn
Il centro di Bonn

E’ iniziata presto la prima giornata di baseball.it all’Europeo di Bonn. Ma rischia di finire tardissimo.
Premetto: se succede qualcosa di male al presidente di Air France, la colpa è assolutamente mia. Malpensa sta migliorando aveva detto oggi.
Si, certo. A parte il piccolo problema che han spedito la valigia del sottoscritto chissà dove e fatto partire l’aereo in ritardo di un’ora perché nessuno era in grado di trovare il modo di trasportare un cane. In stiva, causa malfunzionamento della pressurizzazione, sarebbe morto. E il cane, un bulldog francese, valeva 15 milioni. Di lire (l’euro non c’era ancora…)
Di lasciarlo, anzi lasciarla, non se ne parlava. La bestiola era attesa da una seduta di riproduzione nientemeno che a Maastricht.
A Bonn comunque ci sono arrivato: senza valigia, sudato e con 100 marchi che Lufthansa mi ha regalato: “Si compri qualcosa, non si sa mai…domani é domenica”.
Consiglio seguito: nel centro di Bonn ho investito i 100 marchi in un paio di camicie (proprio da crucco, per la veritá) e biancheria intima. Oltre ad un riduttore per la presa elettrica del mio computer. Perché i tedeschi, giustamente, usano le prese tedesche.
Saltato a piedi pari il pranzo, rammaricato per non aver dato il giusto peso alla popolazione femminile di Bonn, mi sono anche fidato di un tecnico azzurro: “Vai pure a piedi, al campo”. Eccomi qui 14 minuti dopo, madido e pronto a raccontarvi Italia-Germania.
Azzurri, almeno voi non fate scherzi!

29 luglio Mi cade il mito dell’Efficienza Teutonica-2

La mia valigia è segnalata a Los Angeles, località che, notoriamente, non è sulla strada che da Milano porta a Bonn.
E’ successo che in coda davanti a me al check in c’erano 4 ragazzi diretti in California e il nastro trasportatore li ha voluti omaggiare della mia bellissima borsa bianca e blu, omologata da trasferta di lavoro. Ma alla Lufthansa si sono detti ottimisti: in serata arriverà.
Io intanto posso sfoggiare la tenuta acquistata con i loro 100 marchi.
Tornando al memorabile viaggio di ieri, vi devo descrivere un episodio abbastanza curioso. Una mamma tedesca ha portato la sua bambina ad urinare di fronte al pulmino che ci doveva trasportare sotto bordo, proprio lì, sotto gli occhi di tutti. Al termine della seduta, l’area bagnata (se rapportata alla dimensione della bambina) era impressionante. Voglio dire, il bisogno doveva essere impellente. Ma vi chiedo: quali sarebbero stati i commenti, se l’iniziativa l’avesse presa una mamma italiana in Germania?
Nel mentre, sono preoccupato per il bulldog francese che ci ha fatti ritardare di un’ora. Adesso che ci penso, il suo padrone aveva detto che forse i disagi a cui i cattivoni della Lufthansa l’avevano sottoposta le faranno ritardare l’ovulazione. E lui a Maastricht non si poteva fermare oltre oggi. Che strazio, lasciare la bestiola da sola.
Gli azzurri intanto mi hanno lasciato solo. Hanno abbandonato il Gustav Stresemann Institut per trasferirsi in centro. Certo, non so dargli torto. Qui in riva al Reno c’è un caldo che sembra di essere ai Caraibi e i nostri si sono ben guardati dal mettere un condizionatore o, almeno, un ventilatore. Ieri la nazionale francese, che staziona al mio piano, ha preso la decisione di dormire con tutte le porte aperte, per creare corrente.
Oltre ai francesi ho individuato i belgi, nostri avversari di oggi, e i cechi. Nessuna traccia dell’Olanda, però.
La zona ha comunque altri vantaggi. Nel parco adiacente si tiene una manifestazione a metà tra la Festa dell’Unità e la loro Oktober Fest. Pur devastato e con le vesciche ai piedi, ieri sera mi ci sono voluto tuffare. Ottenendo 2 risultati: trovare un prosciutto arrosto che nemmeno la mia paninoteca preferità (Da Walter, in centro a Parma…e la citazione mi vale almeno un Wallisburger…) propone e arrivare alla consapevolezza che il mio Tedesco ha bisogno di un po’ d’esercizio. Con almeno 75 stand di birre di tutti i tipi, ho ordinato quella che secondo me avevo bevuto ai tempi dei miei studi in loco (1980, per la cronaca). A parte pagarla un bel 11 marchi, mi è arrivata una sostanza di un colore indefinibile. Se siete pratici di Star Trek, potrei dire che assomigliava alla birra romulana, per farmi capire.
Una ragazza si è avvicinata per chiedermi con che cosa avessero allungato la berliner weisser, ma ho dovuto rispondere con un laconico: “Non so bene cosa ho acquistato”, allontanandomi poi in un evidente stato confusionale. Ma la festa è molto interessante, praticamente c’è tutta Bonn e forse anche un pezzo di Colonia. Ci tornerò.
A proposito di rinfrescare la conoscenza delle lingue straniere, ieri il Presidente della Federazione Europea Aldo Notari ha dichiarato aperto (in Inglese) de iuròpian cempionscip. No, presidente. E’ iuropìan. E poi, dov’è sparito dopo aver dichiarato aperto il campionato?
A fianco di Notari hanno inaugurato l’Europeo il presidente della Federazione Tedesca Frank Wagner, il Sindaco di Bonn Baerbel Dieckmann e il rappresentante dello sponsor, una ditta che produce acqua minerale, Wolfgang Stubbe, che ha rivelato insospettabili doti di lanciatore e si è anche dato un vigoroso cinque con il catcher della Germania Radicke.
La cerimonia d’inaugurazione si è svolta in un clima di delirio. Secondo me, la birra circola a fiumi nel prepartita. E con questo caldo fa effetti strani. Quando gli altoparlanti hanno diffuso l’Inno italiano, i tedeschi sembravano tanti Schumacher…lo ricordate quando dirigeva l’orchestra nel modo che avrebbe fatto arrabbiare l’attuale Vice Premier Fini? Evidentemente, per loro Fratelli d’Italia è una canzonetta.
Di pubblico alla prima ce n’era tanto: almeno 4.000, sparsi ovunque e molto coinvolti dai giochini e dalle musichette diffuse dagli altoparlanti. Lo stadio Rheinaue di Bonn è la tipica struttura dell’Europa del nord. Più un campo che uno stadio, dove la gente soggiorna per ore dopo la partita, magari intrattenendosi con i giocatori.
Non so dirvi che tipo di interesse susciti il baseball qui. Alla partita ho visto le telecamere di Deutsche Welle, ma i giornali pubblicano poco o nulla. La Germania ha 25.000 praticanti ma nessuno stadio illuminato. Non so, mi riservo il giudizio.
Ed ora mi congedo per prepararmi alla gara numero 2 degli azzurri, che affrontano il Belgio allo stadio Muengersdorf di Colonia.

30 luglio E’ caduto definitivamente il mito dell’efficienza teutonica

Il Duomo di Colonia visto dal Reno
Il Duomo di Colonia visto dal Reno

Qualcuno, nel triangolo Milano-Los Angeles-Colonia, è in possesso del carica batterie del mio cellulare. La Lufthansa mi ha recapitato la valigia con tante scuse ma senza questo ausilio importante. Tutto ciò, oltre che essere seccante, mi impedisce di poter telefonare qando voglio. Dopo anni di cellulare dipendenza, mi sento quasi nudo.
L’impiegata Lufthansa mi ha chiesto di inviare un fax per segnalare che oggetto è sparito e che prezzo gli attribuisco. L’ho fatto fare dalle 2 impiegate della reception, che ormai quando mi vedono la buttano sul ridere, visto che devo essere il cliente che ha creato più problemi nella storia di questa struttura.
A parte questo, i tedeschi sono forti. Le loro città sono molto belle, con il centro tutto pedonale e la struttura ad anelli che evita quasi costantemente gli ingorghi di traffico. Non c’è granchè di antico da visitare, ma come sapete le città tedesche hanno avuto qualche problema, verso la metà degli anni ’40 del 900, e sono state ricostruite in fretta, senza tanti dibattiti sul com’era dov’era.
Sul trasporto pubblico, poi, ci fanno costantemente vergognare. Sento da anni parlare in Italia di metropolitane leggere come se fossero astronavi dotate di motori a curvatura. Beh, qui le hanno già e perfettamente funzionanti.
Ieri ero a Colonia, come sapete. Dal mio albergo a piazza Duomo ci vuole una bella ora con la cosiddetta U Bahn. Ma è un’ora rilassante. Il convoglio costeggia il Reno in un paesaggio quasi bucolico. Le rive del grande fiume sono invase da bagnanti della domenica e le sponde sono percorse da amanti del jogging e dei pattini a rotelle. Tutto molto tranquillo.
I tedeschi sono forti, dicevo. Salgono sulla U-Bahn con la bici. Niente di creativo, sia chiaro: esiste un’apposita tariffa per chi sale in bicicletta.
Colonia è sempre la stessa. L’ho visitata in 3 decenni diversi e non l’ho trovata per niente cambiata. Presso Neumarkt, il vero centro, hanno anche allestito un campo da beach volley, con tanto di sabbia. Si sa che per i tedeschi è quasi un obbligo vivere la città. Comunque, ieri giocava una biondissima in bikini. Molto scarsa, come giocatrice. Ma a livello di pubblico ha fatto comunque il pieno di italiani.
Lo stadio di Colonia è immerso nel verde. Bellissimo. Peccato che la postazione stampa abbia esattamente il solenei denti. Roba da finire arrostiti. Disperato l’arbitro spagnolo Ruiz: “Abbiamo preso gli unici 3 giorni di caldo dell’anno”. Non so se è così, ma fa molto caldo davvero.
Arbitri: ho fatto il viaggio da Colonia a Bonn con i 3 che hanno diretto Italia-Belgio. Volevo rassicurare alcuni dirigenti che conosco: anche gli arbitri sono esseri umani. Il loro comportamento è come quello di ognuno di noi. Semmai (parlando dei 3) stupisce che si ritengano anche capaci di arbitrare…
I tedeschi sono piuttosto disturbati dal mio essere italiano di dimensione atipica. Lo vedo, ancora oggi per loro l’Italiano è piccolo, nero e con il mandolino.
Niente paura, però. Il segno distintivo degli italiani ce l’ho io come tutti voi: quando passa una bella ragazza, mi volto. Non è mica un delitto, no? Invece loro, i crucchi, sembra girino con il paraocchi.
Sono stato in centro a Bonn per fare colazione da Giacomo Il cafè della vostra città, come recita testuale l’insegna. Un cappuccio 3.90 marchi. Alla faccia. Un’acqua minerale da mezzo litro 2.50 marchi: un prezzo da spiaggia della Sardegna a Ferragosto con i bar in sciopero. Una pizza, clamoroso, costa invece dai 10 ai 15 marchi. Tanto come a Parma o Bologna.
In città ho incontrato un gruppetto di azzurri. Franco Casolari mi ha chiesto se gli traducevo un articolo su di lui, dove lo paragonavano ad un gigolo. Ehm…veramente c’era scritto che non lo si potrebbe proprio scambiare per un gigolo di una spiaggia di Rimini. Che roba è? Leggo il titolo: Baseball alla pasta.
In poche parole, dicono che noi italiani siamo grassi. Oddio, per quel che riguarda chi scrive, non è mica tanto un’offesa. Ma Casolari? L’uomo con i muscoli sopra i muscoli, come dice un nostro amico?
Leggete qui: Casolari fa onore alla cucina di mamma…potrebbe offrire un Tiramisù a Berlusconi. Tutto questo per dimostrare che Il baseball è uno sport nel quale c’è una posizione per qualsiasi atleta.
Ma secondo me, ragazzi, Francone da Anzio (non Nettuno: Non ti sbagliare, mi ha detto lui) non lo avete visto bene. O forse quel fuoricampo di sabato contro la Germania vi ha dato un po’ fastidio?