Del Tokyo Dome e la legge per gli stadi italiani

BASEBALL, Giappone, SCHIROPENSIERO

Durante il mio precedente viaggio a Tokyo avevo scritto 2 articoli sul Giappone. Riprendo da lì

Il parco divertimenti a Tokyo Dome City
Il parco divertimenti a Tokyo Dome City

Noi in Italia siam lì che aspettiamo una legge per costruire degli stadi da calcio nuovi, nonostante l’esistente risalga in gran parte agli anni ’60 o prima e quel che è stato fatto dopo sia stato fatto in gran parte male, mentre qui a Tokyo attorno al Dome (detto anche, The Big Egg, il “grande uovo”: è lo stadio da baseball coperto più grande al mondo, 55.000 spettatori) c’è addirittura una città del divertimento. Si chiama Tokyo Dome City dal gennaio 2000, prima era Big Egg City. Dal 2003 è stata arricchita con LaQua, una Spa e centro benessere.
La cosa più bella è che il Tokyo Dome non è che sia recentissimo: è stato inaugurato il 17 marzo 1988 (è stato il primo stadio coperto giapponese), cioè quando noi stavamo progettando la famosa copertura di San Siro a Milano che non fa più crescere l’erba e il Delle Alpi di Torino da quale non si vedeva la partita (a questo, almeno, la Juventus ha rimediato una ventina d’anni dopo il danno) o il San Nicola di Bari con le scale ripide come quelle che salgono agli altari dei monasteri tibetani.
Altrettanto bello è il fatto che il Dome non è in un paese in enorme crescita economica. Il Giappone ha moltissime similitudini con l’Italia, della quale era alleato nella disastrosa seconda guerra mondiale. Per inciso, tutti sanno che la guerra ebbe per il Giappone conseguenze ancora più drammatiche di quelle che ha avuto per la Germania (praticamente rasa al suolo) e per l’Italia (che notoriamente si era arresa, ma è stata devastata da 2 anni di guerra civile). Il Giappone resta l’unico paese al mondo contro il quale siano state usate armi nucleari.
Tornando alle similitudini con l’Italia: il Giappone è un paese sempre più vecchio, come l’Italia sta diventando. Ha vissuto la deflazione, dopo la crescita zero. Ha avuto Governi devastati dalla corruzione. Ha una dinastia Imperiale con status di semi divinità (noi non ancora, ma ci stiamo lavorando). Infine, è un paese fortemente laico ma travestito da spirituale. Uguale a noi!
Perchè dunque a Tokyo hanno questo gioiello dal 1988 e a Roma l’unica speranza che succeda lo stesso è affidato a statunitensi dalla chiacchiera facile e dal portafogli cucito?
Mi rendo conto che si tratta di una bella domanda.

Il Tokyo Dome durante il pre game della All Star Europa martedì 10 marzo
Il Tokyo Dome durante il pre game della All Star Europa martedì 10 marzo

E’ la seconda volta che vengo a Tokyo, ma in 2 visite non riuscirò a sommare una settimana di presenza. Tanto per dire: la zona est della megalopoli, quella delle municipalità speciali, è formata da 23 città nella città. Io ne ho viste per il momento 2, con una puntatina alla terza. Devo sinceramente ancora capire cosa si intende per centro di Tokyo, visto che nel 2013 mi è stato detto che il tempio Sensoji ad Asakusa è il cuore di Tokyo, ma sul sito del Dome leggo che si trova nel cuore di Tokyo.
Da una sommaria analisi su Google, sembrerebbe in effetti che Asakusa e Bunkyo siano distanti appena 5 chilometri e che dal Dome al Grand Prince Hotel Takanawa, dove alloggiavo 2 anni fa e che è vicino al porto, se ne debbano percorrere poco più di 9. Insomma, Tokyo è enorme e affollatissima (13.3 milioni di abitanti all’ultima verifica, 1° maggio 2014), ma io per ora sono sempre stato nella stessa zona.

Mi appresto a scendere al piano sotterraneo del Tokyo Dome Hotel. Da lì un tunnel mi porta direttamente all’ingresso del campo. Considerando che dentro l’albergo, o nell’adiacente City, ci sono negozi, ristoranti, persino un Seven Eleven aperto 24 ore, addirittura un Luna Park con un ottovolante esagerato, ho realizzato una cosa inquietante: uno potrebbe scendere dall’areo, salire su un taxi o un treno (c’è una stazione qui di fronte) e vivere non uscendo per niente, finchè sta a Tokyo. Le caves of steel in cui immaginava confinata l’umanità Isaac Asimov temo non siano fantascienza.