Cronaca, opinioni e dibattito

BASEBALL, MULTI MEDIA, SCHIROPENSIERO

Ho recentemente scritto una lettera a BaseballMania per rispondere a una serie di affermazioni fatte dall’opinionista Ezio Cardea.
Cardea mi ha risposto, premettendo che mi ringrazia per il tono pacato che ho usato.
Sono sostanzialmente d’accordo sul fatto che nelle discussioni è opportuno usare un tono educato, se non proprio pacato. Si può essere duri senza insultare.

La contro risposta di Cardea mi crea solo un problema: mi invita a ribattere ulteriormente e questo comporta il rischio di trovarmi in un dibattito.
Non mi tiro indietro di fronte alle discussioni, ma in questo clima da campagna elettorale continua (che percepisco da metà 2012 e che non accenna a diradarsi) trovo inopportuno farlo.
Colgo però l’occasione di sintetizzare alcune opinioni che esprimo da decenni e che non ho intenzione di cambiare, in modo che chi intende discutere con me sappia cosa aspettarsi:

1) Aumentare il numero delle squadre nei campionati per il gusto di aumentarle non serve a nulla
2) A baseball si deve giocare nei mesi in cui il tempo atmosferico è favorevole. Iniziare a marzo per terrompersi ad agosto non ha senso
3) Prendere a termine di paragone quel che è accaduto 30, 40 o addirittura 50 anni fa non ha senso
4) Il livello tecnico e il livello atletico dei giocatori di oggi è di molto superiore a quello dei loro colleghi degli anni ’80 e ’90
5) Il baseball ha molta più visibilità oggi rispetto agli anni ’80 e ’90 e rispetto ai primi anni di questo secolo

Fare comunicazione è il mio mestiere. E per questo so benissimo che è ben difficile ottenere visibilità se quello che si vuole comunicare  non ha un valore oggettivo (diciamo oggettivamente percepito; per essere ancora più chiari: se non ne frega qualcosa a qualcuno). L’offerta di contenuti è davvero enorme e la necessità di ottenere attenzione lo è anche di più, in anni nel corso dei quali le vendite dei giornali sono crollate, la vendita dei giornali on line non decolla, se non per gli specialisti come Il Sole 24 Ore e la reazione degli editori è una stretta alle spese, con conseguente calo dei giornalisti a libro paga e ovvio impoverimento dei contenuti che, inevitabilmente, porta a ridurre ancora di più le vendite.
Oggi, nel secondo decennio del ventunesimo secolo, è anche molto improbabile avere successo con azioni di propaganda pura. Ma allo stesso tempo, è molto più facile comprare spazi (chi non vende giornali, dovrà pure trovare un modo di incassare…) e illudersi che quello che andiamo a raccontare sia la verità. O, peggio, che cambierà la realtà.

Ripeto: fare comunicazione è il mio mestiere. Non dico una missione, ma quello del giornalista lo ritengo un lavoro nobile. E propongo anche qui qualche punto dal quale non penso si debba derogare:

1) Separiamo i fatti dalle opinioni (Fatto: Lo scorso fine settimana si è aperta la “Lega del Sole”; opinione degli organizzatori: “E’ una svolta per il baseball italiano”; opinione mia: “E’ un torneo amatoriale come molti altri”)
2) I fatti verifichiamoli, appena è possibile (tornando alla “Lega del Sole”, ho chiesto di conoscere il calendario, i roster delle squadre, l’elenco dei giocatori tesserati nel 2015 in A o nella IBL)
3) Scriviamo di baseball, non delle beghe attorno al baseball. Scriviamo di prese, di corse, di strike, di palle veloci, di ricordi. Ma alle elezioni federali, dedichiamo giusto quel mese ogni 4 anni. Ce n’è d’avanzo

Chi vuole commentare con me, scriva a info@riccardoschiroli.com