Quando ho aperto la categoria Il Mio Beagle sul sito, ero convinto di pubblicare testimonianze molto frequenti sull’evoluzione del mio rapporto con Chicca. Ma una delle conseguenze di avere un beagle in casa è che cala drasticamente il tempo che si ha a disposizione.
Il 7 marzo Chicca ha compiuto 2 anni. Pur perfettamente consapevoli del fatto che non è in grado di apprezzarlo, abbiamo (sobriamente) celebrato il suo compleanno. Noi e la vicina di casa, che la vizia lasciandole un biscotto fuori dalla porta ogni mattina.
Convivere con un cane significa abbracciare una routine. I canidi sono animali estremamente abitudinari e, se li vogliamo sereni, è bene garantirgli alcune certezze. Sapendo naturalmente che la loro priorità è nutrirsi.
A proposito del cibo, ammetto che Chicca l’ho viziata un po’. Il suo naso micidiale da segugio la allerta ogni volta che mangio. E mi fa la posta fino a che non sgancio qualche avanzo. C’è un vantaggio, in tutto questo: non esiste più scatoletta o contenitore che finisca nella spazzatura con residui di cibo.
Come nutrire un beagle richiederebbe un trattato. Sono cani iperattivi, quindi decisamente famelici. Sono inoltre saprofagi e, già di loro, cercano di mangiare qualsiasi schifezza che si trovi in giro. Se poi li si tiene a stecchetto a casa, uscire con loro può diventare una sfida.
Diciamo che non mi pento di aver concesso a Chicca il privilegio di finire i miei pasti (i classici sono i contenitori dello yogurt e le scatolette di tonno). Un po’ perché non penso mi avrebbe lasciato in pace, se mi fossi rifiutato. E soprattutto perché abbiamo raggiunto un equilibrio accettabile. E la cosa non era scontata, durante le prime settimane di convivenza.
Chicca dorme nella sua cuccia sul balcone, confinata nello spazio che ha conosciuto fin da piccola. La mattina si fa sentire non appena percepisce che io o mia moglie siamo in giro. Poi la giornata prosegue con l’uscita mattutina, il primo pasto, diverse ore in cui sonnecchia o addirittura dorme. Attorno alle 18, inizia a farsi molesta e quindi scatta la seconda uscita. Dopo la cena, passa praticamente tutta la sera a dormire.
Io dedico circa 4 ore al giorno a Chicca. Considerato che nelle mie abitudini c’è da anni una passeggiata di un paio d’ore a fine giornata, mi sono dovuto ricavare le altre 2 ore. E le ho tolte al sonno e al tempo libero. Anche se lavoro in casa, e senza orari predeterminati, ho dovuto anticipare l’inizio della mia giornata.
L’impegno è naturalmente consistente. Quando sono in trasferta per lavoro, mia moglie necessita dell’aiuto di una dog sitter. D’altra parte il beagle è un cane che ha bisogno di attenzione. E ha bisogno di muoversi. Mi permetto quindi di sconsigliare di adottare un beagle a persone che non sono nella condizione di dedicare queste 4 ore della loro giornata al cane. Lasciare un beagle 8–10 ore a casa solo, anche se si dispone di un ampio giardino, è sconsigliabile. Finirebbe con l’annoiarsi e inizierebbe a fare guai.
Ci sono altre cose che rendono il beagle un cane non per tutti. In passeggiata, tende a voler fare di testa sua. Se lo portate a spasso con la pettorina, e non lo assecondate, molto facilmente imparerà a sfilarsela. Il beagle non è un cane facile da addestrare. So di proprietari di beagle che si sono visti restituire i soldi dagli addestratori, sconfortati dal non essere riusciti a ottenere risultati.
Io non sono sicuro di essere stato bravo ad addestrare Chicca. Ma come ripeto, la nostra convivenza ha raggiunto un buon equilibrio. Capita che io mi arrabbi (se non siete sicuri del significato del termine testardo, provate a osservare un beagle…), ma c’è un certo numero di comandi base ai quali Chicca risponde.
Ho definitivamente rinunciato a pensare di poterla liberare a cuor leggero fuori da zone recintate. Se anche Chicca dimostra di non voler perdere contatto con me, so benissimo che il suo formidabile nasone può intercettare una pista in qualsiasi momento. E se un beagle prende una pista, non risponde più. Si chiama sordità selettiva, mi hanno detto. E l’unico rimedio è fermarsi dove il beagle è stato liberato e aspettare che torni.
Andare in giro con Chicca mi ha insegnato diverse cose.
Ad esempio, ci sono molti proprietari di cani che pretendono l’esclusiva dei loro animali. Sono sostanzialmente gelosi degli altri cani. O non accettano che il loro cane giochi…da cane. Il che prevede latrati, ringhi e l’uso della bocca.
Un’altra cosa che ho imparato è meno piacevole. Molti proprietari di cani se ne fregano delle deiezioni dei loro animali. Lo trovo inconcepibile, anche nelle aree cani. Senza un minimo di cura di chi le frequenta, diventano letamai.
In questi 2 anni scarsi mi sono anche, e definitivamente, convinto del fatto che il cane è un individuo. Voglio dire: è inutile che ci dialoghiate o che gli facciate le ramanzine, ma un cane potete farlo felice o ferirlo nei sentimenti. Certo, il cane vive la sua esistenza in modo molto più semplice rispetto a noi e il suo cervello non gli consente di rielaborare i ricordi più di tanto. Ma statene certi, non vi portate in casa un pelouche.