Prima di discutere quale sia il miglior sistema per far vedere i video che si realizzano, sarebbe sempre bene realizzare i video. E prima di iniziare a lavorare a un video, sarebbe sempre bene capire se si hanno soldi a sufficienza per creare quel che si ha in mente.
Torniamo al sistema per far vedere i video. Sia esso YouTube, Snapchat, Twitter o una televisione via web, la qualità del video è (nel bene e nel male) indipendente dal canale che si sceglie per divulgarlo. Un video fatto bene (o male) resta fatto bene (o male) in qualsiasi modo lo si distribuisca. C’è comunque un distinguo da fare: un video di qualità bassa è plausibile su una piattaforma social, meno su una TV via web, assolutamente non lo è su un canale televisivo tradizionale.
Un video può essere tante cose: cronaca, arte, pubblicità e persino uno scherzo. Per motivi che sinceramente mi sfuggono (sarà l’età che avanza?) oggi molta gente si sbellica dalle risate guardando video su YouTube cui io non dedicherei attenzione neanche sotto tortura. Il problema (dal punto di vista degli autori, il bello) è che questi video fanno centinaia di migliaia di visualizzazioni quindi, secondo il sistema introdotto da YouTube, valgono soldi.
Leggo sul Financial Times che la differenza tra le politiche sui video di YouTube e Facebook è che Youtube “paga i creatori di contenuto” mentre Facebook “paga i professionisti per permettere agli utenti di usare i contenuti”.
E’ qualcosa che va anche un po’ in contrasto con quanto recentemente affermato dal fondatore di Facebook Zuckerberg: “Noi siamo una tech company, non una media company”. Come dire, loro offrono la piattaforma, non sono quelli che scelgono il contenuto da distribuire.
La verità è che i contenuti video che vanno per la maggiore sono quelli di qualità e trasmessi in diretta. YouTube ha verificato che i contenuti trasmessi in diretta hanno 6 volte più visualizzazioni rispetto a quelli che nascono per l’on demand. Non a caso, YouTube ha trasmesso la Champions League di calcio e ottenuto milioni di visualizzazioni.
Snapchat con le dirette delle Olimpiadi ha avuto 49 milioni di visite.
Nel mio piccolo, con il canale YouTube della Federazione Baseball Softball (FIBS Channel) ho verificato che le dirette delle finali hanno ottenuto circa 10 volte le visualizzazioni dei servizi faticosamente (costano ore di lavoro in fase di montaggio) realizzati come riepilogo delle giornate di campionato. Le stesse dirette valgono, come accessi, 50 volte gli esperimenti che alcuni volenterosi hanno realizzato con webcam fisse.
YouTube non è ancora il mezzo ideale per trasmettere baseball in Italia. Il pubblico tanto interessato al baseball italiano da stare 3 o 4 ore davanti a un video non è poi giovanissimo e potrebbe non avere tutta questa familiarità con lo strumento. Ma è un mezzo molto promettente, specie alla luce del fatto che le connessioni a internet che garantiscono banda stabile in download dovrebbero aumentare in modo esponenziale nel corso dei prossimi anni.
Lo strumento per trasmettere i nostri video (e anche le nostre partite) è quindi consolidato, non c’è da inventarsi nulla Ma i video dobbiamo continuare a produrli allo stesso modo e agli stessi costi. Le riprese con 4 telecamere rappresentano la qualità sufficiente per attrarre un appassionato per le solite 3 o 4 ore davanti a un video, ma sotto quello standard non è lecito andare. Se si vuole fare un favore al baseball e alla sua visibilità, naturalmente.
ottima disamina caro Riccardo bell’articolo