Prima di concludere la serie di articoli sul viaggio in Brasile, faccio una parentesi sui miei interventi all’Umpire e alla Scorer Convention.
Essendo dotato di un ego moderatamente ipertrofico, sono sempre abbastanza contento quando sono chiamato a intervenire alle Convention dei vari organi tecnici della FIBS. Ho raccolto così volentieri l’invito degli arbitri (argomento fisso: volevano che parlassi di arbitri e televisione) e dei classificatori (l’appuntamento si ripete da anni e mi viene lasciata piena libertà).
Alla Umpire Convention ho cercato di fare un incontro interattivo. Nel senso: sono partito da un filmato, sono tornato sul commento fatto a suo tempo e ho chiesto agli arbitri di esprimersi su come avrebbero commentato loro.
Non è andata come avrei voluto, perchè presto gli interventi della sala si sono orientati su come vorrebbero loro migliorare le telecronache. E’ stato comunque un confronto interessante.
L’argomento che ho scelto per la Convention dei classificatori era: i social network. Per me i classificatori sono a tutti gli effetti operatori della comunicazione e quindi devono considerare che i loro eventuali interventi sui social hanno una rilevanza.
Ho parlato di Facebook (il social network più celebre e usato), Twitter (il preferito dai giornalisti), di Google+ (e della importanza del posizionamento sul motore di ricerca omonimo) e di YouTube (e dell’incredibile opportunità che offre di far circolare video a chiunque.
L’occasione mi è stata molto utile per ribadire una serie di concetti, che provo a schematizzare:
1) Chi fa comunicazione non può cambiare le regole base solo perchè opera sui social network. Le notizie vanno comunque verificate.
2) I social hanno la potenzialità di raggiungere quasi chiunque, ma la visibilità non è uguale per tutti. Se c’è un posto (per quanto virtuale) nel quale non siamo tutti uguali, questo è proprio il nostro social network preferito.
3) Per divulgare notizie agli operatori dei media è sempre bene scegliere i canali tradizionali (telefono) o istituzionali (e-mail).
Quello dei social network è un argomento vastissimo e che su questo sito ho già affrontato più volte negli articoli sulla mia esperienza di formazione continua come giornalista professionista. Per questo non voglio ripetermi più di tanto, scendendo nei dettagli di quello che ho detto.
Mi preme però ribadire che l’informazione è o buona o cattiva, semplicemente. E che l’utilizzo dei social non è automaticamente una porta aperta verso un linguaggio scorretto, volgare e nemmeno giustifica l’uso di un Italiano sgrammaticato.
Il fatto di usare i social network non ci rende per forza migliori ma nemmeno peggiori. Va fatto con cautela e perfettamente consapevoli di quella che è la nostra reputazione digitale, ovvero che ruolo ci attribuiscono gli altri utenti. E soprattutto, non dimenticando mai che quel che si rende noto attraverso i social network potrebbe non essere privo di conseguenze.