Taiwan che cambia

Asia Series 2013, BASEBALL

Mi chiedo chi è il genio della China Airlines ad aver pensato che, per la tratta Roma-Taipei, lo scalo ideale fosse Nuova Dehli. Che è probabilmente l’aeroporto più a rischio del pianeta. Questo si traduce in parecchi minuti di sana ansia, perchè i controlli di sicurezza sono accurati al limite del maniacale. Per dire: hanno voluto che estraessi tutti i cavi elettrici che avevo al seguito (che, come immaginate, non sono pochi…).
Che poi, i controlli di sicurezza: eravamo su un aereo da Roma, cosa ci sarà mai stato da controllare?

Mi sono pentito di non aver fotografato il cartello di “Welcome” che c’era per me all’uscitataichung moderna dell’aeroporto di Taipei. Ho visto parecchi giocatori del Bologna immortalare il loro “Welcome Fortitudo”, ma quando sono tornato sui miei passi per fotografarlo, lo avevano tolto.
E’ comunque curioso il fatto che gli organizzatori mi abbiano considerato parte del gruppo Fortitudo quando potevano darmi fastidio (tipo mettere la sveglia alle 8 il primo giorno o telefonarmi per dire che dovevo fare il check out 2 giorni prima della partenza) ma mi abbiano accolto con il mio cartello personalizzato.

Di cose per noi strane qui ce ne sono parecchie. Prima di tutto, ovviamente, la lingua. Non esiste una singola possibilità di comunicare con la maggioranza delle persone, se non si conosce il cinese. Non dico leggere, che è ovvio se non si è studiato il cinese, ma anche parlare. Anche parlare in Inglese e, spesso, pure in Italiano.
I cinesi dicono DAVVERO “elle” quando ci sarebbe da dire “erre” e in Italiano la cosa si rivela al limite buffa, se non hai fretta anche divertente. Ma in Inglese, è un autentico dramma. Il cinese medio parla in maniera estremamente faticosa in Inglese, perchè diversi dei suoni che corrispondono alle lettere o alle sillabe proprio non li sa pronunciare.
Non è neanche tanto facile farsi dire le parole e ripeterle a pappagallo. Perchè in cinese conta molto l’intonazione. Illuminante la dichiarazione di Valeria (che gli altri volontari dicono che è la mia baby sitter…): “Ho notato che gli italiani che imparano bene il cinese sono quelli che sanno cantare”.
Insomma, se non avete orecchio, scordatevi di comunicare.

taichung anticaUno dei momenti di maggiore imbarazzo è quando non riuscite a spiegarvi (cioè quasi sempre) e spunta un intermediario. Dovete sapere che i cinesi non è che siano tanto elastici e nemmeno tanto vogliosi di discutere. Se c’è una cosa che vogliono farvi fare, ve la ripeteranno fino allo sfinimento e senza muoversi di un millimetro dalla loro posizione iniziale.
Esempio: ero in un negozio e volevo pagare con la carta di credito VISA. Da quando (2000) me l’hanno clonata, non firmo il retro e, su richiesta, mostro il documento per dimostrare che sono veramente io. E’ molto più sicuro che non firmare, visto che se la carta viene smarrita o rubata, almeno non mi possono copiare la firma. Bene: “Regulation in Taiwan requires you sign”.
E io che spiego perchè non voglio firmare: “Regulations in Taiwan requires you sign”.
Visto che la mia testa è dura come la loro, mi portano da una specie di capa che (ovvio) parla solo cinese. E lì si svolge la scena tipica. La capa che parla per un’oretta e l’inteprete improvvisata che traduce mono sillabi. Alla fine: “Regulations in Taiwan requires you sign”.
OK, pago in contanti…

Chiunque venga a Taiwan, ricorderà le incredibili file di motorini parcheggiati ovunque. Lamotorini prima volta che sono venuto, sinceramente provavo la sensazione anche di respirare male per l’inquinamento. Ma magari era suggestione. O magari qualcosa hanno fatto, per migliorare la situazione.
Quello che ho notato (perchè molti dei motorini parcheggiati, prima o poi circolano) è anche che gli scooter sono tendenzialmente guidati da pazzi. Anche spiritosi, però: l’altra sera attraversavo la strada per andare dal mio Seven Eleven preferito e uno ha inclinato lo scooter per dare l’impressione che mi volesse travolgere.

Taichung cambia continuamente. Nel 2006 e 2007 il centro delle operazioni era un hotel periferico (zona bruttissima, ma vicino c’era un caratteristico night market). Dal 2010 ci hanno spostato in una zona che io credevo il centro: ci sono il centro commerciale Sogo (12 piani), non distante c’è il modernissimo Municipio e ci sono alcuni grandi alberghi. Lo Splendor (dove siamo ora; ha anche tutta un’area commerciale sua), Evergreen e One (forse il più lussuoso).
Ma il centro non è nemmeno questo. La città originariamente era sorta attorno alla stazione dei treni e poi si è allargata. Mi dicono che questa zona è sorta nel corso degli ultimi 10 anni, non prima. E si capisce bene, perchè basta girare l’angolo e si scoprono angoli di vecchia Taiwan.
WP_20131120_001Il difetto di Taichung è che non ha praticamente trasporti pubblici. Per spostarsi, è necessario fare ampio uso del taxi, che però (e per fortuna) è estremamente economico. Un tragitto che a Roma vale 15-20 euro, qui lo si risolve con 250 dollari, ovvero 6-7 euro. La cosa difficile è dire al taxista dove volete andare. E’ ampiamente raccomandata la dotazione di bigliettini con le destinazioni abituali (nel mio caso: lo stadio Intercontinentale) e comunque, se uscite dall’albergo per andare in un posto particolare, fatevi scrivere l’indirizzo in cinese.

Ho deciso di parlare diffusamente delle Asia Series dal punto di vista del baseball alla fine del diario. Prima mi devo occupare delle persone, del cibo e della tecnologia.