Riccardo Schiroli intervista Sadaharu Oh

Sadaharu Oh: il mio incontro con il Re dei Fuoricampo

Approfondimenti e curiosità, BASEBALL, SPORT

All’esterno della sala che ospitava il Congresso della Confederazione Mondiale di baseball e softball (che conosciamo come WBSC) si era formata una folla. Agenti di sicurezza, con tanto di auricolari e modi spicci, proprio come quelli dei film, creavano un corridoio per consentire a un anziano signore di spostarsi in una sala adiacente.

“Come, chi è?!”
Quando ho sgranato gli occhi e le ho abbaiato queste parole, l’impiegata dell’Amministrazione WBSC ha sbarrato ancora di più i suoi, di occhi.
“Quello è il più grande battitore di fuoricampo di tutti i tempi”.

Mentre mi avvicinavo a mia volta alla sala, ripensavo all’enormità di quello che avevo appena detto. E concludevo che non è per nulla un’enormità. Durante la sua carriera nella Nippon Professional Baseball (NPB), Sadaharu Oh ha battuto 868 fuoricampo.

Barry Bonds è arrivato a 762, Hank Aaron si è fermato a 755, Babe Ruth ne aveva totalizzati 714. Nei campionati Major League Baseball (MLB) non c’è nessun altro che sia mai arrivato a 700. Alex Rodriguez si è fermato a 696. Potrebbe facerla Albert Pujols, che alla fine della stagione 2019 era a quota 656, ma il 16 gennaio compie 40 anni.
Per la cronaca, dopo Sadaharu Oh nessun giocatore della NPB è arrivato a 700 homer. Dietro il leader troviamo, ben distanziato (657), Katsuya Nomura, un catcher classe 1935 che ha giocato fino alla veneranda età di 45 anni.

Sadaharu Oh cammina a passi svelti, con un sorriso perennemente stampato in volto. Che in Giappone gli eroi dello sport siano trattati da semi divinità non è per me una sorpresa. Ma Sadaharu Oh è un mito che si rende disponibile per tutti. Tanto che mi sono trovato a percorrere, avanti e indietro, la strada che separa le 2 sale innumerevoli volte, tanti sono i selfie che ha scattato con delegati al Congresso, semplici turisti, personale dell’albergo.

Da parte mia, non ho contato quante interviste ho realizzato dal 1984 a oggi. Sono certamente tante. Ma questa volta ero seriamente e sinceramente emozionato. Così l’ho detto all’interprete: “Per me, è un grande onore sedere qui”.
Sadaharu Oh ha teso l’orecchio per acoltare la traduzione. Ha aggrottato la fronte e poi ha sorriso, chinando il capo.

Il Mito non nasconde un vezzo. La cover del suo i-phone è di Louis Vitton. Appoggia comunque lo smartphone sul tavolo facendo attenzione che non intralci gli scatti del fotografo. Ai quali è preparato al punto da mettersi in posa. Da buon professionista, non guarda però mai in camera.

Sadaharu Oh durante l'intervista

Sadaharu Oh è assolutamente abituato alle interviste. E tende anche a portarle nella direzione che interessa a lui. Per questo mi dà un contentino (“devo fare i miei complimenti alla WBSC e al Presidente Fraccari per il successo che ha ottenuto con il Premier12“) e poi attacca con la sua World Children’s Baseball Fair. Nell’estate del 2020 a Chiba sarà dedicata esclusivamente al baseball femminile.
Aggiunge Sadaharu Oh: “Sarà un grande anno il 2020, con il ritorno alle Olimpiadi e questo clinic per le ragazze”.

Pur riconoscendo l’importanza del World Children’s Baseball Fair, io sto cercando di parlare con il Re dei Fuoricampo.
Non c’è verso di non sorprendersi per i numeri che Sadaharu Oh ha messo assieme in vita sua. Ha battuto i suoi 868 fuoricampo in 2831 partite. Barry Bonds, per dire, di partite ne ha giocate 2986. Sadaharu Oh in carriera è finito al piatto solo 1.319 volte, ricevendo 2.390 basi ball. La sua media battuta vita è stata di .301. Naturalmente, anche i numeri di Bonds sono strepitosi (le basi ball ricevute dall’americano sono addirittura di più: 2.558), ma ha subito 1.539 strike out e la sua media vita è appena sotto: .298. Sadaharu Oh prevale anche come OPS: 1.080 contro 1.050).

Dal punto di vista di Sadaharu Oh, il Vice Re dei Fuoricampo resta comunque Hank Aaron. Di qualche anno più vecchio (Aaron è nato nel 1934, Oh nel 1940), Hank Aaron ha avuto una carriera interminabile: 3.298 partite giocate. La sua media battuta, .305, è addirittura meglio di quella del Re stesso.

“Qualche anno prima di ritirarmi ho incontrato Hank Aaron. Abbiamo fatto una gara di fuoricampo”.

Sadaharu Oh si riferisce all’Home Run Contest del novembre 1974. Al Korakuen Stadium di Tokyo. Aaron sconfisse Oh 10-9 davanti a 50.000 spettatori.

Oltre a quello della cover per i-phone Louis Vitton, il Re ha un altro vezzo: la sua memoria è selettiva. Questo risultato, non lo ricorda bene. Così come si scorda che 10 anni dopo le 2 leggende si ritrovarono in campo. La loro esibizione risultò però piuttosto crepuscolare: solo 6 fuoricampo, 4 dei quali di Aaron.

Sadaharu Oh ricorda invece molto bene il resto.
“Dopo il ritiro ho esposto la mia idea della World Children’s Baseball Fair a Aaron. Lui mi ha detto che era un’idea così buona che non poteva lasciarmela sviluppare da solo. Lui si è preso carico del progetto negli Stati Uniti e così abbiamo avuto una vera World Fair“.

Quando parla del suo progetto, Sadaharu Oh è un fiume in piena: “Quando hai a che fare con i ragazzi, non è che ti poni come obiettivo i risultati. Quel che conta è farli divertire. Noi per la verità cerchiamo anche di far capire ai ragazzi che praticare sport è molto importante, per la loro salute mentale e fisica. Il baseball può insegnare ai bambini che non si ottiene successo senza rispettare le regole”.
Aggiunge Sadaharu Oh: “Il World Children’s Baseball Fair ha portato in Giappone ragazzi di tutto il mondo. Li abbiamo messi a dormire su un grande tatami in stile giapponese con persone che non avevano mai visto. Questo li aiuterà a capire che il loro mondo non è l’unico possibile. E magari a stringere amicizie che dureranno una vita”.

Da parte sua, Sadaharu Oh non era un talento naturale. Nel 1959 la sua media battuta era stata un modesto .161. L’insuccesso lo aveva portato a studiare il Buddismo Zen e a praticare le Arti Marziali. Da quegli studi derivò la sua curiosa posizione in battuta, che gli valse il soprannome di Flamingo (il fenicottero) e una filosofia unica: “Il mio talento è solo una parte dell’equazione. Il resto lo fanno gli avversari”.

Sadaharu Oh in battuta
La posizione del fenicottero che Sadaharu Oh adottava in battuta

Dopo il World Baseball Classic 2006, Ichiro Suzuki spiegò che Sadaharu Oh, il manager del Giappone Campione, ripeteva alle sue stelle che nemmeno per lui era mai stato facile battere.
“Il baseball è una competizione che, giocata dopo giocata, ti porta ad affrontare duelli individuali. Quando entravo in battuta, sapevo che il lanciatore avrebbe fatto del suo meglio. In questo senso, riuscire nel baseball è molto difficile. Serve uno sforzo importante per aumentare il proprio rendimento in battuta anche solo del 5, del 10%”.

Sadaharu Oh è stato il miglior fuoricampista della sua lega per 15 stagioni. Aveva anche stabilito il record di fuoricampo in una singola stagione (55), ma nel 2013 l’olandese di Curaçao Wladimir Balentien lo ha battuto, portando il primato a 60. In precedenza lo statunitense Karl Reddick detto Tuffy Rhodes e il venezuelano Alex Cabrera avevano eguagliato il primato di Oh.

Il caso di Tuffy Rhodes fu unico. Dopo che nel 2001 ebbe eguagliato il primato di Sadaharu Oh, in Giappone si diffuse la convinzione che uno straniero non avrebbe dovuto battere quel record. Lo stesso Oh, allora manager degli Yomiuri Giants, fu accusato di aver impedito ai suoi pitcher di lanciare strike a Rhodes.
Quella stagione è un altro dei casi in cui la memoria del Mito diventa selettiva. E c’è una curiosità da aggiungere: Sadaharu Oh è di origine cinese ed è conosciuto anche come Wang Chen-chih.

Prima di salutarmi, Sadaharu Oh tiene a precisare: “Ai bambini bisogna proporre solo un tipo di competizione: quella con i loro amici. Devono solo imparare a superare i loro compagni di giochi. Io dico a tutti i nostri tecnici che il proprietario della World Children’s Baseball Fair non sono io, non è la Fondazione. I proprietari sono i bambini”.

A questo punto, ha trovato spazio la mia ultima domanda. A Sadaharu Oh piace più il baseball dei professionisti o quello dei bambini?
Il Re si allarga in un sorriso: “Mi piacciono tutti e 2. Mi emoziono ancora quando vedo una partita di alto livello e penso che guarderò il baseball fino al mio ultimo giorno di vita. Allo stesso tempo, mi piace tantissimo vedere come i bambini si emozionano giocando. Mi colpisce la loro gioia quando hanno successo e mi tocca la loro tristezza quando non lo hanno, quando piangono dopo una sconfitta. Credo che resterò coinvolto nella World Children’s Baseball Fair fino alla fine dei miei giorni. Io sono una persona che si stanca presto di tutto, ma questo non è mai stato vero con il baseball. Il baseball è l’unica eccezione della mia lunga vita”.