I Red Sox per primi a 20 vittorie

BASEBALL

I Boston Red Sox sono stati la prima squadra MLB ad arrivare a 20 vittorie. Gli Houston Astros (Campioni in carica, American League Ovest) e gli Arizona Diamondbacks (National League Ovest) potrebbero eguagliarli fin da questa sera. Ma intanto Boston guida la American League Est, una Division nella quale la seconda (quelli in pigiama di New York) ha un record che ne farebbe la prima di tutti i gironi, a parte quelli Ovest citati sopra.
Gli Yankees (quelli in pigiama, appunto) hanno comunque vinto 9 partite in fila e fanno paura.

Ci eravamo lasciati con i Red Sox che avevano visto una serie di 8 vittorie consecutive interrotta da una no hit di Manaea degli A’S. Ma dopo quella sconfitta ne sono arrivate altre 2: una contro gli stessi A’S e una contro i Toronto Blue Jays. In generale, Boston ha vinto solo 3 delle ultime 8 partite e ha perso (2-1) per la prima volta quest’anno una serie: quella contro i Tampa Bay Rays che si è conclusa ieri a Fenway. Quindi, traguardo delle 20 vittorie a parte, non è un gran bel momento.

I Red Sox sono sembrati a molti perfetti, mentre tenevano la velocità di crociera e vincevano 8 partite in fila. Ma non lo erano.
Già a inizio stagione c’erano dubbi sull’efficienza della difesa, specie in assenza di Pedroia. Il rientro di Dustin è ancora lontano (ha appena giocato qualche inning in Extended Spring Training e il manager Cora intende essere prudente) e i numeri di Eduardo Nunez in seconda (è costato 5 punti, secondo l’indice Defensive Runs Saved) non rassicurano. Bisogna inoltre considerare che Devers è ancora un giocatore in via di sviluppo e Bogaerts è rimasto fuori per qualche partita.
A proposito di dubbi di inizio stagione, ce n’era qualcuno anche sul bull pen. E non è che questo mese di aprile li abbia fugati. Il setup man dell’ottava ripresa è sempre un terno al lotto. Carson Smith si è definitivamente ripreso dall’operazione di Tommy John, ma non è che stia brillando particolarmente. Anzi, il suo rendimento è fatto di alti e bassi. Come quello di Kelly.
Parlare male del closer Kimbrel ovviamente non si può (7 salvezze su 7 opportunità, 0.77 di media punti guadagnati, PGL) ma non è che tutte le volte che è salito in pedana abbia brillato. Anche lasciando perdere il fuoricampo di Granderson a Toronto. Ci sono closer che stanno facendo meglio. Come Morrow (Cubs; 7 salvezze e nessun punto guadagnato) o Diaz (Mariners; 11 salvezze, 0.63 PGL).
A proposito di rilievi, l’uomo che doveva fare la differenza e nel 2017 non ha lanciato, torna da questa sera nella rosa di Pawtucket in Triplo A. Parlo di Tyler Thornburg. Chi lo ha visto in allenamento, dice che la velocità è quella dei giorni migliori. Ma anche che Thornburg avrà bisogno di tempo per recuperare il controllo dei lanci ad effetto. Al massimo, ha 30 giorni in Triplo A, regolamento alla mano.

Quasi nessuno aveva dubbi sui lanciatori partenti.
Sale (a parte quel fuoricampo di troppo che ogni tanto concede), Porcello e Price (a parte l’ultima apparizione) stanno garantendo l’affidabilità che gli si riconosceva. Pomeranz, rientrato da un infortunio che appariva lieve, sta facendo molta più fatica del previsto. La sua velocità non arriva a 90 miglia, ma sia lui che il pitching coach LeVangie sono più preoccupati per la curva che non arriva. E a questo punto vien da dire, a Pomeranz e LeVangie, perché non proviamo a ritrovarla in Triplo A? Boston ha fin qui avuto un buon contributo da Velazquez ed Eduardo Rodriguez è rientrato in maniera positiva. Dal 14 maggio sarà anche disponibile Steve Wright, che ha finito la sua riabilitazione in Triplo A e ora deve scontare 15 partite di sospensione.

Moreland, riserva di lusso. Mookie Betts si congratula dopo il grande slam contro gli A’S

Quel che veramente non mi dà preoccupazioni è il line up. Certo, nella serie di sconfitte patite contro Oakland, Toronto e Tampa Bay qualcosa non ha funzionato. Ma poter contare, tutte assieme, su mazze come Betts, Benintendi, Hanley Ramirez, Bogaerts, Devers e JD Martinez mi sembra una garanzia sufficiente per il futuro. Chi altri può permettersi di avere come semplici alternative battitori del livello di Bradley o Moreland?

Fuori dal campo, i Red Sox rimpiazzano Carmine (gli americani pronunciano Carmain), il software introdotto da Theo Epstein a inizio anni 2000 per l’analisi dei dati. Carmine sarà rimpiazzato dal sistema Beacon.
Carmine non era per niente user friendly” ha detto Zack Scott, il capo del settore Analytics dei Red Sox.
In verità, pare che il Presidente Dave Dombrowski pensasse che Carmine offriva analisi non più al passo con i tempi.

La stagione prosegue con una interessante trasferta degli altri a Houston. Boston ospita invece i Kansas City Royals, che fin qui hanno vinto (molto) meno della metà delle partite vinte dai Red Sox: 7.

Ricordo che potete seguire la stagione dei Red Sox su base quotidiana sui miei profili social. In particolare, l’hashtag Twitter è #redsoxinitaliano. Sul sito trovate tutta la mia attività sui Red Sox a questa pagina.