Il Milan sconfitto dallo Spezia

Milan-Inter: una domenica di sofferenza

CALCIO

Ieri pomeriggio Milan-Inter è stata una sofferenza. Oggi l’analisi delle statistiche su possesso palla e tiri in porta ha rappresentato una consolazione. Si tratta di una consolazione parziale, sia chiaro. A calcio conta segnare più gol degli avversari e non c’è nulla da salvare quando gli altri ne segnano 3 e tu nemmeno uno. Però, insomma, la vicenda aiuta a vedere la situazione meno cupa.

Andiamo con ordine.
Un anno fa di questi tempi il Milan era una nobile decaduta con un allenatore a tempo e pronto all’ennesima rivoluzione. A inizio settembre, quindi 5 mesi fa, il Milan era una squadra che aveva approfittato del lockdown e del fatto che si fosse giocato senza pubblico per finire con una classifica che garantiva un modesto accesso all’Europa League dalla porta secondaria dei preliminari. Gli opinionisti lo vedevano ancora da sesto posto.
Oggi il Milan è secondo in classifica.

La cosa negativa è che per un girone intero il Milan è stato primo. La cosa grave è che nelle ultime 10 partite ha perso 4 volte. E ha perso contro Juventus, Atalanta e Inter. Ovvero, 3 rivali per la lotta ai primi 4 posti e alla Champions League 2021-22. Questo è un dato di fatto incontestabile e va sottolineato, anche al netto della sconfitta di Spezia, bollata come “una di quelle giornate che capitano”.

Nel 2021 il Milan è stato esattamente la squadra che era stato lo scorso anno dopo che Stefano Pioli era subentrato a Marco Giampaolo. Ovvero una squadra capace di esprimere momenti di gran calcio, ma anche molto vulnerabile in difesa. Sia la Juve che l’Atalanta hanno sfondato contro il Milan come ha fatto l’Inter. Ovvero spostando la palla da destra a sinistra, facendo un break (sia di Chiesa o di Ilicic o di Lukaku) e trovando la difesa scoperta. Non può essere un caso.

Prima del derby si era detto che sarebbe stato preferibile utilizzare Tomori, il più veloce dei difensori centrali a disposizione. C’era da contrastare la velocità di Lukaku e Lautaro Martinez, che avevano fatto soffrire Romagnoli e Kjaer in ogni occasione fino qui.
Pioli ha spiegato in conferenza stampa che non vedeva adatto Tomori a contrastare “la fisicità di Lukaku”. Con questo chiarendo che sarebbe rimasto in panchina.

Noi dall’esterno facciamo ragionamenti da Fantacalcio. L’allenatore deve invece gestire uomini. E non esiste un allenatore che accantona il suo capitano per promuovere l’ultimo arrivato. Detto questo, e aggiunto che se poi Tomori fosse naufragato li avresti sentiti i critici, non si può negare che ieri la difesa del Milan non sia piaciuta neanche un po’.

Si dice sempre che “la fase difensiva dipenda da come gioca tutta la squadra”. Infatti il Milan ha perso ancora una volta troppi palloni a centrocampo. Soprattutto a destra, Saelemakers ieri è sembrato troppo poco propenso a dare supporto a Calabria contro uno scatenato Perisic. E Calhanoglu ha lasciato troppo spesso soli Kessie e Tonali in mezzo al campo.

Non credo che il Milan abbia un problema di condizione atletica propriamente detta. Ha un problema di brillantezza in alcuni elementi chiave. Oltre a un sistema di gioco ardito e coraggioso, che espone a rischi.

Parlando di brillantezza, non si può non notare che Kjaer, Saelemakers, Calhanoglu, Rebic sono tutti rimasti fuori a lungo per infortuni e positività al COVID-19. Non sto cercando alibi, ma citando fatti. Meitè invece, che pure ha tutto per essere un’alternativa importante, non sta giocando con l’intensità che serve a un potenziale vice del Presidente Kessie.

Non da ultimo, il portiere dell’Inter Handanovic ha infilato 3 parate clamorose con il risultato sull’1-0 per i suoi. Ha fatto il suo mestiere, chiaro. Ma specie sul secondo colpo di testa di Ibrahimovic, al gol sono mancati veramente centimetri.

Il Milan non può far altro che ripartire e cercare di vincere delle partite. A cominciare dal ritorno di Europa League contro la Stella Rossa Belgrado.