Maldive: quello che non ti aspetti dal Paradiso

Maldive, STORIA, VIAGGI

Riprendo a scrivere sul sito con un diario di viaggio, com’è mia abitudine a inizio anno. Sono reduce da un viaggio alle Maldive e racconterò dunque questa settimana di vita di spiaggia, relax e immersioni. Farò riferimenti anche ai miei viaggi precedenti (sui quali non ho conservato appunti, quindi non posso scendere più nel dettaglio).
Apro con un tentativo di fotografare la storia di questo Paese.

La Repubblica delle Maldive ha meno abitanti della provincia di Parma (dove abito io). Si tratta di un gruppo di isole (1.192, circa 200 abitate e 100 adibite a villaggi turistici, estese su 754 chilometri di lunghezza e 188 di larghezza) a sud ovest dell’India (la nazione più vicina è comunque lo Sri Lanka). Anzi, per essere più precisi, le isole sono raggruppate in atolli (quelli naturali sono 26), quindi scogliere coralline che si formano in corrispondenza di isole vulcaniche sommerse. Se vogliamo essere ulteriormente precisi, visto che sono costituite dalle madrepore (o sclerattine, un tipo di corallo) si tratta di scogliere madreporiche.

Maldive: la Storia

Fino a circa 1500 anni prima di Cristo, gli isolotti risultavano disabitati. L’attuale popolazione dovrebbe discendere da popoli (di Religione Buddhista) arrivate dall’India del sud o dallo Sri Lanka. Ma non si hanno al riguardo notizie precise più antiche del quarto o quinto secolo.
Punto di scalo per gli arabi che navigavano verso l’Estremo Oriente, le Maldive nel 1153 divennero un Sultanato.
Nel sedicesimo secolo attrassero (inevitabilmente) l’interesse degli europei e il Portogallo, dopo l’uccisione del Sultano Alì Sesto, vi stabilì un insediamento nel 1558. Dopo 3 lustri (1573) i portoghesi vennero cacciati da Muhammad Thakurufaanu Al Auzam, un Patriota che a oggi è considerato l’Eroe Nazionale e che morirà di lì a pochi anni. Il romanzo A Hero in Time dell’Inglese Royston Ellis (classe 1941, sarebbe il responsabile del cambiamento di spelling del nome del gruppo The Beetles che portò alla nascita dei Beatles) è ispirato alle sue avventure.
Le Maldive rimasero indipendenti fino al 1887, quando divennero Protettorato britannico.
Gli inglesi, che durante la seconda Guerra Mondiale le avevano ritenute base strategica per la loro aviazione (la leggendaria RAF), le resero indipendenti il 26 luglio 1965, dopo aver riassorbito (1963) un tentativo di instaurazione del sistema repubblicano che aveva portato (1953) alla nascita di un tentativo di Stato separato (Repubblica Unita delle Suvadive, formata dalle isole più meridionali).

La Moschea dove riposano le spoglie di Al Auzam a Male

Dal dodicesimo secolo le Maldive sono Musulmane. Il Sultano Hassan Nono (ribattezzato Re Dom Manoel) fu il primo membro della Famiglia Reale a diventare Cristiano. Nel breve periodo della dominazione portoghese, aveva governato il suo reggente Andiri Andirin, che sarebbe poi stato trucidato da Al Auzam.
Da allora alle Maldive non c’è più stata libertà di culto. L’unica Religione ammessa è l’Islam Sunnita (da Sunna, l’insegnamento di Maometto), largamento maggioritaria oggi nel mondo arabo, e oggi non si può ottenere la cittadinanza delle Maldive se non si professa questo culto. I Sunniti sono coloro che alla morte di Maometto (anno 632) appoggiarono nella successione Abu Bakr, il padre di Aisha, la moglie del Profeta.
A loro si opponevano coloro che volevano come successore di Maometto un consanguineo. Certi che il Profeta avesse designato il cugino Alì, si definirono Shiaat Alì (i Partigiani di Alì) e divennero noti come Sciiti. Oggi il più importante Paese Sciita è l’Iran. Seguono questa Religione anche la Siria, il Libano, lo Yemen e il Bahrein.
Dal punto di vista dei Sunniti, gli Sciiti sono eretici. Essi vedono infatti i loro leader religiosi (gli Ayatollah) come un riflesso di Dio sulla terra.
Sunniti e Sciiti credono comunque nello stesso Dio (Allah) e nello stesso Libro Sacro (il Corano)

A 3 anni dall’indipendenza dalla Gran Bretagna (1968), il Sultanato divenne, tramite Referendum, Repubblica Presidenziale. Ibrahim Nasir fu eletto primo Presidente.
Raggiunto il potere nel 1978, Maumoon Abdul Gayoom (classe 1937) lo eserciterà in modo autoritario. L’assenza di una opposizione politica e il controllo rigoroso sui mezzi d’informazione ha portato a definire il suo regime (protrattosi fino al 2008) come totalitario. Nel 2003 Amnesty International aveva pubblicato un rapporto sulle violazioni dei diritti umani.
I tentativi di far cadere Gayoom sono stati diversi. Quello più violento risale al 1988 e aveva il supporto dei guerriglieri Tamil dello Sri Lanka. A reprimerlo (operazione Cactus) fu l’India del Primo Ministro Rajiv Gandhi.
Gayoom stesso pilotò la transizione, riconoscendo, a partire dal 2005, i Partiti di opposizione.
Nel 2008 Mohamed Nasheed, storico oppositore di Gayoom ripetutamente incarcerato, vinse le prime elezioni libere a capo di una coalizione che radunava tutti i Partiti d’opposizione, compreso quello Islamico. Proprio tentare di concedere la libertà di culto risulterà fatale a Nasheed. il cui Governo (2012) si sconterà con Mohamed Abdulla, Capo della Corte Suprema e difensore del carattere islamico della Costituzione. Abdulla verrà incarcerato, ma a febbraio 2012 un Colpo di Stato obbligherà Nasheed alle dimissioni e porterà alla sua sostituzione con Mohamed Waheed Hassan Manik, suo ex Vice, che guiderà un Governo riconosciuto dagli USA e porterà il Paese a nuove elezioni nel 2013.
Dopo una tornata elettorale durata mesi, in seguito a voti annullati e rinviati, Abdulla Yameen (fratellastro di Gayoom) sconfisse alle elezioni Nasheed. Da allora Yameen ha eliminato praticamente tutti gli oppositori facendo ampio ricorso all’accusa di terrorismo. Nasheed si è rifugiato in Inghilterra.

Maumoon Abdul Gayoom

C’è Democrazia in Paradiso?

Stando ad Amal Alamuddin, la moglie di George Clooney e super avvocato londinese di origine libanese che cura gli interessi di Nasheed, alle Maldive non c’è Democrazia. Attraverso l’Huffington Post, la signora Clooney aveva chiesto agli italiani di rifiutare le Maldive come destinazione per le loro vacanze. Almeno, fino a quando non sarà ripristinata la Democrazia.
Con un altro articolo, nel 2016  l’Huffington Post aveva parlato delle Maldive come base Isis per il recultamento jihadista.
Einaudi ha pubblicato la scorsa estate un libro molto interessante al riguardo: Ma quale Paradiso? di Francesca Borri, una giovane (classe 1980) Corrispondente di Guerra che si è specializzata sulla Siria.

Le scogliere madreporiche costituiscono l’ecosistema più complesso e delicato di tutto l’ambiente marino. Quelle delle Maldive hanno subito un paio di eventi che ne ha messo a rischio la sopravvivenza stessa.
Il primo risale al 1998 e si tratta del fenomeno periodico denominato El Niño (o, più tecnicamente, Oscillazione Meridionale). Provoca un riscaldamento delle acque proprio dell’Oceano Pacifico meridionale e orientale e tra il 1997 e il 1998 fu particolarmente intenso. La temperatura dell’acqua si alzò di ben 3 gradi alla profondità di 150 metri e questo portò alla morte del 16% del corallo e al fenomeno del cosiddetto sbiancamento per la parte più vicina alla superficie della barriera.

Il secondo, e più drammatico, evento è lo Tsunami del 26 dicembre del 2004. La serie di onde anomale scatenata dalla devastante scossa di terremoto registrata a 30 chilometri sotto il livello del mare a Sumatra (è stato calcolato che l’energia sprigionata è stata pari a un milione e mezzo di volte quella delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki) ha letteralmente cambiato la geografia delle Maldive, per le quali è stata necessaria una rimappatura. In seguito allo Tsunami, ben 20 isole furono distrutte (9 rese inabitabili per sempre) e 14 erano state evacuate. Pur colpite 6 ore dopo rispetto a Indonesia e Sri Lanka, le Maldive hanno avuto comunque 80 vittime.

Il turismo è un’industria ancora giovane alle Maldive, che vennero scoperte solo negli anni ’70 del secolo scorso, ma rappresenta almeno il 20% del PIL. Gli italiani sono oltre il 19% dei turisti che approdano ogni anno alle Maldive.

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