La LMB di Javier Salinas: sono sbarcati gli alieni

BASEBALL, SCHIROPENSIERO, Sport Management e Marketing

Quando ho letto che la Liga Mexicana de Beisbol  (LMB) avrebbe premiato il club capace di offrire il miglior servizio di accoglienza alla stampa, non potevo crederci. Faccio il giornalista da una vita e ho frequentato sale e tribune stampa di tutto il mondo. Ma una cosa del genere non l’avevo mai sentita. Così, quando ho saputo che Javier Salinas, il Presidente Esecutivo della LMB, si sarebbe incontrato a Roma con il Presidente della Federazione Mondiale (WBSC) Riccardo Fraccari, ho iniziato a tormentare Fraccari e il suo ufficio perché mi organizzassero un appuntamento telefonico.

“Avere un buon rapporto con i giornalisti è fondamentale” ha detto Salinas. Stavamo parlando in Inglese su mia richiesta, visto che il mio Spagnolo è un po’ da battaglia e al telefono potrebbe rivelarsi insufficiente. Come inizio, mi è sembrato tendente all’ovvio. Poi sono arrivate le parole da alieno.
“Sia chiaro, avere un buon rapporto con un giornalista non significa essere sicuri del fatto che parlerà bene di noi. Se la squadra gioca male, non potrà parlar bene. I giornalisti dobbiamo metterli nelle condizioni di fare il loro lavoro, perché questo è nel nostro interesse e nell’interesse del baseball“.

Mentre Salinas parlava (e il mio beagle Chicca tirava a più non posso per raggiungere il suo amico rottweiler), pensavo che nella LMB sarebbe dunque considerato sconveniente spegnere le luci con qualcuno ancora seduto al computer o magari che a nessuno verrebbe in mente di urlarmi dal campo “quando finisci, che domattina mi devo alzare presto”. O anche che non ci sarebbe qualcuno che batte sulla spalla dei telecronisti per chiedere “posso vedere il replay?”.

Detto che ogni riferimento a persone esistenti o a fatti accaduti dal 2002 al 2016 non è per nulla casuale, a qualsiasi contesto e a qualsiasi evento io provi ad adattarlo, questo approccio mi pare rivoluzionario. Ma c’è di più.

Salinas è alla LMB da 10 mesi e si è presentato dicendo che il suo scopo era far vivere ai tifosi la partita di baseball “come un giorno speciale”.
A precisa domanda, il CEO della Lega messicana risponde: “I club di baseball si devono occupare di tutto, non solo di quello che succede tra le linee di foul“.
E a questo punto, è il mio eroe.

Salinas ha iniziato con il calcio. Prima giocandolo, anche abbastanza bene: “Diciamo che ero bravino, ma non sarei mai diventato un professionista. Però non mi volevo rassegnare. Ci ha pensato mio padre, ad aprirmi gli occhi. Dopo avermi visto giocare mi chiese se era il massimo che potevo fare. Gli dissi di sì e lui mi rispose che allora era meglio che mi concentrassi sullo studio”.

Con lo studio è arrivata la laurea in Scienza della Comunicazione all’Università Latina de Amèrica (Morelia, Stato di Michoacan, Messico Centrale), poi un Master in Sports Management alla sede di Città del Messico della Johann Cruyff University.
Il calcio è stato lo sport nel quale si è avviata la carriera che ha portato Javier Salinas a essere Direttore Marketing della Primera División messicana.

Il passaggio al baseball è avvenuto perché “sono un tifoso da che ho memoria”.
L’organizzazione dello sport che ama, la vorrebbe rivoluzionare. Il suo obiettivo è avere un’unica lega nazionale e portare le migliori squadre a giocare una sorta di super play off.
“La Liga del Pacifico” che si gioca in autunno e inverno “Utilizza per il 70% i nostri giocatori e ha solo 8 squadre. Noi siamo riconosciuti dalla MLB e abbiamo 16 squadre. Sono campionati con peso differente”.
La LMB ha avuto nel 2017 oltre 4 milioni di spettatori paganti, davvero non un risultato da poco. Ma evidentemente, si può fare di più.

Javier Salinas (a sinistra) e Riccardo Fraccari con una maglia celebrativa dell’incontro

A Roma Salinas ha incontrato la WBSC perché secondo lui collaborare con i vertici mondiali  “è fondamentale”.
“Lavoriamo tutti per il bene del baseball e non si fa il bene del baseball, se le leghe professionistiche non collaborano con la Confederazione Mondiale”.

Non sono l’unico a essere rimasto impressionato.
Ha detto Riccardo Fraccari attraverso il sito WBSC: “Sono impressionato da questo approccio e dalla strategia, ambiziosa e audace, che mi è stata esposta al riguardo della comunicazione”.

L’incontro (si legge sempre sul sito WBSC) è durato 6 ore e portato i 2 leader a parlare di sviluppo, di commercializzazione dei prodotti e della necessità di varare un calendario internazionale che permetta alle Nazionali di utilizzare i migliori giocatori.

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