L’ingresso nel 2011 è stato un po’ troppo tranquillo a Choroni

Venezuela 2010-2011, VIAGGI

L'incantevole ChoroniPer l’ultimo dell’anno Padron Tony ci ha prenotato un soggiorno di 4 giorni in un posto che si chiama Choroni e che in un primo tempo ci aveva sconsigliato (“C’è pieno di negretti e negrette”, la motivazione). In verità, ‘Casa Mori’ (che è dove alloggiamo) si trova a Puerto Colombia, che è la località turistica. L’incantevole Choroni (sono definizioni della guida ‘Lonely Planet’) è una cittadina coloniale che consta di una piazza e una strada. Carina, ma per definirla incantevole ci vuole un certo entusiasmo.
Il titolare di ‘Casa Mori’ è cileno e si presenta sempre con un neonato in braccio. La moglie è un architetto che ha sfogato la propria creatività nell’arredamento degli interni dell’albergo. Nei quali (dettagli…) si è scordata di concepire armadi e cassetti. Altra brillante idea: il bagno all’aperto.

Diciamo che venire a Choroni, nell’ambito di un viaggio in Venezuela, non è proprio necessario. Anche se la strada che si inerpica da Maracay attraverso il parco “Henry Pittier” è certamente scenica. Quando si scollina, si è in una vera e propria foresta pluviale, anche se di animali non se ne vedono.
C’è una certa fauna (umana) che invece bivacca a bordo dei ruscelli che scendono lungo la montagna e nei ruscelli si bagna e consuma il contenuto delle immancabili cavas piene di bevande.
A Puerto Colombia è tutto un fiorire di negozietti, alberghi (che per attirare turisti segnalano di avere acqua calda e corrente) e…barche. Ce ne sono a centinaia, tutte sistemate sul canale che porta al mare. Questo perchè le spiagge migliori non sono irraggiungibili a piedi.
In verità, Playa Grande è a pochi passi dal centro. Ma è una spiaggia estremamente popolare, così frequentata che sembra di essere a Rimini. Voi, per altro, sarete anche piuttosto esotici, dal punto di vista della fauna locale. Quindi vi guarderanno.
Per 40 bolivar vi danno ombrellone e sdraio e per 30 bolivar si mangiaImpressionante distesa di barche a Puerto Colombia tranquillamente in uno dei locali sistemati lungo la via di accesso. Che non sembrano il massimo dell’igiene, ma propongono esattamente quello che ci servono a ‘Casa Mori’, dove però paghiamo 10 volte di più.
Comunque, è meglio accontentarsi di Playa Grande. Perchè andare alle spiagge limitrofe (le più vicine sono Uricao e Cepe) comporta accordarsi con i barcaioli. Se poi ne trovate uno matto come quello che ho trovato io, la giornata rischia di essere ricordata. Voglio dire: di certo, ci si bagna, saltando sulle onde con la barca. E sarebbe il meno. Di sicuro, si torna all’orario richiesto dal barcaiolo.
Il vero problema è se ad un certo punto vi viene il dubbio che il barcaiolo non vi tornerà a prendere e decidete di tornare con un altro.
Quando il nostro barcaiolo (in ritardo) ci ha incrociati in mezzo al mare, si è messo a combinare un casino. In un primo tempo, pretendeva che salissimo sulla sua barca al volo. Poi si è accontentato di fare un paio di passaggi a tutta velocità vicino alla barca.

Quel che del soggiorno a Choroni resterà ben impresso nella mia mente è la sera dell’ultimo dell’anno. A ‘Casa Mori’ ci hanno guardati scandalizzati, quando abbiamo ipotizzato di uscire a piedi per vedere cosa succedeva in centro a Puerto Colombia. Che non sarebbe stato granchè, ma almeno un po’ di confusione sarebbe stata garantita. A ‘Casa Mori’ invece il padrone (assieme al neonato che vive in simbiosi con lui) è sparito. Un cameriere sosia di Speedy Gonzalez ha comunicato che la cena sarebbe stata servita alle 7 in punto per consentire al gruppo di percussionisti di esibirsi. Morale: per le 9 e mezza era tutto finito. Al che, Speedy ha sostanzialmente detto che ci saremmo rivisti a mezzanotte per un bicchiere di champagne.
Nota di cronaca: lo spettacolo di percussioni, messo in scena da dilettanti allo sbaraglio, è stato inguardabile. Per fortuna, una ospite ha pensato bene di improvvisare una danza molto sensuale. Ma anche questo è durato poco, perchè il suo compagno (che un 20 anni di più li aveva) l’ha richiamata all’ordine con lo sguardo.
Si è messa a fare la prima donna una bionda con fisico piuttosto prorompente, anche se aiutato in maniera palese dal chirurgo estetico. La signorina, che lavora al marketing di una multinazionale del tabacco (mestiere glorioso, vendere un prodotto che ti obbligano a commercializzare avvertendo chi lo compra che uccide), ha fatto clamorosamente colpo su un francese che lavora ad una compagnia petrolifera. Non so se gli occhi da Marty Feldman gli sono venuti prima o dopo l’incontro con la bionda.
Il quadro era completato da una coppia formata da una lei mulatta e molto bella e un lui brizzolato e piuttosto bello pure lui. Lei venezuelana, ma in Italia da 10 anni, lui un designer di scarpe di Napoli residente a Milano.

A mezzanotte è arrivato lo champagne, che non era champagne ma una specie di moscato. Voglio dire, neanche un altro brut. Era proprio dolce. E poi ci hanno servito delle scodelle piene di uva. Perchè la tradizione venezuelana dice che alla mezzanotte si mangia l’uva e ad ogni chicco si esprime un desiderio. Dovrebbero essere 12 chicchi a testa. Io ne ho mangiati almeno 120. E non ho espresso neanche un desiderio.
Il personale guardava il conto alla rovescia in televisione. Poi ha messo un CD che si è aperto con “Wish you were here” dei Pink Floyd. Un brano che devo inserire nella mia Unbelieveable sfiga compilation alla quale sto lavorando da tempo.

E’ così che sono entrato nel 2011.