La guida Baldhead arriva sulla superstrada tra Rimini e San Marino

FICTION E PROGETTI EDITORIALI, La guida gastronomica Baldhead

Approfitto della finale scudetto del baseball per recensire i posti preferiti dalla Guida Baldhead quando si è per servizio tra Rimini e San Marino. Per comodità, divido la recensione in 2 parti. La seconda, la pubblicherò dopo il 23 settembre.

Il Castello della Repubblica di San MarinoLa prima volta che sono andato a San Marino (1986?) l’ineffabile Palmiro Faetanini (collega dell’emittente di Stato della Repubblica) mi aveva dato un’indicazione di questo tipo: “Quando arrivi alla Dogana, quasi ci sei”. Dubitavo che tra Italia e San Marino ci fossero i doganieri. E in effetti, non ci sono. Ma c’è un paese che si chiama Dogana, subito dopo l’arco che porta incise le impegnative parole: Benvenuti nell’antica terra della Libertà.
Fanno bene a San Marino a essere così enfatici, perchè i tentativi di annettere la Repubblica sono stati svariati e tutti falliti. Nell’ottobre del 1739 (favorito dall’appoggio di qualche Parroco) il Cardinale Giulio Alberoni riuscì in un primo momento ad annettere la Repubblica allo Stato della Chiesa, ma la sua occupazione durò fino al febbraio del 1740.
Durante il Risorgimento (precisamente tra il 1848 e il 1849), San Marino fornì rifugio a Garibaldi. Al momento dell’Unità d’Italia, i Savoia decisero che questa Repubblica non reazionaria meritava di rimanere indipendente e siglarono con San Marino (22 marzo 1862) una convenzione al riguardo. Per la sinistra mazziniana, San Marino era un modello: “Sono un Repubblicano di sentimenti” disse Giosuè Carducci “Che non trovo nelle altre Repubbliche odierne, ma trovo qui a San Marino“.
Scrive lo storico Sergio Romano: “La Repubblica di San Marino è stata un microcosmo italiano con partiti politici, da quello fascista a quelli dell’Italia repubblicana, che imitano in piccolo le storie dei loro cugini italiani”.
Ma aggiunge: “Nel museo della Storia d’Italia c’è una bacheca intitolata a San Marino. Sarebbe sciocco, oltre che inutile, eliminarla”.

Arrivare a San Marino è semplicissimo. Si esce a RIMINI SUD sulla autostrada A14 e si tiene la sinistra, imboccando la superstrada che sale fino al Monte Titano. Arteria comodissima, se non fosse per la serie di inspiegabili semafori che la caratterizza nei primi chilometri e per la presenza di auto di grossa cilindrata che la percorrono a velocità non normali nelle ore notturne.
Dopo La Dogana (per dirla con Faetanini…) basta continuare a salire verso il Titano e voltare a sinistra verso il centro MultiEventi. Scendendo, noterete il campo da baseball. Non sono salito spesso al centro di San Marino (che è Patrimonio dell’Umanità UNESCO), preferendo alloggiare comunque a Rimini. Quindi, la mia conoscenza della Repubblica è più che altro della superstrada. E anche i ristoranti di cui parleremo si trovano lì.

Se dallo stadio da baseball salite verso il Monte Titano, passate necessariamente davanti all’albergo e ristorante Il Monte. Dovete Il Monte salva la vita al viandante post partita di baseballsuperarlo e poi, alla prima occasione, prendere per Rimini e ci ripasserete davanti dalla parte giusta della carreggiata.
Il Monte va frequentato necessariamente con Giancarlo Mangini. Che si esprime in spagnolo con una delle cameriere, che è una graziosa signorina dagli occhi chiari e la carnagione scura. Il che, secondo il Maestro, significa che è caraibica (dominicana, in particolare). Ma la ragazza, che parla con uno spiccato accento romagnolo, è in verità rumena e non conosce lo Spagnolo con cui Mangini le si rivolge. Se è presente anche Pino Cerboni, avete fatto serata. Perchè il titolare verrà al tavolo a disquisire sulle sorti del comune amore calcistico dei due. ‘A Maggica, la Roma.
La cucina de Il Monte propone pizze veramente a tutte le ore e piatti di terra e di mare se la partita ha la buona creanza di finire prima dell’alba. Il cuoco è abile nel cucinare la pasta, perchè fa un uso adeguato della panna (spesso, da queste parti, esagerano) e gli strozzapreti sono fatti in casa. La pizza è più stile pugliese che napoletano, ma il forno è a legna e l’impasto saporito al punto giusto.
Il servizio è molto amichevole, ma discreto. E nessuno è mai venuto a dirmi: “Guarda, stiamo chiudendo”. Come succede quasi sempre nel dopo partita un po’ in tutta Italia. Il vero finale di serata de Il Monte è con le piccole meringhe che si trovano alla cassa (ma saranno gratis davvero?) e un bicchiere di limoncello. Il conto è più che ragionevole, rispetto allo stesso standard in Italia. La presenza della suocera del titolare, specie quando le ore si fanno piccole, è un po’ inquietante. Come il volume a cui tiene il televisore.

5 teste pelate (in particolare per l’accoglienza)

Una grigliata di carne argentinaChi è che va in Romagna per mangiare carne? Beh, chi non lo fa non ha mai sentito parlare della Cascina del Gaucho, che si trova proprio all’inizio della superstrada per San Marino, a pochi chilometri dal casello autostradale. A tavola vi serve una signora graziosa e che ha un fare beffardo. Se ordinate dall’antipasto al secondo, la signora tende a sconsigliare, perchè conosce le porzioni che escono dalla cucina. A livello di carne, c’è di tutto: dalle fiorentine (carne irlandese), alle grigliate miste, al filetto (scozzese, irlandese), alla rinomata carne bovina argentina, all’agnello, al maialino da latte e persino al bisonte canadese (pochissimo colesterolo, per la cronaca). La cottura è solo o media o al sangue. La signora beffarda diventa truce, con chi pronuncia le temute parole ben cotto.
I primi sono molto più ordinari, con eccesso di panna negli strozzapreti. La cantina offre poca (per non dire punta) scelta. Andate di Sangiovese in caraffa e non se ne parli più.
Sono invece eccellenti gli antipasti, specie il tagliere del gaucho (verdure, zuppa, polenta…una cosa da condividere).
Nella sostanza, la prima volta che ci andate io consiglio un tagliere e un piatto di carne.

5 teste pelate (per la carne, 4 complessive, 2 per i vini)

C’è stato un tempo in cui alla Puraza si faceva la fila. Aveva relativamente pochi tavoli (in effetti, era nell’attuale location del Gaucho, I gamberi al saleappena recensito). Ma oggi si è spostata un paio di chilometri verso San Marino e la Puraza si è fatta impresa, visto che può mettere a sedere centinaia di persone contemporaneamente. A Rimini e dintorni è relativamente recente l’abitudine a basare la mangiata di pesce sugli antipasti (è più ligure, in effetti). Ma la Puraza ne ha fatto un tratto distintivo, visto che alla qualità e alla varietà delle portate abbina anche una notevole quantità. Il piatto forte sarebbe il classico gambero al sale, se non fosse che devo lanciare un allarme: recentemente mi sono stati serviti gamberi al sale enormi, che odoravano inconfondibilmente di acido fenico. Ovvero: erano troppo vecchi. Il calo di qualità della Puraza c’è stato, negli ultimi anni. Ma non evidente come l’aumento di prezzo. Oltretutto, l’abitudine è quella di mandare un cameriere che vi propone il classico “faccio io”. E alla fine, il conto è spesso piuttosto salato. Per limitare il costo, sconsiglio di prendere gli antipasti di crudo e lo scampo affumicato. E consiglio di stare sui primi tradizionali. I tagliolini all’astice sono fatti con crostacei d’allevamento e poco saporiti. Ma costano come se fossero fatti con aragoste pescate 10 minuti prima in apnea.
La carta dei vini è in compenso eccellente.

5 teste pelate al ricordo (3 all’ultima visita)

LA GARGANTA DEL PATO Il Pato lungo la strada tra Rimini e San Marino dà il meglio di sè. Vi può capitare di doverlo salvare dal linciaggio alla Puraza, perchè cerca di sottrarre un tovagliolo per tenerlo come souvenir, oppure di condividerne la frustrazione, perchè gli viene impedito di cenare al Monte.
Alla Puraza il Pato tenderà a far salire all’inverosimile il conto, continuando a ordinare limoncello e credendo che glielo stiano offrendo. Se vi annuncia: “Adesso fumo un sigaro”, impediteglielo. Perchè è il preludio alla classica cazzata del Pato, che a volte risulta fatale.

5 anatre (attribuite prima del coma etilico; giudizio globale sui locali della superstrada)