Indimenticabile Jesus Christ Superstar

CINEMA, MUSICA, SCHIROPENSIERO

Domenica 12 ottobre il centro di Verona era uno spettacolo di bellezza e di bella gente. Sinceramente, non avevo idea che a Verona si radunassero tanti turisti stranieri. Sono quasi tutti interessati a dire che loro sotto il balcone di Giulietta ci sono stati e che hanno bevuto il caffè in piazza Erbe, ma va bene così.
Ho cenato in un ristorante all’aperto dal quale si vede uno degli ingressi dell’Arena. Devo dire che provo sempre un orgoglioso stupore, quando penso a quello che è possibile qui in Italia, dove abbiamo sotto gli occhi la storia del mondo occidentale e non ce ne rendiamo forse tanto conto. E com’erano tosti, gli architetti romani? L’Arena è lì dal terzo secolo e gode di ottima salute. Ovviamente anche grazie alle ripetute (e lungimiranti) opere di restauro. La prima dei goti di Teodorico, che non erano evidentemente così barbari.

All’Arena si sono divertite generazioni di persone a partire dal 1800. Tra i primi VIP (anche se il termine ancora non esisteva) a goderne ci fu Napoleone, che era appassionato di caccia dei tori, manifestazione che può essere ritenuta l’antenato del Palio di Siena, nel senso che a Siena si divisero per la prima volta in Contrade, per parteciparvi.
Per me, un passaggio dall’Arena è un classico delle ultime estati.

Arena di Verona, 12 ottobre 2014
Arena di Verona, 12 ottobre 2014

Domenica 12 ottobre all’Arena rappresentavano Jesus Christ Superstar. Nato nel 1971 a Broadway (la prima rappresentazione data proprio 12 ottobre) e portato al cinema 2 anni dopo per la regia di Norman Jewison, Jesus Christ Superstar è innegabilmente il musical più celebre di ogni tempo e vanta migliaia di repliche in tutti i teatri del mondo.
In Italia lo ha portato in scena dal 1995 Massimo Romeo Piparo, che ne ha realizzato versioni così convincenti da arrivare a comprendere nel cast Carl Anderson, lo storico Giuda del film di Jewison. Purtroppo Piparo non è riuscito a riproporre i duetti tra Anderson e il Gesù di Ted Neeley, che dopo il film avevano portato in scena un tour da oltre 1700 repliche negli anni ’90.
Anderson e Neeley non sono gli interpreti originali del musical (Gesù era Ian Gillan, il cantante dei Deep Purple, mentre Murray Head era Giuda), per il quale erano stati ingaggiati come riserve, ma dal film di Jewison in poi sono un po’ gli unici Gesù e Giuda autorizzati a cantare i brani scritti da Andrew Lloyd Webber (musica) e Tim Rice (parole).

Ted Neeley in scena a Verona
Ted Neeley in scena a Verona

Quando uscì nel 1973, il film in Italia era vietato ai minori di 14 anni, categoria di cui io facevo parte. Ma contando sulla mia statura largamente superiore alla media e alla sua presenza, mia madre mi portò comunque a vederlo.
Mi stupirono alcune cose: intanto Giuda era nero . Per quel che ne sappiamo, avrebbe tranquillamente potuto esserlo, ma di certo non me l’aspettavo. E poi cantavano tutti in Inglese. Quello lo sapevo anche prima di entrare al cinema, ma sinceramente contavo di capire almeno qualcosa, forte del corso che avevo fatto in quinta elementare, e di non essere costretto a leggere tutti i sottotitoli. La storia per la verità la sapevo abbastanza bene e certe sottigliezze, tipo che Giuda era un traditore fino a un certo punto, visto che era pur parte di un disegno divino, non le aveva colte nemmeno il Vaticano per circa 1965 anni, quindi ci stava che a 10 anni sfuggissero anche a me.

Il mio amico Ceccone, un integralista, bollò il film senza vederlo come “una gran stupidata”. Ma ben più maturi pensatori lo definirono blasfemo. Non l’Osservatore Romano, che lo sdoganò clamorosamente. E non gli italiani più in generale, che andarono a vederlo in massa.
Era l’Italia che aveva appena varato (fine 1970; per dire, in Francia qualcosa di simile esiste dal 1792) la Legge Fortuna Baslini, che consentiva il divorzio dopo un secolo di tentativi naufragati nei Parlamenti del Regno prima e della Repubblica poi. Era l’Italia che avrebbe rifiutato (12 maggio 1974) di abrogarla, nonostante il Vaticano e la Democrazia Cristiana si fossero schierati molto chiaramente a favore di questa posizione al referendum.
Era anche l’Italia che si difendeva da un’epidemia di colera (Palermo, Napoli, Bari…) distribuendo a scuola i volantini che insegnavano a lavarsi sempre le mani dopo essere stati in bagno. Sono passati 40 anni, mica 400. Eppure, la Germania (ovviamente non ancora Locomotiva d’Europa; c’erano in verità 2 Germanie) non era stata ancora accettata dall’ONU e la Comunità Europea era formata da 6 paesi, con il Regno Unito che stava per entrare. Paul Getty era stato rapito e il nonno aveva ricevuto un suo orecchio dai rapitori. Adesso che ci penso, spesso uso l’espressione “ti stacco un orecchio” per minacciare mio nipote. Devo essere rimasto traumatizzato.

Feysal Bonciani è il nuovo Giuda
Feysal Bonciani è il nuovo Giuda

La musica di Jesus Christ Superstar è meravigliosa. Non capisco come mai a sua tempo Webber (che quando scrisse il musical aveva circa 25 anni) sia stato criticato da altri compositori per gli evidenti rimandi agli autori classici. Io penso sia proprio quella, l’unicità di Webber come autore: la contaminazione. In Jesus Christ Superstar c’è tutto: l’ispirazione classica, la chitarra rock, l’arrangiamento barocco anni ’70 e anche il coro della cultura hippy. Indipendentemente dalla storia che racconta, e indipendentemente dal fatto che capiate le parole, l’overture fa venire i brividi e si rimane in quella condizione per tutto lo spettacolo.
La voce di Ted Neeley è ancora grandiosa. E’ quella di un eccellente tenore, ma con un timbro un po’ più sporco e mascolino di quello che solito si sente nei teatri di lirica o nei dischi di Bocelli. Quando appare, con un’ascensore che lo fa emergere dal basso, è onestamente messianico. Tende a non muoversi, ma lo giustifichiamo: ha più di 70 anni.
Salta invece a destra e a sinistra il Giuda di Feysal Bonciani, che ha solo 24 anni e potrebbe quindi essere il nipote di Ted, più che il figlio. Come Anderson, Bonciani è nero. E’ nato a Firenze da una famiglia somala. Prima è finito in orfanotrofio, poi è stato adottato da una famiglia italiana ed esordisce qui. Non credo lo abbiano scelto per il passato che ha alle spalle, ma se anche lo avessero fatto, ci potrebbe stare. Non fa rimpiangere Anderson come voce, anche se la sua dizione non è all’altezza di quella di Neeley e di Yvonne Elliman. Maria Maddalena sembra la mamma della ragazza che vedete sulla copertina del disco del 1973, ma basta chiudere gli occhi e risentite la stessa voce. Barry Dennen è un Ponzio Pilato che fa scattare in piedi il pubblico, che lo riconosce subito. Ha però poca voce e si deve lavare le mani 2 volte, per ottenere l’effetto acqua che si arrossa di sangue che tanto mi aveva colpito da bambino. Più che altro, perchè non avevo mai pensato che Pilato le mani se le fosse lavate sul serio.

La scena di Gesù nell’orto dei Getsemani è certamente quella che emoziona di più un credente. Come la canta Ted Neeley non può lasciare indifferente nemmeno un ateo. Circola un video su YouTube (registrato a New York nel 2006) nel quale Ted Neeley manda in visibilio addirittura le comparse nel backstage. La sua interpretazione è incredibile, anche lasciando perdere le sue doti vocali. Perchè le parole che pronuncia vengono dal cuore di un credente.
E’ bellissmo anche il Getsemani di Gillan, ma non è la stessa cosa.
Del libretto di Tim Rice, le parole di Getsemani sono la cosa più notevole, perchè provano a rappresentare il Gesù uomo in anni nei quali il Cristo era solo e unicamente visto come il figlio di Dio.
Gli studi storici sull’uomo Gesù sono visti con meno sospetto oggi. Ne ho già parlato su questo sito, ma già che mi cito, vi inviterei anche a rileggere quello che ho scritto sulla paura che la Chiesa ha del messaggio universale di Cristo.

La parte più emozionante dello spettacolo di Piparo resta la scena della fustigazione. Mentre Pilato conta le frustate (gli autori si prendono una certa libertà rispetto al racconto dei Vangeli, lo so), sul maxi schermo scorre una serie di immagini di orrori più o meno recenti e di uomini che si sono sacrificati per il bene comune. Guardate questo video girato al Sistina di Roma, specie dal minuto 3’10” o giù di lì, e ditemi se non smuove qualcosa dentro di voi.

A suo tempo Jesus Christ Superstar venne ritenuto blasfemo per la revisione della figura di Giuda e perchè nessun accenno si faceva alla Resurrezione. Nello spettacolo che ho visto a Verona, Giuda e Gesù si incontrano dopo la morte. La regia di Piparo va in questo caso oltre i limiti del musical. Giuda-Bonciani inizia a cantare fuori dal teatro, con le immagini proposte sullo schermo, e rientra con Gesù-Neeley, in qualche modo reinterpretando la scena immortale del film in cui Giuda-Anderson canta uno strepitoso Superstar.
Ovviamente, a Verona il pubblico è impazzito.