Il “tafazzismo” del baseball

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E’ difficile capire  perché, ma è così: Noi del Baseball facciamo fatica a rassegnarci ad aver fatto qualcosa di buono. Sto parlando del Campionato Europeo per Club (torneo che chiamo così io, perché mi sembra a questo modo di nobilitarlo, ma che in realtà non ha né un nome né un logo), che è senza dubbio una manifestazione di alto livello. Si può anzi azzardare: è la Festa sul campo per il giocatori del Cariparma all'Europeo per Club (A. Cantini/Oldman)manifestazione di più alto livello che il baseball in Europa abbia mai avuto.
Ci sarebbe, insomma, da gioirne. Se non fosse che chi gestisce il baseball in Europa, sembra vergognarsene.

Frequentando i vertici del baseball continentale da qualche anno come presidente della Commissione Media (entità mal sopportata ma ancora vivente), penso di aver capito alcune cose. Al baseball europeo dà fastidio un torneo nel quale succedono cose inaudite come che il pubblico rischia di divertirsi perché c’è la possibilità che vinca la squadra più forte. Vuoi mettere quei bei tornei in cui si poteva raccontare ad una squadra di chissà dove che, vincendo una partita, rischiava di giocare la finale?

Nel Campionato Europeo per Club, così com’è concepito, non può succedere. Per qualificarsi alla Final Four è necessario vincere almeno 3 (ma è meglio 4) partite in 5 giorni. Così (per dire) ai Draci Brno può capitare di battere Rotterdam, ma se poi perdono con San Marino e Parma in finale non vanno. Certo, ora la Final Four sarà ospitata da una città la cui squadra sarà seduta in tribuna. E questo è un limite della Final Four. Però è un limite sul quale si può lavorare. Partendo dalla soddisfazione di avere un torneo nel quale sono rappresentate 9 nazioni nel tabellone principale e 15 nelle qualificazioni (totale di 24). Il che è un discreto miglioramento rispetto ad esempio al 1984 e 1985 (negli anni ’80 dello scorso secolo il baseball era diffusissimo, stando ad alcuni) che vedevano disputarsi una Coppa Campioni con 3 nazioni partecipanti (Italia, Olanda e Belgio).

Invece, no. Il baseball europeo soffre ancora per aver dovuto ridurre le Coppe da 3 (un delirio: 3 Coppe non le ha più nemmeno il calcio) a 2 e non si è ancora convinto di aver intrapreso la strada giusta. Perché il baseball europeo non ha né i campi, né le squadre, né la forza per organizzare più di un torneo di alto livello.

Uno dei problemi è naturalmente rappresentato dal fatto che le più forti sono sempre le squadre italiane. Ma se se l’Europa del baseball si fermasse a questo, le Coppe non dovrebbe giocarle da tempo. L’Italia nel torneo principale ha vinto 29 volte, contro le 13 dell’Olanda, le 4 della Spagna (l’ultima nel 1968) e l’unico successo di San Marino. Nessun altro ha mai vinto questa Coppa.

A livello di club, il baseball italiano è di gran lunga il più forte d’Europa. Anche a questo dobbiamo rassegnarci.
Siamo così presi dal nostro tafazzismo che potremmo persino negare che il miglior battitore e il miglior lanciatore del girone di Parma dell’Europeo per Club sono Pantaleoni e Grifantini e che nessuno in Europa ha ancora capito cosa diavolo si deve fare per toccare almeno la palla, quando lancia Matos. E forse ci siamo anche già dimenticati che i Campioni d’Europa tra le nazioni siamo noi, almeno fino all’estate del 2012.

Mi spiace per chi interpreta professionalmente il ruolo di quello che deve bere l’amaro calice e rimanere nel mondo di uno sport difficile e che non fa parte della cultura europea. Ma il baseball del Campionato Europeo per Club ha la possibilità di piacere a tutti. Solo, serve un po’ di coraggio per dire che siamo sulla strada giusta, per pubblicizzare quello che facciamo, per nobilitarlo. E serve anche un po’ più di coraggio per dire che noi italiani nel baseball siamo i più bravi d’Europa. E se a qualcuno non sta bene, ci dispiace per lui.

2 thoughts on “Il “tafazzismo” del baseball

  1. parole che non fanno una piega! con buona pace di chi non vuole capire….

  2. perfettamente dacordo con te riccardo…

    facciamo un passo avanti e 15 indietro…

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