Rodeo è una parola spagnola che indica il recinto dove si ammassa il bestiame e deriva dal verbo rodear, che a sua volta deriva dal Latino rotear. Intuitivamente, indica il movimento che Cowboy e animali compiono quando il bestiame viene radunato. Fino al 1883 Rodeo era l’operazione con cui si radunava il bestiame, poi ha identificato uno sport.
Siamo alla mia ennesima richiesta di spiegazioni su come mai la biglietteria del Rodeo non è mai aperta. La ragazza della reception dell’Hyatt di Fort Worth mostra però una pazienza invidiabile e, con un sorriso, mi dice che mi può assistere per l’acquisto on line. E’ così che finiscono nelle mie tasche 2 VIP seats per il Rodeo di venerdì 23 dicembre.
Sono imprevedibilmente carico, considerato che di preciso non so neanche bene cosa sia, un Rodeo. Al punto che trovo una buona idea andare a visitare la Hall of Fame dei Cowboy del Texas per prepararmi. Non sarebbero soldi onestamente spesi benissimo, se non fosse che mi cattura l’occhio la presenza nella Hall of Fame di Nolan Ryan: “Probabilmente mi conoscete come giocatore di baseball, ma allevare bestiame è sempre stata la mia prima passione”.
Provo invano a condividere una certa esaltazione con mia moglie, poi mi lascio attrarre da un filmato. C’è un Cowboy su un toro. Lo cavalca per gli 8 secondi necessari e poi si lascia andare e scende. Qualcosa però non va per il verso giusto: l’uomo resta a terra e il toro lo incorna. Qui il filmato sfuma, per poi riprendere dal momento in cui il Cowboy inizia a cavalcare il toro.
Il Cowboy era il celeberrimo Lane Frost e il filmato si riferisce alla sua tragica fine: il 30 luglio del 1989 al Frontier Days Rodeo di Cheyenne (Wyoming) morì per le ferite riportate dopo che il toro Taking Care of Business lo aveva incornato. Una costola rotta aveva reciso un’arteria di Frost.
Alla vita di Frost il regista John G. Avildsen (autore del primo Rocky) aveva dedicato il film 8 Seconds (in Italiano 8 secondi di gloria), nel quale Luke Perry (il Dylan del mitico Beverly Hills 902010) aveva dato il volto a Frost. Rivedendo il film e i video di Frost che si trovano facilmente su YouTube, appare impressionante la fedeltà del modo di camminare e della gestualità di Perry a quella dell’originale.
La finzione mostra quello che nel filmato della Hall of Fame non si vede. Frost accenna a rialzarsi, si rivolge al suo collega (e grande rivale) Tuff Hedeman (nella finzione Stephen Baldwin) chiedendo aiuto e poi crolla. Il film lascia il dubbio che Hedeman in qualche modo si sia rifiutato di intervenire, ma nella realtà è successo tutto troppo in fretta, perché qualcuno possa essere ritenuto responsabile. Questo senza contare che si potrebbe anche capire, che uno non abbia il coraggio di mettersi di mezzo, quando un bestione infuriato di 7–800 chili carica.
Hedeman per la verità vinse il titolo di World Champion tra i Bull Rider della Professional Rodeo Cowboys Association (PRCA) con una memorabile prestazione. Alla presenza di Kellie, la moglie di Frost, Hedeman rimase sul toro (se fosse stato Taking Care of Business, avremmo la storia perfetta; il film di Avildsen lascerebbe capire questo, ma i video di allora dimostrano che i 2 animali avevano colore diverso) ben oltre gli 8 secondi che gli garantivano la vittoria. Quella prestazione è ricordata come Ride for Lane.
Lane Frost è stato indotto (1990) postumo alla Hall of Fame. Con lui è stato indotto il toro Red Rock, un animale frutto di un incrocio tra le razze Brahma ed Hereford e che è stato ritirato dalle gare nel 1987 dopo aver disarcionato 309 Cowboy, compreso Frost. In testa alle finali 1986, Lane Frost volle la possibilità di chiudere cavalcando Red Rock. Non sarebbe stato necessario, ma Frost insistette. Red Rock lo disarcionò e Frost si dovette accontentare del primo posto a pari merito con Hedeman, che risulta il Campione del Mondo per quell’anno.
Frost vinse il titolo nel 1987. Poi, in accordo con l’allevatore John Growney, proprietario di Red Rock, organizzò quella che passerà alla storia come la Challenge of the Champions: una serie di duelli (7 eventi tra California, Oregon e Utah) tra Frost e Red Rock. Il 20 maggio 1988 Lane Frost sarà il primo e unico Cowboy a cavalcare Red Rock per 8 secondi.
Red Rock verrà utilizzato come stallone fino alla sua morte, avvenuta nel 1994 a 18 anni.
Anche Taking Care of Business (che era di razza Brahma) sarà utilizzato come stallone dal 1990 alla sua morte, avvenuta nel 1999.
Tuff Hedeman vincerà anche il titolo 1991 e contribuirà a fondare la PBR (Professional Bull Riders). Dopo il suo ritiro, avvenuto in seguito a diverse fratture subite dopo essere stato travolto dal toro Bodacious (razza Charbray; morto nel 2000, è considerato il toro più pericoloso della storia del Bull Riding), si batterà con successo per la sicurezza dei Cowboy. Sarà Cody Lambert (ex Bull Rider e grande amico di Frost e Hedeman, divenuto Vice Presidente PBR) a introdurre un giubbotto protettivo per i Cowboy che si dedicano al Bull Riding.
La famiglia di Lane Frost è molto religiosa. I genitori Clyde ed Elsie hanno creato una versione della Bibbia per Cowboy. La moglie Kellie ha scritto un libro dal titolo When God is silent, che invita ad avere Fede anche quando sembrerebbe che Dio non stia ascoltando le nostre richieste di aiuto.
Il Bull Riding è certamente la specialità più popolare del Rodeo. La PRCA riconosce il titolo mondiale (lo sport è praticato anche in America Latina, Canada e si punta all’espansione in Australia) dal 1929, ma la sua storia data 1891, quando vennero abolite le corride in Texas. Nei Rodeo (è dubbia la progenitura tra Deer Trail, Colorado 1869, e Cheyenne, Wyoming 1872) venivano da qualche anno cavalcati i manzi, ma in Texas si passò ai tori, visto che i castrati si rivelavano troppo mansueti. I fratelli canadesi Earl e Weldon Bascom furono le prime star.
Nel circuito PRCA le altre specialità sono tie down roping (il Cowboy prende al lazo un vitello, scende dal cavallo e lo lega), team roping (2 Cowboy prendono al lazo in coppia un vitello), steer wrestling (il Cowboy si lancia dal cavallo sul vitello e lo atterra), bronc riding (doma di cavalli selvaggi con o senza sella), barrel racing (abilità a cavallo in un circuito contrassegnato da barili). Alle finali si confrontano i migliori 12 del ranking in ogni specialità.
Il Rodeo di Fort Worth non fa parte del circuito PRCA. Si tratta nella sostanza di una esibizione che porta il nome di Championship Rodeo e ha il vantaggio che si svolge tutto l’anno e ogni venerdì e sabato. Si limita a 4 specialità: team roping, tie down roping, barrel racing e naturalmente bull riding. Ci sono poi un’esibizione col lazo e qualche momento ludico che coinvolge i bambini. Il tutto condotto da uno stagionato annunciatore (“odio dire pubblicamente quanti anni ho”) che indossa orgoglioso uno strepitoso cappello da Cowboy. Il Coliseum che ospita l’evento è una storica (inaugurata nel 1908 e ristrutturata nel 1986) struttura al coperto, capace di 34.000 posti. Dopo Natale ospiterà il Pawnee Bill’s Wild West Show, la cui versione originale inaugurò il Coliseum nel 1909 ed era condotta da Gordon William Lillie (1860–1942), allievo di Buffalo Bill in persona. Nel video sotto, tratto dal mio canale YouTube, le immagini che ho girato al Rodeo.
Come ogni spettacolo statunitense che si rispetti, si inizia con l’Inno Nazionale.
Il Coliseum non è pieno e siamo quasi tutti turisti, tutti molto carichi, specie i giapponesi. I posti VIP sono molto comodi, ma dalla parte opposta rispetto ai recinti da cui escono i tori. Solo un paio di Cowboy nell’arco delle 2 serie (a inizio e fine spettacolo) riescono a restare sul toro per i fatidici 8 secondi. E’ impressionante notare l’attività febbrile attorno al recinto prima che si apra il cancello. Quando il bestione esce, inizia a scalciare (bucking) con una furia che mi fa dire che ci vuole una bella voglia, a starci in groppa tenendosi solo con una mano. La risposta al mio dubbio ovviamente c’è: la danno gli stipendi milionari dei migliori Bull Rider.
Insomma, mi sento alla fine più solidale col toro: perché mai dovrebbe essere contento di ritrovarsi 70–80 chili di Cowboy sulla schiena? Un toro bianco infatti si agita a tal punto che, una volta sbarazzatosi del Cowboy, finisce col farsi male. Per portarlo fuori è necessario un trattore. Mi fa venire in mente che il Rodeo non è certo popolare presso le associazioni animaliste: SHARK (Showing Animals Respect and Kindness), PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) e la Humane Society degli USA si oppongono tutte fieramente a questo genere di spettacolo. La ASPCA (American Society for the Prevention of Cruelty to Animals) puntualizza che si oppone più specificamente alle crudeltà, sia durante gli spettacoli che nel trasporto e nello stallaggio degli animali, che al Rodeo in quanto tale.
Devo dire che, più che per il toro, mi preoccupo per i vitellini presi al lazo e sbattuti per terra per essere legati. E anche il cavallo del barrel racing, montato da una Cowgirl (per la cronaca, esiste anche la WPRA, che organizza gare femminili) e lanciato al galoppo a sfiorare i barili, rischia non poco.
Il toro bianco comunque a fine spettacolo torna nel Coliseum e se la prende con tutto e con tutti, compreso il clown che staziona al centro dell’arena protetto da un barile. Quando vede il bovino caricarlo a testa bassa, il malcapitato lascia da parte il suo dovere di divertirci: butta in aria il cappello e si rannicchia dentro il barile. Il toro raspa con lo zoccolo sul terreno, sbuffa, si guarda intorno e corre a destra e sinistra. Quando è soddisfatto, punta verso le stalle. E quando il cancello si chiude dietro di lui, lo spettacolo è finito.
All’esterno ci accompagna a casa un gruppo di veterani che esegue dal vivo la celebre Ring of Fire, celebrato successo dell’icona Country Johnny Cash.
3-CONTINUA
dedicherò il prossimo capitolo all’omicidio di John F. Kennedy